Intervista a Rossana Vaudo – Luna Nuova – Dialoghi edizioni

Intervista a Rossana Vaudo – Luna Nuova – Dialoghi edizioni

Abbiamo da poco recensito “Luna Nuova” (Dialoghi) di Rossana Vaudo e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con lei per parlare, naturalmente, del suo ultimo libro e farci raccontare qualcosa dei suoi futuri progetti

Buongiorno Rossana, grazie per aver accettato di chiacchierare con noi. Mi permetto di darti del tu se per te, ovviamente, non è un problema:

  • È la prima volta che ti recensiamo e che quindi abbiamo il piacere di intervistarti. Prima di conoscere Rossana Vaudo scrittrice ci piacerebbe sapere qualcosa di più di Rossana Vaudo donna. Ti va di raccontarci qualcosa di te per conoscerti meglio?

Buongiorno e grazie di cuore per l’attenzione dedicata al mio romanzo. Risponderò con molto piacere alle vostre domande e inizierò provando a presentarmi, anche se mi è sempre molto difficile definirmi o identificarmi con un ruolo. Posso dirvi che oggi, qualunque sia quello che svolgo, di madre, di insegnante, di scrittrice, di fotografa o semplicemente di donna, cerco sempre di essere me stessa e di trovare un equilibrio tra i due fattori che hanno da sempre influenzato le mie scelte, il senso del dovere e di responsabilità da una parte, e la passione dall’altra.

Sono originaria di Gaeta, la meravigliosa cittadina del Lazio alla quale si legano i miei ricordi più belli, legati ai suoi paesaggi, che a volte ho rievocato nel romanzo, e alla mia infanzia; sono cresciuta vicino ai nonni materni, trascorrevo interi pomeriggi a giocare nel loro giardino, e ogni giorno, dopo aver finito di lavorare nell’orto, mio nonno mi dedicava il tempo di un racconto. Mi parlava di episodi della sua gioventù o vissuti durante la guerra, attraverso i quali mi ha trasmesso non solo frammenti di storia, ma anche valori importanti come il ripudio di ogni forma di violenza e sopraffazione e il rispetto per la natura.

Dopo la maturità classica ho deciso di studiare Geologia, a Napoli, proprio per assecondare il mio desiderio di stare all’aria aperta, di esplorare e di salvaguardare l’ambiente. L’insegnamento allora non faceva parte dei miei piani per il futuro, ma dopo la prima esperienza quasi casuale ho sentito un’affinità innata per questo tipo di professione e ho deciso che sarebbe stata la mia strada, sebbene non l’unica. Scrivere, fotografare e dipingere restavano infatti le mie passioni fin da bambina, che ho conservato intatte con la certezza che prima o poi avrei ritrovato lo spazio e le energie per riappropriarmene. E così è stato. Oggi insegno Scienze nel Liceo scientifico di Termoli, dove vivo con i miei due figli, un gatto e un cane, che si è aggiunto da poco alla famiglia… un’ispirazione legata alla scrittura del romanzo.

  • Come è nata l’idea di scrivere questo libro?

Direi che non c’è stato un vero e proprio progetto inziale. Tutto è partito da un testo scritto durante una nottata insonne, attraverso il quale cercavo di dare sfogo alla rabbia suscitata in me da un episodio di cronaca. Il giorno dopo l’ho pubblicato su Facebook: ho ricevuto così tanti messaggi che mi invogliavano a continuare, che ho avuto la sensazione fosse giunto il momento di realizzare uno dei miei sogni nel cassetto e così, partendo proprio da quell’episodio, sono andata avanti. Stavo attraversando inoltre un periodo particolarmente difficile e ho avvertito come la scrittura avesse su di me un forte potere terapeutico: calarsi in un personaggio e tradurre in parole le sue emozioni, i suoi sentimenti o i suoi stati d’animo, interpretare le sue scelte, mi dava la possibilità di comprendere meglio anche me stessa.

