Intervista a Guido Sgardoli – Grigi – DeA edizioni

INTERVISTA A GUIDO SGARDOLI – I grigi – DeA Edizioni

 

Salutiamo Guido Sgardoli, gradito ritorno sulle pagine de I Gufi Narranti. Lo abbiamo incontrato mesi fa assieme al suo “Socio” Manlio Castagna con il quale ha scritto lo splendido “Le belve” di cui abbiamo fatto la recensione e ne abbiamo parlato con loro in un’ intervista.

Oggi siamo in compagnia solo di Guido Sgardoli e del suo libro “I grigi” lavoro precedente a “Le belve” ma scritto “in solitaria”.

Non ci dilunghiamo con i dettagli sul romanzo che potete trovare nella recensione e passiamo a chiacchierare con l’autore: Guido Sgardoli.

Ciao Guido, grazie per essere tornato a trovarci. Se i pochi che non ti conoscono andassero a vedere sul web la tua carriera di scrittore, si toglierebbero il capello dalla testa al tuo cospetto e se non ne avessero uno, dovrebbero correre a comprarlo per toglierselo. È chiaro che la scrittura ce l’ha nel sangue.

 

Grazie a voi per la bellissima accoglienza e per avermi ospitato nuovamente.

 

  • I tuoi romanzi rientrano, secondo le classifiche tradizionali, alla categoria “romanzi per ragazzi” ma esiste davvero un libro che sia solo per ragazzi?

Probabilmente esisterà. Al momento, però, non me ne viene in mente nessuno. Se escludiamo dalla lista i libri chiaramente per piccoli (ovvero fino agli 11-12 anni), poi il confine si fa sempre più indefinito. In fondo, nel passato, molti libri per ragazzi sono diventati dei classici anche per adulti e molti libri pensati per adulti sono stati adottati spontaneamente dalla letteratura per ragazzi. Penso a grandi autori come Salgari, Twain, Verne, Carroll, Stevenson, Louise May Alcott, Swift e, più recentemente, Calvino, Gaiman, Grossman, fino a Stephen King.

 

  • I grigi è un romanzo di fantascienza quindi la domanda è scontata, credi nell’esistenza degli U.F.O.?

Mi sono occupato per tanti anni di ufologia e da ragazzo speravo davvero di incontrare un extraterrestre. In realtà, ciò che chiamiamo U.F.O. (o O.V.N.I. in italiano) sta per Oggetto Volante Non Identificato. Tutto qui. Quindi può essere un pallone sonda, un satellite, un aereo spia militare, qualsiasi cosa che non conosciamo ma che non deve necessariamente avere un’origine terrestre. So per certo che esistono avvistamenti di oggetti volanti non identificati che non hanno ancora trovato spiegazione (fonti dell’Aeronautica Militare). Asserire però che quegli UFO possano essere civiltà extraterrestri in visita al nostro pianeta è tutta un’altra cosa. Io credo che esistano delle forme di vita aliene nel nostro universo (tutti gli scienziati, anche quelli più scettici lo dichiarano apertamente; è una legge statistica); tuttavia non credo che le luci o le cose strane che ogni tanto crediamo di vedere nei nostri cieli siano di origine extraterrestre.

 

 

  • La tua scrittura fluida e accattivante ha passaggi profondi che fanno decisamente riflettere, hai mai valutato di scrivere un romanzo “per adulti”?

Vale quello che ho detto prima: non c’è una linea netta di demarcazione tra libri per giovani adulti e per adulti fatti e compiuti. Spesso, a fare da muro, è il pregiudizio di certi adulti, che reputano la letteratura per ragazzi di serie B e dunque non meritevole di attenzione. Nei primi anni del 1900, Giuseppe Lombardo Radice, filosofo e pedagogista italiano all’avanguardia, diceva che “È un buon libro per ragazzi quello che può essere gustato, senza restrizioni e riserve, anche dagli adulti”. Molti miei romanzi, come I giorni della ruota, Piccolo Capo Bianco, The frozen boy, Il giorno degli eroi, The Stone, Le belve, I giorni segreti dell’Imperatore, L’isola del muto, si muovono esattamente in quella terra di confine. Comunque ho scritto anche un giallo storico destinato prevalentemente al pubblico adulto che si intitola Rosso Veneziano.

