LA STAGIONE DEI RAGNI di Barbara Baraldi (GIUNTI Editore)

LA STAGIONE DEI RAGNI di Barbara Baraldi (GIUNTI Editore)

LA STAGIONE DEI RAGNI È uscito da pochi giorni “La Stagione dei ragni” (Giunti), il nuovo attesissimo thriller di Barbara Baraldi, autrice che personalmente amo molto. L’autrice emiliana riavvolge il nastro e ci riporta là dove tutto ebbe inizio, ci porta alle origini del suo personaggio più amato, quella Aurora Scalviati protagonista di tre libri di enorme successo: “Aurora nel buio, “L’osservatore oscuro” e “L’ultima notte di Aurora” (tutti e tre editi da Giunti).

Il protagonista di questo thriller è Francesco Scalviati sostituto procuratore torinese nonché per l’appunto padre di Aurora. In realtà Aurora in questo libro nasce, nel vero senso della parola, solo nel finale. Di Francesco Scalviati chi ha letto i libri precedenti si erano già fatti un’idea visto che in più occasioni Aurora ne ha parlato. Ora impariamo a conoscerlo in maniera più profonda, impariamo a conoscerne le debolezze, le fragilità, le insicurezze, le inadeguatezze ma anche il grande senso di giustizia, il forte senso del dovere, la forza ed il coraggio con il quale riesce a guardare dentro l’oscurità dell’animo umano.  Rispetto all’universo temporale in cui si svolgevano le indagini di Aurora non è che si torni in dietro di tantissimi anni eppure sembra un eternità. Siamo nel 1988 e le potenzialità di internet sono ancora in fase embrionale, gli smartphone non sono neanche all’orizzonte, la tecnologia che conosciamo oggi, anche in campo investigativo, sono appena un’utopia eppure qualcosa accomuna i due universi, c’è qualcosa che non cambia mai, c’è qualcosa che resta sempre uguale a se stesso, c’è il male, la follia umana, quell’oscurità che alberga i cuori e le anime dei serial killer più efferati. E’ difficile parlare di questo libro senza metterlo in relazione con la trilogia dedicata ad Aurora eppure devo dire che è bellissimo anche preso singolarmente, non gli manca nulla è scritto in maniera praticamente perfetta, concepito in maniera magistrale confermando una volta di più come Barbara Baraldi sia da annoverare tra le più importanti penne del noir italiano.  Non spaventi il numero importante di pagine di cui è composto LA STAGIONE DEI RAGNI perché, anche grazie ad una limitatissima lunghezza dei vari capitoli, la narrazione scorre veloce, serrata, adrenalinica, coinvolgente. Il lettore una volta posati gli occhi sul libro ha la sensazione di non riuscire più a distoglierli, l’attenzione si focalizza sulla trama e sui personaggi sapientemente costruiti e caratterizzati dall’autrice, sull’ambientazione magica e suggestiva di una Torino come raramente la si è potuta ammirare, sulle varie storie che scorrono parallele alla trama principale e che con essa si fondono a creare un amalgama perfetto, coerente, un puzzle in cui alla fine ogni tessera troverà il suo posto. Nel corso del romanzo ci si imbatte in una serie di personaggi davvero straordinari, a partire da quello che è un po’ il trait d’union tra questo libro e quelli dedicati alle indagini di Aurora, e cioè Isaak Stoner mentore della ragazza, nonché una sorta di suo secondo padre che qui invece incontriamo come giovane, e un po’ arrogante, agente FBI specializzato in scienze comportamentali. Degne di nota sono pure le figure della giornalista Leda De Almeida e di Greta che tra dubbi, rimpianti e paure porta in grembo una nuova vita, quella vita a cui a fine romanzo, con una bellissima frase detta da suo padre Francesco, verrà chiamata Aurora. Mi è piaciuto molto il fatto che Barbara Baraldi abbia fatto un ritratto degli anni 80 non solo dal punto di vista delle tecnologie applicate al lavoro di indagine, ma anche quelli che erano gli aspetti della vita di ogni giorno come ad esempio i mitici floppy disk, la musica ascoltata sui 33 giri in vinile, i CD ai loro albori, la camera oscura per sviluppare le foto, i fax, internet allo stato embrionale e i vecchi telefoni a filo. Ad un lettore attento poi non possono sfuggire i chiari riferimenti, sparsi qua e là  ai fatti relativi alla vicenda del mostro di Firenze come non può ovviamente sfuggire il riferimento al gravissimo incendio che devastò il cinema Statuto il 13 febbraio del 1983.

Voglio sottolineare anche il bel packaging con cui LA STAGIONE DEI RAGNI si presenta ai propri lettori.

Già il solo prenderlo tra le mani regala una piacevole sensazione al tatto, questo grazie alla sua gommosità e al rilievo dell’immagine, per altro molto accattivante, in copertina. Non ha la classica sovracopertina bensì due alette decorate in bianco e nero con la raffigurazione dell’Angelo Nero, statua che fa bella mostra di se in Piazza Statuto a Torino. Barbara Baraldi, che non lascia nulla al caso ha anche redatto una bella playlist che accompagna questo suo libro e che, per chi fosse interessato, ha pure pubblicato su Spotify.

Si possono ascoltare pezzi che vanno dai Simple Minds ai Depeche Mode, da Vasco Rossi ai Litfiba, dai Joy Division ai Blondie, da Franco Battiato ai Tears for Fears e tanti altri. Penso che si potrebbe stare qui a scrivere ancora per ore senza però riuscire a rendere a pieno giustizia a quest’opera straordinaria di Barbara Baraldi, quindi mi limito tutti gli amanti del thriller, a tutti coloro che amano leggere bei libri pieni di sostanza, a tutti coloro che hanno voglia di lasciarsi trasportare in una storia ricca di azione e di suspance, di correre a comprare questo libro e di viverlo intensamente affezionandosi inevitabilmente ad ognuno dei personaggi creati da questa meravigliosa scrittrice. Unico difetto di questo libro, perché nulla è perfetto, è che ad un certo punto arriva inesorabilmente la parola fine e bisogna salutare Francesco, Leda, Isaak, Greta e tutti gli altri e sperare di ritrovarli presto protagonisti di una nuova storia.

David Usilla

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