Nostri amici da Frolix 8 – Philip K. Dick – Recensione

Nostri amici da frolix 8 di Philip K. Dick

frolixNella prolifica opera di Dick, questo breve romanzo è senza dubbio uno dei meno conosciuti e atipici. Pubblicato nel 1970, solo pochi anni dopo alcuni dei suoi lavori considerati capolavori (Labirinto di morte, Ubik, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?), viene considerato a ragione un racconto parodistico, nel quale spiccano autocitazioni ai suoi precedenti romanzi e strizzatine d’occhio a ingenui film di fantascienza degli anni cinquanta.

La trama di “Nostri amici da Frolix 8 ” è semplice quanto tetra: in un futuro prossimo venturo, il mondo è diviso per “genere” in un sistema piramidale non tanto diverso dalla nostra realtà. Alla base ci sono gli Uomini Vecchi, cioè i normali cittadini, che vivono di umile lavoro e hanno case accessoriate per la semplice sopravvivenza; mentre il potere politico ed esecutivo è prerogativa assoluta degli Uomini Nuovi, una minoranza di individui intellettualmente superdotati, forniti di teste sproporzionate e un’intelligenza che va oltre ogni immaginazione. Esiste una terza categoria, meno osannata degli onnipotenti Uomini Nuovi ma altrettanto temibile: quella degli Insoliti. Gli Insoliti leggono il pensiero di chiunque si trovi nei loro paraggi.

Il Presidente del Consiglio, massima autorità su questa terra bislacca, è un Insolito, ed è anche la figura più spassosa e volutamente umoristica del libro. Il Presidente governa il mondo dal suo ufficio, provvisto di un enorme letto dove trascorre praticamente la giornata. E’ un uomo umorale, vendicativo, capriccioso, lussurioso e pigro. Pretende che ogni singolo cittadino sia osservato e controllato in ogni aspetto della vita, in modo da scovare i ribelli, o Uomini Nascosti, e deportarli negli immensi campi di “riabilitazione” che il governo ha disseminato un po’ ovunque, perfino sulla luna.

Perché tanto accanimento verso un manipolo di ribelli, che si limitano perlopiù a stampare e vendere sottobanco opuscoli scritti da Cordon, una specie di messia galeotto? Il motivo è svelato già dalle prime pagine: dieci anni prima, un uomo di nome Provoni, considerato sovversivo e collaboratore di Cordon, è fuggito nello spazio a bordo di una navicella scalcagnata, promettendo all’umanità di tornare in compagnia di alieni disposti a scalzare il governo degli Uomini Nuovi e riportare l’uguaglianza sulla terra. Nonostante gli sforzi del sistema militare, Provoni non è mai stato avvistato o catturato. Alcuni pensano che sia morto proprio come Dio (la cui carcassa è stata trovata nello spazio, un essere ultraterreno ormai deceduto e galleggiante), altri, anche grazie alla speranza che Cordon continua a mantenere viva coi suoi scritti, sono certi che non manchi molto alla tanto sospirata liberazione. In questo terribile scenario, che ricorda il governo di 1984 di Orwell e anche quello de Il mondo nuovo di Huxley, si muovono variegati personaggi completamente assorbiti dalla loro routine: il protagonista Nick Appleton e la sua famiglia, Denny lo “spacciatore” di opuscoli e Charley, la ragazzina sedicenne che crede di poter lottare contro il sistema. Gli Uomini Vecchi hanno a disposizione drogabar e pillole di allucinogeni a volontà, mentre l’alcool è considerato una sostanza illegale, il cui uso è punibile con l’arresto. Possono accedere ai test governativi per dimostrare di avere potenza intellettiva da Uomini Nuovi, ma i test sono una farsa: in realtà il governo non ha alcuna intenzione di rinfoltire la classe dominante.

Tutto sembra procedere ordinatamente in questa realtà futuristica, finché accade l’improbabile: dallo spazio giunge un messaggio di Provoni, che annuncia il suo imminente ritorno sulla terra. E non è solo, ha portato con sé alcuni alieni dal pianeta Frolix 8. Le solide basi della terra cominciano a vacillare: come su una scacchiera gigante ogni personaggio farà la sua mossa senza considerare troppo le conseguenze, fino a giungere ad un finale che può avere più di una chiave di lettura, ma che in fondo rimanda sempre alle stesse domande universali: chi è il vero cattivo? Dove comincia e dove finisce la giustizia? La piètà può impedire alla razza umana di commettere sempre gli stessi errori?

Nostri amici da Frolix 8 di Philip K. Dick  è consigliatissimo per immergersi in una fantascienza “divertente” ma chenallo stesso tempo fa riflettere.

Didi Agostini

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