Jeff Long – Il labirinto delle ossa Recensione di Matteo Melis
Molly Drake, fotografa e giornalista freelancer per il New York Times, viaggia verso la Cambogia per tentare il colpo grosso della sua carriera: documentare l’eventuale ritrovamento dei resti di un pilota statunitense precipitato durante la guerra del Vietnam.
Arrivata sul posto, si unirà alla squadra di ricerca, della quale fanno parte, fra gli altri, due civili: l’archeologo Duncan O’Brian appassionato di restaurazione di templi antichi risalenti all’epoca dell’Impero Khmer, e John Kleat, fratello di un veterano disperso del suddetto conflitto che spera di rintrovare.
Dopo settimane di lavoro infruttuoso, da una fotografia scattata da Molly si scopre che una fossa nei pressi degli scavi contiene numerose ossa umane: è una fossa comune dei Khmer; da questo momento i militari, con grande scorno dei civili, assumerranno il pieno controllo della situazione.
Nel corso della storia fa la sua comparsa un misterioso individuo che li avvicina rivelando loro dove potranno trovare abbondanti resti umani di soldati statunitensi. Si forma una nuova squadra, che include oltre ai protagonisti anche Samnang anziano cambogiano dal fluente inglese, e tre fratelli del posto, interessati per scopo di lucro, al rinvenimento di preziose reliquie antiche.
La spedizione li porterà in una grandiosa città in rovina nella giungla, dove avranno vita sempre più difficile in quando saranno minacciati da un tifone mentre esploreranno l’ interno della vecchia labirintica città resa ancor più misteriosa dalla fitta vegetazione.
Sono rimasto deluso. Dalla trama pareva un promettente romanzo del brivido, ma la lettura non si è rivelata affatto scorrevole, perché nonostante la presenza di elementi di indubbio fascino, non c’è una suggestiva atmosfera di fondo, e lo sviluppo degli accadimenti è un tantino caotico. Invito comunque a leggere l’opera perché le idee di fondo sono interessanti e magari menti diverse dalla mia riusciranno ad apprezzarla e a cogliere cose che a me son sfuggite.
Una curiosità, lo stesso titolo è stato addottato da più scrittori tra cui il famoso James Rollins ma la trama è completamente diversa.
Matteo Melis