Nuer – Gaar – Basso elettrico, elettronica etnica. Rumori dall’Italia al Sudan.

Nuer – Gaar

Anno: 2019

Paese di provenienza: Italia

Genere: elettroethnonoise

Membri: Nuer – basso e CD player

Casa discografica: EK4T3 Collective, Spettro Rec

  1. 0. Nuit
  2. Cattletank
  3. Bongosaur!
  4. III
  5. Ogop
  6. Hypnos
  7. Noi
  8. Siamo Tante
  9. Piccole Fabbriche
  10. Glitchbeatcommando
  11. Fin

Si può delirare in maniera controllata? Assolutamente si. Le istruzioni vi verranno fornite dalle visioni di Nuer, artista per me misterioso, ma a quanto pare autore di un EP e di questo Gaar, che eleva i suoi viaggi mentali ad uno stadio compositivo più robusto. Perchè non è che per parlare di grandi dischi si debba interpellare il musicista mega famoso o affermato; anzi, è molto più bello scoprirli nei bassifondi del tessuto urbano musicale. Io ve lo dico tranquillamente, il misconosciuto Nuer di Milano ha tirato fuori dal cilindro un vero saggio di elaborazione musicale. Gaar è un viaggio di sola andata verso le tribù Nuer del Sudan e ha tutte le caratteristiche esotiche per evadere da una realtà fatta di smog e cattivi sentimenti; un po’ come hanno saputo fare poco tempo fa’ i nostrani Lago Nero. Una terra che esprime libertà artistica e di pensiero solo attraverso queste note apparentemente anarchiche e sconclusionate. Ma c’è un grande rigore in questo rumorismo effettato.

In primis i due elementi fondamentali che si mostrano subito: un basso davvero prepotente e slabbrato, che riempie in maniera eccellente il vuoto lasciato dai suoni elettronici fitti e taglienti della traccia d’apertura Cattletank, brevemente introdotta da 0. Nuit. Poi c’è la ritmica di Bongosaur!, un chiaro invito alla danza tribale che da’ bene l’idea del delirio estatico e riconciliante di cui vi parlavo all’inizio. Un loop continuo di immagini che danzano nel buio, fiocamente illuminato da un falò. Le atmosfere si fanno più trafficate in Ogop, notevole taglia e cuci di vocalizzi esotici e violente plettrate di basso, a metà strada tra l’irruenza del punk hardcore e la techno. Si passa in men che non si dica alle rasoiate elettriche di Hypnos, pezzo anarchico per eccellenza ma dalla verve mutevole che sa’ abbarbicarsi su partiture sincopate e su riflessivi sprazzi jazzati. Il modo migliore per un’apertura di questo genere è sconfinare negli arpeggi sognanti di Noi, pezzo che definire magistrale è un eufemismo.

ek4t3.bandcamp.com/album/nuer-gaar

Dopo i sentori low fi, in cui sopravvivono sensazioni vicine a CCCP e CSI, viene il momento dei martellamenti sintetizzati di Glitchbeatcommando, una spirale attorcigliante di deliri mentali. Fin conclude sublimando le atmosfere selvagge, con tamburi, sonagli e glitch che riempiono l’aria di una nube da cui si sprigionano voci di donne evocative. Un vero e proprio sogno ad occhi aperti, un po’ come la maggior parte di questo lavoro, che senza badare ad una direzione musicale precisa ma sicuramente adempiendo alla volontà di trasmettere immagini e sensazioni, risveglia l’interesse dell’ascoltatore più attento. Un grande applauso a Nuer!

Voto: 8

Zanini Marco

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