INTERVISTA A MARTINO SGOBBA – “GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI” – DIALOGHI EDITORE.

INTERVISTA A MARTINO SGOBBA – “GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI” – DIALOGHI EDITORE.

Abbiamo da poco recensito “Gli ultimi saranno i primi”, scritto da Martino Sgobba, edito da Dialoghi Editore e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autore. Buongiorno, grazie essere passato a trovarci, possiamo darci del tu?

 

  • Qual è il tuo rapporto con la religione?

Non sono credente, ma considero il tema religioso ineludibile per tutti gli uomini e, più in particolare, ritengo che la tradizione giudaico-cristiana sia a fondamento della civiltà occidentale a prescindere da eventuale adesione di fede.

  • Perché hai scelto questo simpatico gioco di, possiamo dire, equivoco tra i richiami religiosi e la scuola?

Per due motivi: a) davvero alcune questioni scolastiche sono intricate e stratificate come le questioni teologiche; b) il riferimento alla religione, al fine di generare l’effetto umoristico, ha consentito di ricorrere a confronti  e paragoni spiazzanti.

 

  • Cosa pensi della DAD?

La DAD è stata una scelta obbligata e, in positivo, ha causato una straordinaria accelerazione dell’acquisizione di competenze tecnologiche da parte dei docenti. Tali abilità  saranno molto utili quando si ritornerà pienamente  alla didattica in presenza e quindi alla vera e autentica relazione fra docenti e discenti. Posso aggiungere che la DAD è molto faticosa per gli insegnanti scrupolosi; per gli altri è una comoda occasione per fare meno del poco  che già offrivano.

 

  • Qual è ora la funzione della scuola? È sempre la stessa di un tempo?

Io sono entrato nel mondo della scuola nel 1980; da allora la scuola ha avuto sempre meno il compito di curare l’istruzione e sempre più quello di educare e formare. L’esito è sotto gli occhi di tutti: senza istruzione non ci sono nemmeno educazione e formazione. Per questo motivo, oggi la scuola scontenta tutti ed è scollegata dalle vere esigenze individuali e anche da quelle socio-economiche.

 

  • Come nasce l’idea per il tuo libro?

Dopo il pensionamento, ho avuto bisogno di dire tutto ciò che non era opportuno dire essendo in servizio. Ho voluto soprattutto stigmatizzare il ruolo assolutamente negativo dei sindacati scolastici, ostili a ogni riconoscimento delle distinzioni di merito fra i docenti e a ogni miglioramento del sistema di reclutamento. Inoltre, si scrive molto sulla scuola e anche in modo per lo più noioso; pertanto ho pensato di  far riflettere in modo divertente.

  • La scelta di inserire nove racconti è casuale o si rifà anch’essa alla sacralità del numero nove?

È  stata casuale, ma la scrittura ha le sue vie imperscrutabili e quindi magari mi ha segretamente indirizzato a costruire una novena di lettura: un racconto al giorno per nove giorni.

  • Stai lavorando a qualche nuovo progetto?

Sto lavorando a un nuovo romanzo “serio”, ma, a ben considerarlo, anche ricco di molti riferimenti alla religione.

 

Grazie mille per la disponibilità, arrivederci a presto sempre sulle pagine de I Gufi Narranti.

Matteo Melis

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