INTERVISTA A VERONICA TOMASSINI – VODKA SIBERIANA –

INTERVISTA A VERONICA TOMASSINI – VODKA SIBERIANA; LETTERE EPICHE ALTICCE – AUTOPRODOTTO.

Abbiamo da poco recensito “Vodka siberiana; lettere epiche alticce”, scritto da Veronica Tomassini, di autoproduzione e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autrice. Buongiorno, grazie essere passata a trovarci, possiamo darci del tu?

 

  • È la prima volta che ci incontriamo: vuoi farci conoscere qualche curiosità del tuo carattere?

Mah. Difficile dire così. In linea di massima sono una persona introversa, apparentemente mite e gentile.

  • Visto il titolo e il contenuto del tuo romanzo, cosa pensi del consumo di alcool sempre più diffuso tra i giovanissimi?

Ne posso pensare solo tutto il male ovviamente, nel senso non posso che dolermi. Tuttavia il romanzo non ha alcuna funzione sociologica e pedagogica, andremmo proprio fuori tema. Allo scrittore, a me perlomeno, non interessa la morale del mondo, ché non esiste in un uso oggettivo universale.

  • Il tuo romanzo si è preso tutte le libertà espressive che un’autoproduzione può permettersi. È stato difficile raccontare una storia come questa?

Racconto solo quel che conosco, in fondo è una narrazione pedissequa di fatti della mia vita. La scrittura per me è dolore, molto spesso lo è. Alla base di una poetica, c’è una ferita. Altrimenti è qualcos’altro, non saprei cosa però.

  • Interessante l’idea della struttura del romanzo a suo modo epistolare, com’è nata?

Il vocativo, più che la seconda persona, attiene a una supplica, a un salmodiare se vogliamo. I fatti che racconto, il patto implicito che stabiliscono, hanno avuto necessità di questo velo di pianto e dannazione che diventa una preghiera, un salmo, un’invocazione. Le lettere contengono un mistero, il mistero del vocativo, il tu al quale ci rivolgiamo.

  • Poiché hai sulle spalle una serie di libri prodotti da diversi editori e questo è autoprodotto, c’è qualcosa della pubblicazione classica che ti è mancato?

L’editoria non ha nemmeno preso in considerazione questo testo. Non mi è mancato nulla, al contrario, per la prima volta ho visto un risultato anche economico del mio lavoro, cosa che non posso dire per gli altri libri. La libertà, infine, il non dover subire cialtronerie e mediocrità altrui. Ho ricevuto un’attenzione (parlo della stampa) altissima. No, non mi è mancato nulla.

  • Nella carrellata di personaggi che compaiono in “Vodka siberiana; lettere epiche alticce”, c’è qualcuno realmente esistito?

Tutti.

  • Mi ha colpito molto molto la figura “del professore e della creaturina” vuoi dirci qualcosa in merito?

Creature angeliche, fuori dal mondo, un attraversamento verso la conversione. Un patrimonio averli avuti miei, in qualche modo.

 

Grazie mille per la disponibilità, arrivederci a presto sempre sulle pagine de I Gufi Narranti.

 David Usilla

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