  • La trama si sviluppa su due narrazioni parallele che si congiungono solo sul finale. Avevi già in mente questa struttura oppure è venuta nel corso della stesura del romanzo?

Sembrerà strano o difficile da comprendere, ma non sono stata io a guidare la scrittura, bensì il contrario. Avvertivo la necessità di collegare passato e presente, tenendoli nello stesso tempo separati e da qui è nata l’idea di una struttura articolata attraverso episodi paralleli, che si svolgono esattamente a quarantotto anni di distanza, quarantotto come gli anni che avevo appena compiuto quando ho iniziato a scrivere.

  • Hai scritto Luna Nuova pensando di rivolgerti idealmente a chi?

La protagonista del romanzo, Ivana, sostiene frequenti dialoghi interiori: è stato come parlare con me stessa, ricavare, attraverso i pensieri di Ivana, considerazioni e risposte che da tempo cercavo. Ma è non solo a me stessa che mi sono rivolta: ho immaginato di farlo a tutte le donne, per lo meno quelle che almeno una volta nella vita si sono sentite vittime, di violenza, di una condizione di necessità, di un pregiudizio.

  • Quando hai pensato alla luna hai anche preso in considerazione il suo lato oscuro?

Della luna ho pensato alla sua ciclicità: la luna nuova è la fase in cui questa sembra mancare dal cielo notturno, ma in realtà sta solo rivolgendo a noi la faccia non illuminata. Rappresenta un momento di buio, in cui vengono a mancare i riferimenti e trovano spazio l’angoscia e la disperazione, ma nello stesso tempo simboleggia la rinascita: se si ha il coraggio di affrontare quel buio, quando ci si rende conto che non c’è ormai altro da perdere, la luna prima o poi riappare ed inizia la sua fase crescente. Il riferimento al titolo c’è nel primo episodio della storia più antica, che si svolge il 14 febbraio 1944 e racconta di una famiglia, che tra paura e speranza, cerca l’aiuto del buio, della luna nuova, per intraprendere la sua fuga verso i territori già liberati dagli alleati.

  • Se dovessi dare una colonna sonora a questo libro, quale sarebbe la playlist che sceglieresti?

Mi piace particolarmente questa domanda, perché non ti nascondo che più volte sono stata attraversata dall’idea che il mio romanzo potesse diventare un film, o uno sceneggiato televisivo.

Inoltre, attraverso la scrittura ho cercato di coinvolgere tutti gli organi di senso e la musica è sempre stata, anche per me che scrivevo, un costante sottofondo. Non mi è difficile quindi pensare a una playlist.

Non potrebbe mancare “21 guns”, dei Green Day: penso rappresenti bene la tensione emotiva, la disperazione che vive Ivana e che viene descritta nella scena di apertura del romanzo, quando lei si trova di fronte a una scelta decisiva quanto dolorosa, che potrebbe cambiarle per sempre la vita.

Invece alla fuga disperata dalla guerra e dalle persecuzioni naziste, abbinerei una musica più delicata, me nello stesso tempo fortemente espressiva, come “Morte di un soldato” di Ennio Morricone.

Agli amori difficili, sofferti, si legano poi “November rain” dei Guns’n Roses e “Everybody hurts” dei R.E.M., che ho citato anche nel romanzo, ai quali aggiungerei “Girl you’ll be a woman soon” di Neil Diamond e “Every breaking wave” degli U2.

Luna nuova parla anche di miseria, di emigrazione, del distacco dalla propria terra e dalla propria famiglia di origine; così come non pensare a “Connola senza mamma” di Massimo Ranieri o ad “Amara terra mia” di Domenico Modugno?

Per la scena finale non potrei che scegliere “Fix you”, dei Coldplay, che racchiude nel testo lo stesso messaggio di speranza con il quale ho deciso di terminare il romanzo: non è mai troppo tardi per riprendere tra le mani la propria vita e provare ad essere felici.

Grazie mille a Rossana Vaudo per la disponibilità e arrivederci a presto sulle pagine de I Gufi Narranti.

 

David Usilla

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