INTERVISTA A MARIDA PIEPOLI – DAR FUOCO ALL’ACQUA – LES FLANEURS

INTERVISTA A MARIDA PIEPOLI – DAR FUOCO ALL’ACQUA – LES FLANEURS EDIZIONI.

Abbiamo da poco recensito “Dar fuoco all’acqua”, scritto da Marida Piepoli, edito da Les Flaneurs e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autrice. Buongiorno, grazie di essere passata a trovarci, possiamo darci del tu?

Ciao, certo che possiamo darci del tu!

  • Come nasce l’idea di scrivere il libro?

Questo libro costituisce il primo di tre nuclei tematici sui quali è incentrato il mio percorso di riflessione e ricerca come donna, lettrice ed insegnante. Dar Fuoco all’acqua è dedicato alla ricerca della libertà di scelta e autodeterminazione, anche sentimentale, nonostante le aspettative e i condizionamenti sociali e culturali di cui siamo imbevuti sin dalla nascita, che spesso occultano i nostri reali desideri e bisogni.

  • Il tuo romanzo potrebbe sembrare un romanzo d’amore ma io preferisco definirlo un romanzo di formazione, tu quale definizione preferisci?

Anch’io preferisco definirlo un romanzo di formazione. L’intento era proprio quello di raccontare l’evoluzione della protagonista, Claudia, la sua maturazione, seppur tardiva, da ragazza traumatizzata ed inibita, schiava di tanti preconcetti, a donna libera, coraggiosa e determinata, dapprima in modo inconsapevole, man mano in maniera sempre più cosciente e centrata. È anche un romanzo d’amore, certo. L’amore permea tutta l’esistenza degli esseri umani ed è il sentimento più formativo di tutti, ci mette alla prova, ci ferisce, ci eleva, ci fa riflettere, ci fa prendere decisioni, ci porta a scendere a patti con noi stessi. A volte distrugge, altre costruisce. Sicuramente è uno dei fattori fondamentali della nostra esistenza.

  • Perché hai deciso di ambientare la tua storia lontano dalla città?

Sono stata a Papasidero per un weekend tre anni fa. L’intenzione era di trascorrere qualche giorno immersa nel verde a fare nulla dopo un periodo molto difficile. Mi ha colpita il fatto che inizialmente mi sembrava un paesino in mezzo al nulla con niente da offrire a parte lo spettacolo di una natura incontaminata e selvaggia. Ho pensato che fosse un posto adatto ad una fuga e ho deciso che sarebbe diventata l’ambientazione giusta per la prima parte della storia che volevo raccontare. Simbolicamente nella storia è la terra di mezzo che pone distanza dal passato, il luogo in cui tutto diventa possibile e plausibile.

  •  Marida Piepoli Qual è il tuo rapporto con la musica?

Fa parte della mia vita, non potrei vivere senza. È abitudine, terapia, conforto e anche mezzo espressivo, perché mi aiuta a decifrare e rendere su carta le emozioni quando mi mancano le parole. Allora metto le cuffie, chiudo gli occhi e ascolto. Le immagini pian piano emergono ed io le metto per iscritto. La musica mi muove corde profonde, come se una mano mi strizzasse dall’anima tutto ciò che ho dentro.

  • Fedez, in una sua canzone dice “… la vita senza amore dimmi tu che vita è …”, tu cosa ne pensi?

Che ha ragione quando continua e dice che “la vita senza amore non gli farà mai bene!” Scherzi a parte, sono convinta che una vita senza amore è impossibile da pensare. L’amore ci dà spessore, ci rende senzienti, ci riporta al nostro nucleo più profondo. Ci regala una cosa per me importantissima: l’alterità, la considerazione e la cura per qualcuno che è altro da noi, facendoci andare oltre l’egoismo e l’egocentrismo. L’amore ci fa crescere.

  • Qual è il tuo autore preferito?

Ho più di un autore preferito. La mia prediletta è Isabel Allende, la visionaria del mio cuore, per le sue eroine indomite e coraggiose che, nonostante cadute rovinose, violenze e disavventure varie, riescono a non sporcare mai la loro anima sacra, per il realismo magico delle sue storie in cui è credibile anche l’incredibile, per la sua biografia rocambolesca, perché a ottant’anni scrive, sogna ed ama ancora con passione. Ancora c’è Camilleri, per il coraggio di aver scelto di scrivere in siciliano e per aver delineato un personaggio come Montalbano che resta uno dei miei maschi letterari preferiti. E poi ci sono i thriller psicologici…la mia passione/ossessione. Perché in ognuno di noi esiste un lato in ombra, tutti abbiamo almeno un segreto che non confesseremmo mai a nessuno, perché la paura, come l’amore e la morte fanno parte della vita e perché il nero è il mio colore preferito. Tra i preferiti: Stephen king dal profondo delle mie oscure fantasie giovanili, Thomas Harris per la costruzione psicologica di un personaggio inquietante e seducente come Hannibal Lecter e tra gli italiani Carrisi, per lo stile narrativo internazionale dei suoi romanzi, anche quelli ambientati in Italia.

 

  • I lettori possono sperare in un seguito del tuo romanzo?

Proprio un seguito no, non amo i seguiti, però posso anticipare che è nei progetti un  romanzo in cui l’altro nucleo tematico sarà la ricerca della salute, mentale e fisica…e vedrà come co-protagonista uno dei personaggi di Dar fuoco all’acqua a cui sono affezionata. Stop.

 

Grazie mille  a Marida Piepoli per la disponibilità, arrivederci a presto sempre sulle pagine de I Gufi Narranti.

 

Grazie a te per avermi posto queste belle domande e a presto!

Sabina Bernardis

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