 

 

  • Nel romanzo “I grigi” i due giovani protagonisti sono alle prese, oltre che con il “mistero”, anche con la stravaganza dei propri parenti. Da dove nasce lo spunto per la mamma iper salutista?

 

È una mamma salutista ante-litteram, dal momento che la vicenda si svolge negli anni ’80 e il biologico e l’attenzione per l’ambiente erano ancora una cosa nuova, soprattutto in l’Italia. Mi piaceva l’idea di precorrere i tempi e piazzare nella storia un personaggio proiettato verso il futuro, che vedesse sotto una cattiva luce gli “esperimenti” del padre di Angelo.

 

  • Come mai hai scelto proprio Casazza per ambientare il tuo romanzo?

 

Casazza è un paese inventato, non esiste. Prende spunto però dai paesini del Cadore nei quali, da ragazzo, passavo le estati.

 

 

  • Chi ti segue sa che Edgar Allan Poe è uno dei tuoi primi amori letterari. Io ci ho trovato molto di Stephen King, sbaglio?

 

Una volta che ti imbatti in King e lo apprezzi, è difficile che la sua influenza non si faccia sentire se sei un autore. Questo non significa copiarlo, ovviamente, ma appoggiarsi alle sue stesse atmosfere, raccontare la normalità delle persone e poi toccare con mano lo spostamento da quella normalità, che è il vero effetto perturbante della letteratura di King. Il mio omaggio al Re lo si vede soprattutto in The Stone. Sono anche stato due volte a Bangor, nel Maine, a casa sua, ma non sono mai riuscito a farmi aprire! Non scherzo!

 

  • Ogni tuo libro è un successo di critica e premi. C’è un’idea per un romanzo che hai da tempo in testa ma che non riesci a mettere a fuoco?

 

Al momento, tra libri pubblicati e in via di pubblicazione, direi che quello che volevo fare e dire l’ho fatto e detto. Tra poco uscirà un nuovo romanzo che parte dalla fantascienza (un viaggio nel tempo) per approdare alle nostre vite quotidiane, fatte di scelte, giuste o sbagliate, e di occasioni a volte perdute. Poi sarà la volta di un giallo con qualche fantasma, una storia che è molto autobiografica, non tanto per i fantasmi, ma per la vita che racconto intorno al protagonista, cioè quella della mia adolescenza. E infine, l’anno prossimo, un thriller psicologico con un gioco di ruolo di mezzo (altra mia vecchia passione). Quindi, come vedete, c’è molta carne al fuoco!

 

 

  • Attualmente vanno molto di moda le serie, anche nei romanzi. Alla luce di questo, “I grigi” potrebbero avere un seguito?

 

Il finale de I Grigi lascia aperta una porta ad un seguito. Chissà. Per il momento non è previsto. Alcuni produttori si sono recentemente interessati proprio a questo libro e magari, in futuro, potrà diventare anch’esso una serie tivù. Di The Stone e Le belve sono già stati acquistati i diritti cinematografici.

 

  • Cosa potresti consigliare a chi vuole provare a farsi conoscere in campo letterario?

 

Primo di leggere tanto e di tutto. Poi di fare tanta pratica, scrivendo generi diversi, provando stili diversi. Alla fine, quando ci si sente pronti e si ha una buona storia in mano (e ben scritta), spedirla a un editore. Gli editori sono sempre alla caccia di buone storie e nuovi scrittori, hanno tutti i motivi per leggere i manoscritti che vengono inviati. Mai e dico mai pubblicare a pagamento: ci si sente gratificati, ma nessuno ha potuto dirci se il nostro lavoro vale veramente qualcosa o no.

 

 

  • Visto che al momento sei in giro con Manlio Castagna per promuovere “Le belve” vuoi darci un calendario delle presentazioni/firmacopie?

 

Purtroppo non molto, dati i tempi di pandemia. Sarò il 16 settembre a Tresigallo (la “casa” de Le belve) e il 4 ottobre al festival Passalaparola a Modena, sempre per parlare de Le belve.

 

Ringraziamo ancora una volta Guido Sgardoli  per la simpatia e disponibilità, arrivederci a presto sulle pagine de I Gufi Narranti.

Grazie a voi e io vi do il mio arrivederci sulle pagine dei miei libri (il prossimo esce il 20 ottobre e si intitola Anomalya)!

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