Recensione de “Il re delle fate d’autunno” – Claudio Chiaverotti e Pierluigi Porazzi – Ed. Mursia.
Il romanzo scritto a quattro mani da Claudio Chiaverotti e Pierluigi Porazzi è un Noir ambientato in Friuli, dai toni forti e del ritmo teso fino all’ultima pagina, oserei dire fino all’ultima riga, visto che qualcosa rimane in sospeso.
L’affascinante titolo “Il re delle fate d’autunno” scopriremo presto essere il nome che la stampa attribuirà all’omicida prima, e serial killer poi, che con i suoi rituali porta il panico nel paesino di “Dolcezza”.
Omicidi strani legati tutti da misterioso filo conduttore nonché dal stesso modus operandi.
Chi sia l’uomo o la donna che si nasconde dietro il re delle fate, tocca scoprirlo all’Ispettrice Foscari, personaggio dalle indubbie qualità investigative e dalle illuminanti deduzioni. L’indagine farà emergere, prima di arrivare al suo culmine, un sacco di realtà inaspettate, portando gli autori ad affrontare delicati aspetti della quotidianità, quali le impunità di chi comanda nei piccoli paesi, la psiche adolescenziale, il problema ambientale e lo strapotere delle multinazionali.
“Il re delle fate d’autunno” è quindi qualcosa di più di un Noir per chi, oltre a seguire la trama, si ferma a riflettere.
Il ritmo è decisamente serrato, direi del tutto assenti i momenti di calma, in quanto anche la sottotrama tiene incollato il lettore, incuriosito dal suo sviluppo, per non parlare del fascino della filastrocca…
Un romanzo che nulla ha da invidiare ai Noir con serial killer a stelle e strisce.
Il finale in parte aperto mi ha lasciato un po’ “così”, ma allo stesso tempo mi ha dato la speranza in un probabile seguito, quindi è una buona cosa.
Vediamo come continuerà la storia dell’Ispettrice Foscari e quale nuovo caso le sarà affidato, e cosa inventeranno stavolta i due autori Chiaverotti e Porazzi!
Sandra Pauletto