La vergine di Norimberga un falso storico – Approfondimento

La vergine di Norimberga un falso storico – Approfondimento

Spesso il periodo medioevale viene associato alla tortura essendo in quei tempi tale pratica quasi all’ordine del giorno.

Gli inquisitori avevano a loro disposizione una sorta di “collezione” dei più disparati metodi di tortura,  abitualmente usati per sottoporre le persone a terribili sofferenze.

È necessario però chiarire che  tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, esistevano antiquari che avevano l’ardire di creare falsi spettacolari da vendere a uomini facoltosi che miravano a stupire con le loro collezioni dell’orrore amici e parenti.

Vergine di Norimberga

Così nacquero leggende che entrarono nell’immaginario collettivo come reali.

Uno dei più famosi falsi storici è la  Vergine di Ferro  meglio nota con il nome di Vergine di Norimberga.

La Vergine era una enorme statua a forma di sarcofago dalle fattezze femminili. Guardandola dall’esterno poteva sembrare innocua, ma all’interno si celava la morte: vi erano fissati coltelli e lame lungo tutta la superficiea cui si distinguevano due lame  più lunghe e sottili  posizionate all’altezza degli occhi.

Questo mostruoso sarcofago della morte sarebbe stato  posizionato sopra una botola che stando alla leggenda si apriva quando il malcapitato di turno vi veniva introdotto per essere “abbracciato” mortalmente dalla Vergine.

Nel momento della chiusura del sarcofago infernale le lame si azionavano tutte contemporaneamente, facendo a pezzi il condannato, i cui resti, finivano attraverso la botola, in un fiume sotterraneo senza lasciare alcuna traccia.

Chi avrebbe utilizzato tale orribile strumento di tortura? Si racconta di una società segreta dal nome Santa Vehme che sarebbe ricorsa alla Vergine per punire l’eresia, vilipendio alla regione, omicidio, ladrocinio, falsificazione di monete ma anche reati meno gravi.

Vorrei soffermarmi su questo Tribunale che nacque in Westfalia, in Germania, alla morte di Federico II, quando il conflitto dell’Impero con lo Stato Papale, portò il potere imperiale ad indebolirsi inesorabilmente. La Vehme che si definiva Santa perchè sosteneva di essere appoggiata dalla Chiesa di Roma, aveva lo scopo di punire i colpevoli sfuggiti alla Giustizia.

Le persone accusate erano indistintamente uomini  ma anche donne e bambini in tenera età.

Furono veramente in tanti ad iscriversi alla Setta per evitare di essere accusati e condannati. Il Tribunale era costituito da un Presidente della Corte e quattordici giudici, di cui sette nobili e sette borghesi, uno dei quali aveva il compito ingrato ma ambito di essere il boia. I Giudici, che erano anche membri della Setta, dovevano prestare obbligatoriamente Giuramento di fedeltà.

“Giuro sul mio onore di mantenere i segreti della Santa Vehme celati al Sole e alla Luna, all’uomo e alla donna, all’erba e alla bestia, al grande al piccolo. Giuro che non parlerò né per dono, né per spergiuro, né per paura né per amore, né per argento né per oro e neppure per capriccio di donna”.

Parole in ‘apparenza  innocue ma nche ascondevano un segreto infernale come la Vergine di Norimberga, o almeno queste sono le notizie pervenute dell’epoca.

Tutto questo sarebbe terribile se non fosse che in realtà non è mai esistita a quei tempi la Vergine di Norimberga.

Per questo strano e curioso strumento di tortura pare che esista anche il nome dell’inventore, tale Johann Philipp Siebenkees (1759-1796), filosofo tedesco appassionato di archeologia e che affermava di avere trovato un esemplare usato nel 1515; nel 1840 ma assai poco credibile.

Poiché la prima “Vergine” fu esposta a Norimberga le venne dato il nome di Vergine di Norimberga. Esiste  un ipotetico/falso  rituale per l’ utilizzo della Vergine.

A proposito citiamo la descrizione dello scrittore francese Frederic Shoberl:

<< Due ecclesiastici incalzavano il prigioniero, esortandolo a rendere una confessione davanti alla Madre di Dio. “Guarda”: dicevano, “con quanto amore la Vergine benedetta ti spalanca le braccia! Il tuo cuore indurito si scioglierà sul suo seno; lì tu confesserai”. All’improvviso quella figura iniziò a sollevare le braccia; il prigioniero, sopraffatto dallo stupore, venne spinto nel suo abbraccio; lei lo attirava sempre più vicino, lo stringeva quasi impercettibilmente a sé, fino a che i chiodi e le lame non gli trapassarono il petto>>.

Nel XIX secolo diversi spettacoli e musei della tortura si dotarono di Vergini di Norimberga con lo scopo di fare cassa scatenando il terrore degli eventuali visitatori. L’originale dal quale la storia iniziò, conservata al museo di Norimberga, andò distrutta durante un bombardamento nel 1944. alla fine, pare che fu solamente un oggetto da esposizione ma mai realmente utilizzato per le esecuzioni.

Teresa Breviglieri

 

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