RECENSIONE: “HO IMMENSAMENTE VOLUTO” – GABRIELE BARBATI – FUNAMBOLO EDIZIONI.

RECENSIONE: “HO IMMENSAMENTE VOLUTO” – GABRIELE BARBATI – FUNAMBOLO EDIZIONI

 Abbiamo imparato a conoscere la qualità dei romanzi editi dalla Funambolo Edizioni, sempre libri  dai contenuti che possiamo definire scomodi, di denuncia, come quelli da noi già recensiti: “Melanconia araba” di Abdellah Taia e “Gaijin” di Maximiliano Matayoshi.

Questa volta, con “Ho immensamente voluto” di Gabriele Barbati, andiamo in Cina. Nella Cina contemporanea del ventunesimo secolo.

In una Cina sotto controllo e potere dal Partito Comunista Cinese che come sappiamo fa il bello e il cattivo tempo.

Il romanzo di Gabriele Barbati racconta la vera storia di Zeng Jinyan, una giovane ragazza cinese che sfidando i dogmi del partito vuole fare conoscere il dramma del HIV-AIDS in Cina, figlio non tanto di rapporti occasionali non protetti come avviene in occidente, ma causato da vera e propria malasanità, pressapochista e interessata più al profitto che alla salute.

Tutto questo ovviamente non trova l’appoggio del partito.

“Ho fortemente voluto” è un libro di denuncia e di denunce perché punta i riflettori sul “sistema Cina” e sui diversi aspetti a dir poco inquietanti.

È una vera storia di lotta per avere giustizia, per far valere i propri diritti.

La protagonista è pronta a combattere contro il mondo intero a costo della propria vita per raggiungere il suo scopo, ma si troverà però a scontrarsi,  molto più che con dei mulini a vento, di Don Chisciottiana memoria.

Il romanzo ha tra le pagine degli spaccati di vita cruda e altri deliziosi che restano stampati nella memoria anche grazie alla magistrale scrittura di Gabriele Barbati.

Leggendolo non potrete non fissarvi nella memoria oltre alla questione dittatoriale, la storia di una lampadina, piuttosto che quella del “nonno acquisito” allo ospizio.

Un libro che segna e fa riflettere e ringraziare  il caso, o chi per lui, ci ha fatto nascere in un occidente democratico, a volte sicuramente menefreghista, ma a suo modo liberale.

Ringraziamo, e non ci stancheremo mai di farlo, la Funambolo” per l’ennesima dimostrazione di coraggio editoriale, e per avere dimostrato ancora una volta che non serve avere alle spalle i colossi dell’editoria per fare un ottimo lavoro.

Sandra Pauletto

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