Intervista ad Alessandro Milan – Due milioni di baci – DeA Planeta

Dopo aver recensito il nuovo libro del noto conduttore di Radio24 Alessandro Milan, Due milioni di baci, con estremo piacere possiamo scambiare due parole con lui.

Grazie mille per aver accettato l’intervista, non vogliamo rubarti troppo tempo quindi pariamo subito con le domande:

La prima curiosità, che già mi ponevo leggendo il libro precedente (Mi vivi dentro edito da Dea Planeta ) e che a maggior ragione dopo aver letto “Due milioni di baci” vorrei porti è questa: come riesci a far convivere l’Alessandro Milan radiofonico, molto allegro, spumeggiante e spiritoso, con l’Alessandro Milan domestico che deve reinventarsi un ruolo genitoriale molto più delicato e complicato dopo il doloroso assetto che la tua famiglia ha dovuto affrontare?

  • “In realtà io cerco di essere spumeggiante e spiritoso anche a casa, anche se ammetto che spesso le incombenze della quotidianità pesano. Il dolore, man mano che passa il tempo, penetra sempre più dentro l’anima, il che significa che fa sempre più parte  di me, è come un bagaglio da portarsi appresso per sempre. L’importante è che non mi zavorri tenendomi fermo. L’importante è camminare sempre. Per cui cerco di sorridere sempre, anche se non sempre ci riesco”

Hai scritto a suo tempo uno dei post, secondo me, tra i più belli che si siano letti. La lettera che hai scritto alla tua Francesca che se ne era andata per sempre ha toccato migliaia di cuori e ha bagnato di lacrime migliaia di visi. In risposta hai ricevuto (pure da me) migliaia di messaggi di vicinanza, i cuori che hai toccato si sono stretti a te e alla tua famiglia. Sei riuscito a sentire tutto quel calore? Ti ha aiutato anche solo in minima parte ad affrontare la situazione con un pochino più di forza?

  • Le reazioni a quella lettera mi hanno letteralmente lasciato sgomento, in senso positivo. Io l’ho scritta per due motivi: intanto, perché dopo tanto male visto, volevo ricordare Francesca nei tanti momenti entusiasmanti vissuti insieme. Inoltre, sapendo che non avrei voluto dire una parola al funerale, era in qualche modo il mio saluto pubblico. Ma quando ho spento il cellulare e dopo qualche giorno ho scoperto che era stata condivisa da 7 milioni di utenti facebook, (e gli italiani su facebook sono 21 milioni, quindi uno su tre) sono rimasto basito. Non ho mai capito il perché di tutto ciò, però è stato certamente come sentirsi tenuto in piedi da milioni di braccia invisibili”

Dopo la scomparsa di Francesca hai dato vita ad una iniziativa molto bella: “Io sono Wondy”. Puoi spiegarci meglio l’iniziativa e la tua concezione di resilienza?

  • L’associazione in realtà si chiama “Wondy Sono Io”, il sito è www.wondysonoio.org Qualche mese dopo la morte di Francesca, ho deciso che volevo realizzare qualcosa per lei,  che rimanesse nel tempo. Ho pensato ad un premio letterario, perché lei era una scrittrice. Così è nata l’associazione che, tra le tante iniziative, promuove il “Premio Wondy”, un premio letterario dedicato alla letteratura resiliente. Ma facciamo anche tante serate culturali, abbiamo realizzato una mostra fotografica (‘In viaggio con Wondy’) che ha già toccato 45 città italiane e p,resto partiremo con un progetto teatrale nelle scuole materne per insegnare ai bambini il concetto di resilienza, insomma per superare le difficoltà, piccole o grandi, della vita

Vorrei per un attimo far venire fuori il mio essere tuo fan e fan della Radio per cui lavori. Com’è lavorare per un emittente così diversa sul panorama radiofonico italiano? Ascoltandola si può incontrare la voce di grandissimi personaggio come Mauro Meazza, Gianluca Nicoletti, Simone Spetia, Matteo Caccia, Elisabetta Fiorito e tanti altri. Com’è lavorare con loro e con tutti quelli che per amor di brevità non ho citato?

  • “io lavoro a Radio 24 dall’agosto 1999 e la radio è nata ufficialmente il 4 ottobre dello stesso anno. Da allora sono qui, e già questo dovrebbe bastare come risposta per capire quanto sia legato a questa emittente. È un pezzo della mia vita. Io ho sempre sognato di fare il giornalista e, se possibile, di lavorare alla radio. Radio24 è l’unica emittente che mi ha permesso di raggiungere questi due sogni. La radio è un mezzo dinamico, giovanile, fresco, in una parola: figo. Non esiste niente di meglio per me, quindi al momento non cambierei per nulla al mondo. Certo, è molto, molto più logorante di quanto si pensi. Fare una trasmissione quotidiana, senza sosta, ti obbliga ad uno stile di vita militare, senza bavature, senza cedimenti. È un lavoro che richiede una costanza assoluta. Ma se qualche collega si lamenta io dico sempre: “Come diceva quel tale, fai questo, è sempre meglio che lavorare”

Leggendo il tuo libro si nota come al racconto del tuo presente aggiungi lo sguardo verso i ricordi d’infanzia. Qui sorge la domanda “alla Marzullo” : quanto è importante lo sguardo verso il passato per affrontare meglio il proprio presente ed il futuro?

  • “Il libro vorrei che fosse una vera restituzione a mia mamma, per tutto quello che ha fatto. Per questo, quando un anno fa ho rischiato di perderla, ho deciso di scrivere non solo di me come padre, ma anche di me come figlio. I sapori dell’infanzia, le sue ricette semplici e cariche di amore, i colori e i ricordi di quando ero bambino sono in assoluto le immagini più belle della mia vita”

Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato, è stato per noi davvero un onore.

DEDICA DELL’AUTORE AL BLOG

Davide Usilla

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