Lo scarabeo stercorario, gli egizi e la resurrezione

Lo scarabeo stercorario,  gli egizi e la resurrezione

scrabeo stercorario

Lo scarabeo è un insetto appartenente alla famiglia dei coleotteri.

La sua presenza in natura è da considerarsi molto antica, e nel corso di tutti questi secoli non ha subito morfologicamente grosse mutazioni.

Il popolo più legato alla figura dello scarabeo è senza dubbio quello egizio, anche se possiamo trovare monili che lo raffigurano anche tra i Fenici, Greci, Etruschi, Cartaginesi fino ad arrivare ai cristiani anche se solo inizialmente perché poi verrà abbandonato.

Lo scarabeo che viene riprodotto come amuleto appartiene ad una particolare specie (consideriamo che ne esistono più di ventimila) e cioè lo scarabeo stercorario.

Ve lo presento rapidamente per conoscerlo meglio.

Lo scarabeo stercorario ha questo nome particolare perché lo sterco è l’elemento fondamentale nella sua esistenza: fonte di nutrizione e nido dove depositare le uova per riprodursi. Ma la sua originalità va al di là dei suoi dubbi gusti alimentari. Lo scarabeo stercorario, che trasporta lo sterco creando una palla che fa rotolare con le zampe posteriori, per portarlo nella sua tana segue un percorso in linea retta superando gli ostacoli che trova sul suo cammino senza cambiare mai direzione. Motivo? Per orientarsi segue la luce che proietta la via lattea, sfruttando la luce polarizzata che solo lui riesce a vedere in quanto provvisto di fotoricettori.

A conferma di quella che inizialmente era stata solo una teoria è stato fatto un esperimento in cui veniva applicato allo scarabeo stercorario una sorta di visiera che non permetteva alla luce di passare, e l’animaletto, a quel punto disorientato girava attorno incapace di raggiungere la meta. L’esperimento è stato descritto sulla rivista scientifica “Current biology” .

Gli egizi consideravano lo scarabeo stercorario come una divinità collegata al culto del Sole. Secondo alcune tesi perché paragonavano la palla di sterco che l’animaletto spinge, con il disco solare. Non a caso infatti il nome dello scarabeo in egiziano è KHEPERER e quello del dio del Sole è KHEPRI.

Khepri-Tomba-di-Nefertari-

Come il sole sorge e tramonta ogni giorno portando con sé per gli egizi la prova della resurrezione, allo stesso modo lo scarabeo stercorario rappresenta per i motivi sopracitati un simbolo e auspicio di resurrezione.

Era consuetudine infatti, trovare degli scarabei in pietra accanto alla mummie, o addirittura dentro il corpo del defunto al posto del cuore.

Nei geroglifici lo scarabeo viene rappresentato come effige del re Sole ossia un uomo con la testa di scarabeo, o altre volte il corpo del coleottero e la testa d’uomo.

Ora c’è da chiedersi: è davvero soltanto per il nome simile a quello del dio Sole che gli egizi lo consideravano a lui legato, o più facilmente viste le conoscenze astronomiche di quel popolo, perché avevano individuato anche loro la capacità di tali insetti di seguire la luce della vita lattea?

Io credo che la seconda ipotesi sia molto probabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.