La grande casa bianca -Maurizio Gramolini – Recensione di Didi Agostini

La grande casa bianca, un romanzo di Maurizio Gramolini. Recensione di Didi Agostini.

Nato a Milano nel 1958, Gramolini è sempre stato un grande appassionato di scrittura. Lavora in un’azienda televisiva ed è anche, a suo dire, uno strimpellatore di chitarra che ama l’hard rock e il rock blues anni ’70. Il suo primo romanzo è “Fotografie di una vita tranquilla”. (2009). Seguono “Io, te e il Karma” (2012) e il racconto “Lydia vola ancora”. La sua ultima fatica è del 2018, un romanzo che si discosta dal suo stile abituale. “La grande casa bianca”  edito da Cavinato è, infatti, un libro che racconta di vicende paranormali che accadono intorno a una famiglia e alla loro “casa delle vacanze” in Toscana.

Fin dalle prime pagine, che pure presentano da subito una trama angosciante e non molto rassicurante, quello che rimane impresso nella coscienza del lettore è l’amore per la famiglia che il protagonista, Alberto Assani, ci mostra in una serie di istantanee che non seguono un ordine cronologico prefissato. Conosciamo Alberto bambino, poi giovane uomo innamoratissimo della moglie Melissa, infine anziano vedovo con figli ormai grandi e nipoti.

In sovrimpressione, ma non meno importanti, figure di nonni e genitori ormai defunti che, un mattone alla volta, hanno partecipato inconsapevolmente alla “crescita” di questa casa misteriosa, che si rivelerà essere tutt’altro che una serena meta per le vacanze.

I capitoli vengono presentati come fossero tessere di un grande puzzle: sta al lettore carpire i segreti nascosti tra le righe di una storia serrata, generosa di magnifiche descrizioni e a tratti decisamente horror.

Non mancano riferimenti a riti esoterici avvenuti nientemeno che in era Etrusca, un tocco di genialità che riporta immediatamente ogni lettore a frugare nella memoria cinematografica del genere, e che rende la storia più interessante e quasi plausibile.

Lo stile dell’autore è piuttosto scorrevole, quasi colloquiale, e a tratti ha il sapore delle storie che le nostre nonne ci raccontavano la sera sulle “leggende” che si creano intorno a un qualche parente stretto, e che contribuiscono a tenere insieme tutte le caratteristiche pittoresche del clan familiare. E proprio come quelle storie, anche la grande casa bianca ha il potere di metterci addosso dei bei brividi, brividi ancestrali in questo caso, visto che si parla nientemeno che di demoni.

Alberto è un uomo normale, smanioso di vivere una vita normale, è un pensatore solitario che si trova ad affrontare sulla propria pelle orrori indicibili nei quali, allegoricamente, siamo stati provati tutti prima o poi. Ma è anche un marito amorevole, un buon padre, e prima ancora un figlio e un bambino capace di osservare ciò che lo circonda con la maturità di un adulto. E’ un eroe, Alberto. Un eroe per amore.

Il romanzo può essere diviso in due parti: la prima, in cui facciamo la conoscenza della famiglia ed entriamo con essa in una spirale sempre più evidente di problemi venuti “da un altro mondo”; e la seconda, più commovente e spirituale, nella quale entrano in gioco nuovi personaggi che possiedono la chiave per mettere fine al soprannaturale.

Le ultime pagine si vivono come fossero un sogno, capace di trasformarsi in incubo in qualsiasi momento, eppure traboccanti di sentimento.

Alberto e il suo gruppo si infilano “nel buco”, proprio come Alice che rincorre il Bianconiglio, e affrontano se stessi. Perché i demoni in questo libro sono reali, ma sono anche una sapiente metafora del nostro subconscio. Affrontare i demoni vuol dire affrontare tutto quello che nella vita non è andato come doveva andare: quando abbiamo chiuso gli occhi per non dover vedere realtà agghiaccianti, quando abbiamo avuto paura di qualcosa che era solo nella nostra testa, quando abbiamo ceduto alle lusinghe della vanità, che per sopravvivere deve necessariamente nutrirsi degli altri.

La grande casa bianca di Maurizio Gramolini è la storia di un passaggio, di una trasformazione, di un qualcosa che si tramanda e che rinasce dalle proprie ceneri finché ci sarà una famiglia stretta contro il male. E’ una lettura non impegnativa (poco più di 200 pagine) che racconta molto più di ciò che realmente dice. E’ (forse) la storia di ognuno di noi.

Didi Agostini

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