Intervista a Vito Bruschini autore de: Il traditore della mafia

La recensione e relativa intervista a Vito Bruschini ad ogni uscita di un suo nuovo libro è tradizione ormai irrinunciabile e che ci riempie di orgoglio.

Abbiamo l’onore di poter scambiare nuovamente due parole con Vito Bruschini di cui è da poco uscito nelle librerie il suo romanzo “Il traditore della mafia” che abbiamo già avuto il piacere di recensire. 

Ma non perdiamo altro tempo e andiamo subito a parlare con Vito Bruschini.

Ciao Vito, innanzitutto grazie per esser tornato a trovarci.

VITO B: Il piacere è tutto mio. Apprezzo molto il vostro blog. Quando sospendo la scrittura e navigo un po’ sul web per distrarmi, spesso casco dentro i Gufi Narranti dove trovo sempre articoli interessanti. Ho molto apprezzato ultimamente quelli su Borsellino.

Secondo la tua bibliografia, salvo errori, “The Father, il Padrino dei Padrini” dovrebbe essere il tuo primo libro pubblicato. Con il “Il traditore della mafia” sei tornato ad affrontare il tema di “Cosa Nostra”, vuoi raccontarci perché hai deciso di scrivere un libro che idealmente racconta la vita di Tommaso Buscetta?

VITO B: Tra tutti i mafiosi Buscetta è stato il più intelligente, il più coerente e in un certo modo il più affascinante. Personaggio ideale per un romanzo o un film (e infatti Marco Bellocchio lo ha realizzato). Buscetta non si è mai pentito e con orgoglio, fino alla fine, ha sempre dichiarato di ritenersi un “uomo d’onore”. Insomma un mafioso rispettoso del codice d’onore che caratterizzava la vecchia mafia. Ha rinnegato fermamente le strategie di Totò Riina, diventato capo di Cosa Nostra, che calpestavano i principi dei primi padrini. (Uno di questi principi era quello di non coinvolgere nelle loro azioni cruente bambini e donne. Cosa che invece Riina fece uccidendo e facendo persino sciogliere nell’acido un bambino di quindici anni).

Qual è la genesi dei tuoi romanzi, palesemente ispirati dai fatti di cronaca come quello del 2016 “La verità sul caso Orlandi” o quello appena pubblicato ?

VITO B: Tutte le mie storie hanno origine da un fatto realmente accaduto. A volte, se i personaggi sono di fantasia, sono però legati a eventi storici come mi è capitato di raccontare con “Educazione Criminale” o “Il Monastero del Vangelo proibito”. Nascono tutti da un forte e intenso sentimento di pietà nei confronti degli autentici protagonisti che mi dà la spinta ad approfondire la loro vicenda umana. Attuo una sorta di transfert per calarmi nella loro mente e nella loro anima, così da descrivere al lettore quello che hanno davvero sentito e patito nella loro vicenda umana.

Hai sempre toccato temi spigolosi nei tuoi libri. Hai mai avuto timore prima di scrivere uno dei tuoi libri?

VITO B: Francamente questa riserva mentale non è stata mai un ostacolo. Neppure per “I Segreti del Club Bilderberg”, il romanzo che ha toccato i nervi di qualche multinazionale e di cui in effetti ho ricevuto qualche squillo di telefono balordo. Se un argomento m’intriga vado avanti nella massima libertà.

In un nostro contatto precedente mi avevi parlato di un progetto legato alla graphic novel o comunque ai fumetti, vuoi parlarcene?

VITO B: Il progetto è lo sviluppo in forma di fumetto del mio romanzo “Miserere”. Lo sta disegnando il Maestro Vincenzo Giordano. Il libro a fumetti uscirà l’anno prossimo per le edizioni Giallo China. Disegnare cento e più pagine è un lavoro lunghissimo. Ma Giordano sta facendo un lavoro eccellente e documentatissimo. Vi voglio fare un regalo: vi allego in esclusiva una tavola che è un po’ il riassunto dei personaggi della graphic novel.

 

E infine anche se forse è prematuro, stai già lavorando o pensando a qualche nuovo progetto?

VITO B: Quest’anno sto lavorando su tre progetti, ripresi da tre miei romanzi, destinati a diventare delle serie televisive per le nuove piattaforme digitali. Ne avrò fino a dicembre. Ma un’idea per il prossimo romanzo già mi ronza per la testa…

Grazie ancora per la squisita disponibilità e al tuo prossimo lavoro sulle pagine de “I gufi narranti”.

VITO B: Grazie a tutti voi per la cortesia e ancora complimenti per la vostra attività di divulgatori della cultura.

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