Intervista Massimiliano Irenze: Smartphone delle mie brame – Prospettiva Editrice

Intervista Massimiliano Irenze: Smartphone delle mie brame – Prospettiva Editrice

Abbiamo da poco recensito “Smartphone delle mie brame. Psicologia della società moderna”, edito da Prospettiva Editrice, scritto da Massimiliano Irenze e abbiamo ora la possibilità di approfondire con lui i temi trattati nel libro.

Buongiorno Massimiliano, grazie per aver accettato di chiacchierare con noi. Ormai sei un ospite fedelissimo del nostro blog, ed è sempre un piacere poter chiacchierare con te

  • Dopo una serie di romanzi di grande qualità hai voluto scrivere un’opera complessa ma molto interessante come questo “Smartphone delle mie brame. Psicologia della società moderna”. Cosa ti ha spinto a scrivere un libro di questo tipo?

 

La pandemia ostacola la pratica psicoterapeutica. Si può parzialmente rimediare con sedute on line che non hanno la stessa efficacia di quelle dal vivo. Pertanto ho pensato di utilizzare le conoscenze acquisite nei miei studi per scrivere un libro in cui la situazione attuale della nostra società viene analizzata alla luce delle conoscenze psicologiche e psicoterapeutiche.

 

  • Hai messo l’accento su come la gente stia reagendo alle limitazioni che inevitabilmente il protrarsi di questa pandemia di Covid-19 sta causando. Credi che a livello psicologico ne risentiremo molto anche ad emergenza terminata?

 

Penso di sì.  Specie nelle generazioni più giovani credo che questa pandemia lascerà un impronta rilevante nel modo di guardare e di approcciarsi alla vita.

 

  • Il primo tema che tratti è quello dell’uso smodato che ormai facciamo un po’ tutti dello smartphone. Tu, anche in qualità di psicoterapeuta, come ti poni davanti a questo fenomeno?

 

Non demonizzo lo smartphone. Lo considero un mezzo che fa emergere le proprie criticità (che esistono a prescindere dallo smartphone). Una personalità dipendente ne svilupperà dipendenza, una narcisistica lo utilizzerà in chiave narcisistica, etc.

 

  • Quando si parla di certe problematiche è facile scadere in quel politically correct che ormai ammorba ogni discussione e rischia di far perdere di vista il vero nocciolo dei problemi. Tu mi pare che ti sia smarcato molto da questo tipo di situazione. Quanto credi che sia limitante il politically correct quando si deve analizzare una situazione concreta?

 

Credo che davvero bisognerebbe coniare una nuova patologia per descrivere la deriva grottesca e ridicola che ha preso il politically correct che, tra l’altro, i  questa forma ottiene l’esatto opposto dello scopo che si prefigge, come tutte le modalità eccessive di approccio.

 

  • Questo libro ti è uscito di getto o è il frutto di un lavoro lungo e ponderato?

 

È il frutto dei miei 9 anni di studi, tra l’università e la scuola di specializzazione post laurea. È il mio sguardo alla realtà attuale guardata attraverso ciò che il mio percorso di vita mi ha insegnato.

 

  • Hai illustrato due casi clinici che ti hanno visto protagonista come psicoterapeuta. Al di là del libro, da psicoterapeuta qual è la situazione più strana di cui hai sentito parlare?

 

Capita spesso di confrontarsi con situazioni molto particolari. A volte anche situazioni intrecciate con fatti di cronaca. Ma difficilmente si possono raccontare senza tradire il segreto professionale perché, proprio per via della loro singolarità, sarebbero facilmente individuabili da chi né è a conoscenza.

 

  • Pensi di abbandonare i romanzi per passare ai saggi o porterai avanti entrambe le soluzioni?

 

In passato avevo già pubblicato il saggio: “Psicologia e buddismo”, per poi tornare a scrivere romanzi. Non predetermino nulla poiché è solo l’ispirazione che mi muove a scrivere. Per il momento promuovo “Smartphone delle mie brame”, poi si vedrà.

Grazie mille per essere tornato a trovarci, arrivederci a presto sulle pagine de I gufi narranti.

 

Grazie a voi. È sempre un piacere. Ciao David.

 

David Usilla

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