INTERVISTA AD ANTONIO VASSELLI – “IL SEMINARISTA” – ROBIN EDIZIONI.

INTERVISTA AD ANTONIO VASSELLI – “IL SEMINARISTA” – ROBIN EDIZIONI.

 

Abbiamo da poco recensito “Il seminarista”, scritto da Antonio Vasselli, edito da Robin Edizioni e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autore. Buongiorno, grazie essere passato a trovarci, possiamo darci del tu?

R: Buongiorno Sandra,

è un vero piacere ritornare sul blog I Gufi narranti per una chiacchierata tra vecchi amici.

 

 

D: Hai impiegato tanto tempo a scrivere “Il seminarista”?

R: Ho impiegato circa quattro anni per scrivere il thriller de Il seminarista poiché mano a mano mi sono dovuto documentare sui temi trattati. Ho letto e approfondito sopra testi specifici, pertanto la scrittura è stata notevolmente rallentata. Ma avevo lanciato una sfida a me stesso e per tale ragione ho impegnato le migliori risorse nel portare a compimento l’opera. È stata un’avventura esaltante che mi ha permesso di scandagliare in me stesso e nell’animo umano tra conquiste e fragilità.

 

D: Come nasce l’idea delle tre piste convergenti?

R: L’idea delle tre piste convergenti è nata durante la terza stesura, quando il plot narrativo è cresciuto attorno alla figura del protagonista. Riscrivendo il romanzo ho preferito fare emergere tre tracce o piste convergenti. Il motivo è semplice e complicato allo stesso tempo. Ho avuto la necessità di creare una serialità di eventi al fine di allontanare e rendere meno visibile il vero nocciolo della storia, ovvero il delirio ossessivo del protagonista per la mancanza di una famiglia.

 

D: Qual è il tuo rapporto con la religione?

R: Il mio rapporto con la religione è cresciuto sino alla maggiore età. Durante questi anni a Palermo, i monaci benedettini mi hanno accolto. Ho condiviso in parte la loro Regola, tanto che pensavo di prendere i voti, ma alla fine ho ceduto alle tentazioni secolari del mondo. Oggi frequento poco le chiese e non sono bigotto, piuttosto da anni mi adopero nel volontariato per gli altri.

 

D: La Chiesa è sempre un argomento scomodo soprattutto quando in qualche modo si portano alla luce i suoi lati oscuri, non temi giudizi negativi?

R: Ormai da tempo, il mondo secolare ha tolto i paraocchi sulle vicende scandalistiche del Vaticano. Non credo di avere scritto nulla che non sia già stato detto, per cui non temo ripercussioni di questo genere.  Qualora ci fossero dei giudizi negativi per il romanzo de Il seminarista da parte della Chiesa, sarà grasso che cola.

 

D:“Il seminarista” è un ottimo thriller, qual è il tuo autore preferito per questi romanzi?

R: Forse mi sono lasciato suggestionare dalle varie teorie di complotto che aleggiavano da tempo sul nostro Pianeta. Di sicuro avevo cercato dei modelli tra i noti thriller divenuti cult nel corso degli anni: Dan Brown,  Eric Frattini e altri.

 

Grazie mille per la disponibilità, arrivederci a presto sempre sulle pagine de I Gufi Narranti.

Teresa Breviglieri

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