Messa – Close – Doom e prog. Un disco che vive di momenti fenomenali.

Messa – Close

Anno: 2022

Paese di provenienza: Italia

Genere: doom, rock progressivo

Membri: Sara – voce, testi e percussioni; Marco – basso, chitarra acustica, voce, synth e Dulcimer; Alberto – chitarra, Oud, mandolino, voce, moog, piano Rhodes, synth e percussioni; Rocco – batteria, percussioni e urla

Casa discografica: Svart Records

1. Suspended

2. Dark Horse

3. Orphalese

4. Rubedo

5. Hollow

6. Pilgrim

7. 0 =2

8. If You Want Her To Be Taken

9. Leffotrak

10. Serving Him

I Messa si sono mossi un po’ in sordina nel panorama doom italiano, tanto che intorno al 2018, anno di uscita del loro secondo album Feast For Water, sembravano un po’ discendere dall’heavy doom dei Blak Oath. Le prime produzioni, comprensive del debutto del 2016 Belfry, destavano comunque già un certo interesse. Close porta però indubbiamente il quartetto veneto ad un nuovo livello stilistico, nel quale il suono primigenio perde qualcosa sul versante heavy ma si addentra in influenze che spaziano dal prog al jazz.

Suspended e Dark Horse, sospinte dalla bella voce di Sara e da riff di chitarra molto interessanti, sono composizioni di altissima qualità che ricordano abbastanza da vicino la cupa teatralità delle prime immersioni rock di Anathema e The Gathering. Orphalese punta ancora di più sulla sperimentazione introducendo suoni esotici sognanti che si tuffano ad arricchire una struttura solenne ed estesa, arabescandola piegando alla sua contaminazione anche le chitarre. Particolare e bellissima. Semplicemente fantastico anche il finale di Rubedo ricco di virtuosismi di chitarra poetici trascinati anche dalla voce di Sara in sottofondo che accompagna benissimo il tutto. Intermezzo di mandolino, Hollow fa’ da ponte verso Pilgrim, uno dei brani più lunghi dell’album ma condotto con un’attenzione da grandissimi musicisti. Per non parlare poi del brano più lungo di Close, 0 =2, che con i suoi dieci minuti e mezzo sfodera tutto il talento dei Messa, tra assoli di chitarra, cori ispirati, virate che vanno dallo stoner al prog; insomma un compendio in cui trovare tutto ciò che potete sentire in Close.

Il flusso scorre rigoglioso in If You Want Her To Be Taken con impennate chitarristiche che bilanciano momenti di canto a cappella e riff di scuola sabbathiana che non potevano certo mancare in atmosfere simili. A sorpresa, prima del finale, in una scaletta così melodica e sofisticata, i Messa si concedono meno di un minuto di follia. Leffotrak va’ di tupa tupa, riff serrati e confusi, voci distorte e urlate. Non si capisce bene se sia hardcore, grind o black metal, ma potrebbe essere riuscita a condensare tutte queste cose nella sua singolare cacofonia. Serving Him che chiude la scaletta è per contrapposizione la canzone meno complessa e anche la più melodica del lotto.

Close è il disco di un gruppo in piena maturazione, come ultimamente non se ne sentono in questo genere, soprattutto in Italia! L’unico esempio più vicino a loro che mi viene in mente sono gli americani King Woman, che hanno saputo infondere un simile approccio autoriale e maturo al doom. Fate questo disco assolutamente vostro perché regala grandi emozioni!

Voto: 8

Zanini Marco

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