Paradise Beach – Dentro L’Incubo – La tensione c’è. La storia si accontenta.

Paradise Beach – Dentro L’Incubo

Paradise Beach-Dentro L'Incubo

 Anno: 2016

Titolo originale: The Shallows

Paese di produzione: USA

Genere: drammatico, thriller

Regia: Jaume Collet – Serra

Produttore: Lynn Harris, Matti Leshem

Cast: Blake Lively, Oscar Jaenada, Brett Cullen, Sedona Legge

 

Nancy Adams sta’ attraversando una foresta a bordo di un fuoristrada insieme a Carlos. Lei, americana,giovane surfista e studentessa di medicina, sta’ cercando la spiaggia dove anni addietro aveva surfato sua madre. Lui, messicano, originario del posto, la scorta in questo paradiso terrestre nei pressi di Tijuana. Giunta alla spiaggia, Nancy incontra in mare due surfisti con cui fa’ amicizia ed iniziano immediatamente a sfidare il mare. Verso sera i ragazzi tornano a casa, mentre lei decide di tornare in acqua per godersi un po’ di solitudine. Nancy non sa’ però che cosa l’aspetta in mare.

Bisogna ammetterlo, l’incipit non può che risultare interessante. Paradise Beach – Dentro L’Incubo incuriosisce e spaventa quando nel trailer mostra una ragazza abbarbicata su di uno scoglio di esigue dimensioni in mezzo al mare, costretta lì dall’inquietante accerchiamento di un mostruoso e gigantesco predatore. Una gran bella pensata ma comunque non priva di rischi narrativamente parlando. Facendo leva su di un’usanza abbastanza tipica degli ultimi anni, quella della ragazza che diventa eroina mostrando il testosterone di un uomo, Jaume Collet – Serra sceglie Blake Lively per contrastare la belva, che affronta con piglio americanissimo. Un modo di fare quello della modella e attrice americana, che emerge anche in momenti di calma, quando cerca di relazionarsi con gli indigeni abbozzando un po’ di spagnolo; il maestro Pai Mei di Kill Bill Vol. 2, non avrebbe esitato a spezzarle le gambe, come avrebbe fatto con l’altra bionda Thurman, ma in questo caso Carlos si limita a deridere simpaticamente la protagonista per le sue carenze linguistiche. Quando inoltre il compagno di viaggio le intima di lasciar perdere il cellulare per gustarsi la fantastica foresta che stanno attraversando, non posso che apprezzare la critica imbastita dal regista spagnolo. A tale proposito decisamente discutibile la scelta di inserire nel bel mezzo dell’inquadratura la proiezione virtuale di ciò che Nancy sta’ guardando sul suo cellulare. Leggero impegno comunque che purtroppo viene spazzato via di lì a poco.

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Lo squalo compare dietro il muro d’acqua. Una delle sequenze pù riuscite del film.

Prima che si scateni la tragedia infatti Paradise Beach – Dentro L’Incubo sembra solo un Paradise Beach, dato che l’obbiettivo indugia insistentemente e in maniera piuttosto ruffiana sulle fattezze della bella Lively. Considerato poi che il titolo originale sarebbe The Shallows (tradotto Le Secche), incredibilmente sembra che in Italia abbiano quasi colto meglio lo spirito del film. Insomma, ogni inquadratura è buona per riprendere la Blake dischiudere le labbra o mostrare qualche particolare anatomico in onore del più attuale esibizionismo. Rimanendo in territori acquatici non si può che ricordare il recente e notevole Piranha 3D di Alexandre Aja, molto più horror e addirittura exploitation, in cui però la messa in mostra di seni e altro era così esagerata da non poter essere presa sul serio. Parlando unicamente di squali non si può reggere il confronto con Lo Squalo, in quanto per trama e qualità ci troviamo di fronte a due film completamente diversi.

Jaume Collet – Serra comunque dimostra di essere indubbiamente capace di imbastire un considerevole livello di suspense, ma il suo film funziona solo a tratti. Davvero ben fatte alcune scene visivamente parlando:lo squalo che compare dietro il muro d’acqua dell’onda o Nancy che affoga in un mare di sangue. Complessivamente si può dire che il regista spagnolo sia riuscito a ritrasmettere l’agorafobia derivata dall’immensità del mare e il terrore provocato dalle creature che lo abitano ma che non possiamo vedere.

Ad affossare pesantemente Paradise Beach – Dentro L’Incubo è l’inverosimiglianza del comportamento del mostro. Ignorandone le gargantuesche dimensioni,sono la sua intelligenza e le sue tattiche di caccia a stonare. Nonostante il cinema sia pieno di risvolti fantascientifici come questi, Paradise Beach – Dentro L’Incubo non modella le tematiche con la giusta sapienza,preoccupandosi più che altro della muscolarità. Viene fuori un film che ha più in comune con gli scempi della Asylum ma solo con più soldi. La Lively poi, che sarà anche forte, in questo caso non brilla per grandi doti recitative e di sicuro non ha il carisma e la bravura di Charlize Theron in Mad Max – Fury Road. Quando poi ritorna alla mente che Serra aveva girato nel 2005 quel rifacimento trascurabilissimo de La Maschera Di Cera, che prevedeva nel cast anche Paris Hilton, un po’ il cerchio si chiude. Il finale rassicurante, molto sbrigativo e un po’ ridicolo è da dimenticare.

 

Zanini Marco

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