Intervista a Silvia Gallani – Calaris oltre la porta

Buongiorno Silvia Gallani.  Abbiamo da poco recensito il tuo romanzo Calaris oltre la porta , e ora ci piacerebbe farti alcune domande: innanzitutto possiamo darci del tu ?


1- Essendo la prima volta che ti recensiamo Silvia Gallani ci piacerebbe sapere qualcosa di più della Silvia Gallani
persona. Credo sarebbe interessante sapere cosa ti piace, quali passioni (al di la della scrittura) ami
coltivare e quali speranze nutri per il tuo futuro.

R. La mia grande passione è sempre stato il disegno, fin da piccola. Se avevo del tempo libero lo
passavo disegnando e mi sono appassionata grazie a mio padre. Il suo sogno è sempre stato quello
di fare il falegname, come mio nonno e i miei zii, e molti disegni li ha fatti per me e io lo guardavo e
cercavo di imitarlo. Mia mamma invece mi ha sempre spronata a non mollare, quando un disegno
non mi veniva bene e mi arrabbiavo, mi diceva di insistere e riprovare. Sono diventata brava e ho
continuato. Ora sono illustratrice (ufficialmente) ma faccio anche fumetti. Per quanto riguarda la
scrittura ho iniziato con il romanzo su Calaris nel 2010 circa, ho scritto anche qualche racconto, ma
le primissime esperienze e soddisfazioni nella scrittura sono arrivate alle scuole medie.
Pubblicavano spesso i miei temi sul giornalino della scuola. In futuro sicuramente disegnerò,
sicuramente scriverò. Ho un ragazzo che mi sostiene molto e anche lui ha una grande passione per
il disegno ed è molto bravo, stiamo lavorando assieme su un suo progetto.

 

2- Se non sbaglio questo è il tuo primo romanzo ed è autoprodotto. Cosa ti ha portato ad affrontare
questa avventura? Quali speranze riponi in questo tuo esordio e cosa ti aspetti per il tuo futuro di
scrittrice?

R.  Sì è il mio primo romanzo. Dopo numerose porte in faccia (come succede spesso agli esordienti) mi
sono rivolta a una casa editrice che lavora con il crowdfunding. Ho superato la selezione e ora il mio
libro è in preordine sul loro sito. Se supera le 200 prevendite sarà distribuito nelle librerie. Se
qualcuno vuole sostenermi può acquistare una copia, cartacea o ebook. Ho fiducia nel mio lavoro e
io sono sempre stata una perfezionista. Su decine di disegni che ho fatto sarò soddisfatta forse di
due. Ho sempre preteso molto da me stessa nel disegno e nella scrittura, soprattutto se è un buon
prodotto e le persone pagano per leggerlo. Dopo aver effettuato l’ordine su bookabook.it, nella

sezione dedicata alle campagne, è possibile scaricare il romanzo intero non editato in pdf. Si può
leggere anche da computer e smartphone. È una cosa che ho deciso io proprio per dare già
qualcosa a chi paga il libro.

3- Io personalmente ho amato molto le figure di Rick, Cora e Fedor per il loro coraggio e per la loro
forza d’animo. Come hai costruito i tuoi personaggi?

R. I personaggi li ho costruiti un po’ alla volta. Gli unici che ho preparato prima sono stati Rick e Cora.
All’inizio ero partita con l’idea di fare un fumetto, prendendo spunto da un sogno che avevo fatto.
Ho iniziato scrivendo solo dialoghi, poi ho aggiunto l’ambientazione e una pagina dopo l’altra ho
scritto il primo capitolo. Non sapevo nemmeno se sarebbe stato fantasy oppure no. Io non ho mai
scritto una scaletta; ci ho provato un sacco di volte ma non la rispettavo mai e alla fine ho lasciato
perdere. Per fare un esempio, al settimo capitolo sapevo già che ci sarebbe stato Jamie che salta
fuori solo nell’ultima parte. La mia idea era che non ci fosse un vero e proprio protagonista, tutti
hanno la loro parte e tutti sono indispensabili. Ho cercato di diversificarli molto tra di loro e credo
di esserci riuscita.

4- Immagino che scrivere un fantasy richieda grande impegno e serva molta molta pazienza. Riuscire
a non cadere nel banale credo sia molto complicato perché sono dell’idea che scivolare nello
stereotipo e nel già letto sia un rischio assai concreto. Tu sei riuscita nell’impresa di scrivere un
fantasy diverso, un fantasy adatto anche a chi non è proprio cultore del genere. Ci racconti la
genesi di questo tuo bel romanzo?

R- È vero, è un romanzo adatto a tutti, l’elemento fantastico c’è ma ho cercato di creare qualcosa di
nuovo e qualcosa che non fosse la base di tutto. La cosa che mi ha aiutata molto è che il fantasy
non è e non è mai stato il mio genere preferito. Mal sopporto gli elfi, i nani e gli stregoni, preferisco
una magia che ha più a che fare con il folklore popolare. Non ci sono maghi e streghe nel mio libro.
Le formule magiche sono troppo “facili” da creare, preferisco vedere i miei personaggi che
cambiano, si adattano a situazioni insostenibili e riescono comunque a raggiungere i loro scopi. Se
cadi dieci volte, rialzati undici, è questo il mantra che ho seguito per loro.

5- Il finale mi pare lasci aperta la porta per un, più che auspicabile, seguito. Sei già al lavoro, hai già
delineato i contorni del nuovo libro o ancora non hai nulla di preciso in cantiere?

5- Il seguito spero ci sarà. Ho qualche idea, ma non sapendo come andrà la campagna di crowdfunding
penso che aspetterò almeno fino a marzo a iniziare a scrivere.

6- Silvia Gallani oltre al genere fantasy ha per il futuro in programma di cimentarsi con generi diversi? Se si qualigeneri ti piacerebbe esplorare?

R. Spero di scrivere un romanzo di fantascienza, che adoro. Anche se non mi do mai un tema. Amo
scrivere anche per quello. Non so quale storia ci sarà, come sarà strutturata e come finirà. Un
racconto o romanzo deve nascere e svilupparsi da solo. Io ci ho messo sette anni, tra vari impegni e
blocchi dello scrittore a finire il libro. E non avrei mai creduto di arrivare a questo punto, al punto di
fare un’intervista. Ora sono qui a parlare del mio lavoro, chissà cosa riuscirò a fare domani. Sul sito
di bookabook ho detto che questo romanzo è stato una sorpresa, è vero. Riuscire a supportare un
romanzo tanto lungo e dargli un senso dall’inizio alla fine? Nel mio piccolo è stata un’impresa. Ma
ce l’ho fatta, e spero che piacerà anche a chi lo leggerà.

Ringraziamo Silvia Galani per la disponibilità augurandoti un grosso in bocca al lupo per il tuo romanzo.
David Usilla

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