Recensione: Come lupi nella neve – Marco Di Tillo (Fratelli Frilli Editori)

Come lupi nella neve di Marco Di Tillo (Fratelli Frilli Editori)

 

L’ispettore Marco Canepa, simpatico personaggio uscito dalla sapiente penna di Marco Di Tillo, è tornato con il terzo capitolo della saga a lui dedicata.

Dopo i successi di “Tutte le strade portano a Genova” e “Omicidio all’acquario di Genova” è arrivato sugli scaffali delle librerie, edito come nel caso dei primi due romanzi da Fratelli Frilli Editori,  “Come lupi nella neve”. La novità è che il buon ispettore Canepa, dopo aver accettato l’invito del suo amico Giuseppe Lolli a seguirlo per una breve vacanza nel suo paese natale, lascerà il mare di Genova per spostarsi sull’appennino molisano, nel piccolo, ma ricco di storia, borgo di Agnone. Siamo nella provincia di Isernia, a 830 metri sul livello del mare, e una gelida tempesta di neve accoglie il nostro protagonista arrivato nel paesino come turista ma che ben presto, a seguito di due omicidi, dovrà rivestire i panni, a lui più congeniali, di investigatore. Ad Agnone sono giorni di festa, sono i giorni della Ndocciata, tradizionale sfilata di migliaia di enormi fiaccole che probabilmente nell’antichità faceva parte dei riti della rinascita della luce. La festa però viene turbata da due omicidi ed una sparizione che creano scompiglio nella tranquilla routine del borgo. I protagonisti di questo romanzo corale sono un po’ tutti gli abitanti del paese che, come potrà appurare chi vorrà immergersi in questa lettura, hanno qualche scheletro nell’armadio che, grazie all’escamotage del flashback, l’autore ci farà conoscere. Canepa collabora con le forze dell’ordine locali per far chiarezza sui misteri che di punto in bianco stanno mettendo in subbuglio la comunità del borgo ma è costretto a lavorare in condizioni a dir poco complicate. La tormenta di neve ha causato svariati disagi, non ultimo quello della mancanza prolungata dell’energia elettrica oltre al fatto che le telecomunicazioni sono pesantemente compromesse e pure gli spostamenti, sia a piedi che con i mezzi, risultano decisamente disagevoli. La caratterizzazione dei personaggi è davvero perfetta, al punto da far si che il lettore abbia la sensazione di essere al bar a bere e chiacchierare con Canepa ed i suoi nuovi amici o immerso nella neve a cercare di raggiungere i vari punti del paese. Marco Di Tillo è sempre molto attento e puntuale nel agganciare ai suoi romanzi cenni storici e tradizioni particolari che contribuiscono a rendere il tutto ancora più interessante e coinvolgente. La scrittura di Marco Di Tillo ha lo stile di una sceneggiatura buona per una fiction di successo, è molto gradevole, con la giusta dose di sano divertimento e ironia, come detto aggiunge particolari che sanno incuriosire il lettore, ovviamente non manca una buona dose di azione, e naturalmente emerge il lato più riflessivo di Marco Canepa, quello che lo vede come attento osservatore, acuto nel cogliere anche i minimi particolari. Un libro che non potrà non piacere agli amanti dei gialli, ma anche agli amanti delle belle storie, quelle di cui una volta arrivati alla parola fine, una volta salutati i protagonisti, rimane comunque un bagaglio di conoscenza in più. Come al solito i libri e gli autori editi dalla Fratelli Frilli Editori non deludono le aspettative riuscendo sempre a regalare ai lettori piccole perle preziose.

David Usilla

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