Intervista a L.G. Barone – Maledizione Gonzaga – Newton Compton
Abbiamo da poco recensito “Maledizione Gonzaga” (Newton Compton), ultima fatica letteraria di G.L. Barone. È ormai una piacevole consuetudine ospitare questo autore e le chiacchierate con lui sono sempre occasioni di crescita e di conoscenza. Per me è un onore ed un privilegio poter parlare ancora una volta con lui
Buongiorno G.L. Barone, grazie per essere venuto a trovarci ancora una volta e per aver accettato di rispondere ancora alle nostre domande
Grazie a te per avermi invitato. Ormai mi sento a casa 🙂
- Quando, qualche anno fa, chiacchierammo a proposito del tuo “Cospirazione Gonzaga” (Newton Compton), mi parevi scettico sul fatto che avremmo rivisto in tempi brevi all’opera De Tatti, Bianca Donati e Ranuccio Gallerani. Tuttosommato invece sono tornati ad emozionarci con le loro avventure abbastanza presto. Cosa è cambiato rispetto ad allora?
Se guardiamo al tempo trascorso di soli 3 anni (Cospirazione Gonzaga è del 2021 mentre Maledizione del 2024) in effetti hai ragione tu: non è passato molto. In realtà però, in mezzo ai 2 libri c’è molto, sono usciti nell’ordine Il falso Messia (2022), L’eredità degli Sforza (2023) e Minaccia Globale, sempre del 2023. Quindi in realtà per me non è che i due libri siano particolarmente vicini 🙂 A ogni modo, l’importante è che sono riuscito a scrivere una storia adatta a quei personaggi.
- Spesso i thriller storici vengono ambientati nel Medioevo. Come mai, secondo te, questo periodo storico suscita tanta attenzione?
Il medioevo simboleggia il mistero e quindi è un periodo adatto a raccontare storie mystery o gli stessi thriller. Dal canto mio ho sempre preferito altri periodi, dal settecento della saga dell’alchimista di Venezia, al Quattrocento degli Sforza al Cinquecento dei Gonzaga, tutti periodi che storicamente hanno eventi più noti e documentati.
- Secondo te quali sono gli errori da non fare se si vuole scrivere un buon thriller storico?
Arrivare impreparato sul periodo in cui si sceglie di ambientare il libro. Se si tratta di una storia in cui compaiono personaggi reali, bisogna stare attenti che in un certo luogo e in una certa data i personaggi ci fossero e fossero nella condizione in cui il libro li racconta. Bisogna evitare di collocare di Carlo Magno imperatore nel 750, così come di Cristoforo Colombo nel 1592. Se invece il non ci sono personaggi reali, è sufficiente prestare attenzione al contorno della storia, perché spesso i dettagli fanno la differenza: quindi no energia elettrica nel 1720, no automobili nel 1820 e così via.
- Mantova è per la seconda volta protagonista di un tuo libro e devo dire che la racconti molto bene. Oggi, secondo te, questa città riesce a restituire al visitatore la magnificenza che fu? Tu che rapporto hai con questa città?
Mantova è un gioiello inestimabile e sebbene sia percepita da alcuni come qualcosa di meno importante rispetto a Roma, Venezia o Firenze, ha moltissimo da offrire. Nei miei libri cerco sempre di descrivere i luoghi o le opere che cito in modo fedele, perché anche questo è un modo per invogliare i lettori che non la conoscono ad andarci. E se ci vanno, poi si innamorano come me dal momento in cui vedono lo skyline fatto di torri e cupole al di là del lago.
- Tu sei un autore davvero molto prolifico, e nonostante questo riesci a mantenere molto alta la qualità dei tuoi libri. Come riesci a mantenere questi ritmi e questi standard?
Non è sempre vero purtroppo, perché spesso commetto sviste che poi vengono sistemate in corner, ma ti ringrazio. Scherzi a parte, io sono così, quando scrivo mi butto totalmente nella scrittura e cerco di fare del mio meglio. A volte ci riesco altre volte meno, ma l’impegno è sempre uguale.
- C’è un personaggio storico di cui ancora non hai scritto ma che ti piacerebbe avere come protagonista di un tuo libro?
Ti rispondo onestamente di no, perché i personaggi storici reali nei miei libri sono sempre il contorno della storia. Amo raccontare di persone normali che poi i casi della vita rendono protagonisti. È un po’ come se io raccontassi una storia parallela che si svolge nella stanza accanto alle stanze dei bottoni. Mi piace far scorrere le mie vicende accanto a quelle reali, per fornire visioni su ciò che potrebbe essere successo attorno a un certo fatto storico. Il caso di maledizione Gonzaga è emblematico: la trattativa diplomatica con Milano è esistita davvero e non è mai andata in porto. Ho provato a immaginare le ragioni…
- Oltre alla scrittura quali sono i campi di interesse di G. L: Barone ?
Ne ho molti: mi interesso di politica, che pratico a livello locale, mi interesso di economia e soprattutto mi piace la musica. Alcuni probabilmente conoscono il mio ultimo gruppo gli Imperivm, una band metal in cui suono il basso e i cui testi parlano della storia dell’antica Roma.
- Come ho detto prima tu sei uno scrittore molto prolifico e quindi ti immagino già all’opera su nuovi progetti letterari. Ci puoi anticipare qualcosa?
Sto ultimando il primo libro di una serie nuova, qualcosa di avventuroso alla ricerca di tesori. È pensata come una serie di libri indipendenti ma Il primo libro potrebbe vedere la luce già nel 2025. Contemporaneamente sto facendo ricerche per un progetto più complesso, ambientato nella Roma Repubblicana. Ma questo richiede più impegno e quindi non so se prima ci saranno altri libri che riprendano personaggi già visti (qualche idea in testa ce l’ho. Vedremo).
Grazie mille a G.L. Barone per essere stato nuovamente nostro graditissimo ospite e naturalmente non vediamo l’ora che ritorni a trovarci
Grazie mille a voi per avermi ospitato e agli amici lettori che ci hanno letto. Alla prossima.
David Usilla