Pietre. Storie di provincia di Vincenzo Elviretti (Catartica Edizioni)

Pietre. Storie di provincia di Vincenzo Elviretti (Catartica Edizioni)

 

Nei sette racconti che compongono “Pietre. Storie di provincia” (Catartica Edizioni) Vincenzo Elviretti racconta di uomini, donne, ragazzi, delle loro illusioni, delusioni, speranze, sogni, delle loro fragilità e  loro debolezze.

I vari personaggi che si alternano nei vari racconti muovono i loro passi, la loro esistenza in quello spazio ristretto e a volte un po’ chiuso su se stesso che è la provincia italiana.

Quella che ci racconta Elviretti è solo apparentemente tranquilla, silenziosa, oziosa, senza grandi slanci piuttosto arrabbiata, disinibita, sregolata e disillusa, abitata da persone che in alcuni casi sembra le vogliano sfuggire.

Sono storie minime che hanno molto da dire,  che fanno riflettere, raccontando di un disagio che spesso avvolge le persone e le spinge a gesti estremi, definitivi, alle volte eclatanti.

Tra i protagonisti di questi racconti troviamo ad esempio Ninni, pittore che alla fine si ribella agli scherzi ingiusti della vita, Billo, che deve affrontare lo spettro della tossicodipendenza, Giacomino uomo tuttofare di una squadra di calcio a cui dedica la vita perché il sentirsi parte di un gruppo lo fa sentire meno solo, e tanti altri ancora. Lo stile con cui Vincenzo Elviretti ci racconta le sue storie è molto essenziale, diretto, non dà spazio a luoghi comuni o inutili giri di parole, il che rende l’esperienza di lettura molto intensa ed emozionante.

Alcuni racconti sono veri e propri pugni nello stomaco, sono lame che graffiano l’anima nel suo profondo, sono schiaffi emotivi che portano il lettore a porsi più di una domanda, a fare i conti con una realtà che ci circonda e di cui spesso non ci rendiamo conto. Il libro nel suo complesso e breve, le pagine da leggere sono poche, però ciò che ci lascia va al di là del mero tempo della lettura, le storie raccontate da Elviretti rimangono impresse nell’anima molto a lungo, non se ne vanno ed ogni tanto tornano a stropicciarci i pensieri. Bel libro davvero, non c’è che dire, libro da leggere, libro da fare proprio, un vero patrimonio per ognuno di noi.

David Usilla

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