INTERVISTA A GINO MARCHITELLI – L’ASSENZA – RED DUCK EDIZIONI

INTERVISTA A GINO MARCHITELLI – L’ASSENZA – RED DUCK EDIZIONI

Ciao Gino, grazie per essere tornato a trovarci. Approfitto per chiederti scusa per il ritardo con il quale ho recensito il tuo libro “L’assenza” del quale vorrei parlare ora un po’ con te.

 

  • Da quanto tempo pensavi a una storia così?

Non pensavo ad una storia così forte, avrei voluto scrivere sul tema della violenza di genere ma cercando di smontare lo stereotipo maschilista che cerca sempre di mettere in qualche modo “sotto accusa” la donna nei casi di violenza e stalking, come vediamo nelle inchieste, nei processi e sui giornali. Allo stesso tempo desideravo provare a raccontare anche la “deriva” psicologica di un uomo assolutamente normale e teoricamente “brava persona” di fronte alla perdita di un grande amore, non il solito uomo che esprime e vuole affermare il proprio potere sull’amata, ma uno che al contrario, anche razionalmente, è pronto ad accettare anche di essere lasciato, pensando che teoricamente starà  male ma che potrà sopportare la “perdita” in modo civile,  INVECE non riuscirà a fare i conti con il buco nero che è presente, vivo e cova sotto la cenere di ogni uomo. Poi è accaduto che due persone a me vicinissime abbiano davvero vissuto una grande storia e una seguente grande disgrazia e “ho visto” la trasformazione di entrambi, li ho seguiti, ho anche tentato di intervenire ma la vicenda [ancora in atto oggi] ha preso una piega terribile e ho tentato di raccontarla in questo romanzo.

Mi interessava molto scandagliare gli aspetti psicologici e incontrollabili di ognuno dei due, l’accettazione dei luoghi comuni di lei, l’ipocrisia di lui, la falsità di lei ecc.ecc. tutto quello che il lettore ritrova nella storia.

  • Ci sono dei passaggi nel libro di alto coinvolgimento emotivo, ti sei emozionato tu stesso a scriverli oppure è un effetto riservato a chi legge?

Veramente mi sono talmente immedesimato in alcuni pezzi – anche perché come dicevo prima conosco le persone che stanno vivendo questo disastro – che ho anche pianto e vissuto emozioni fortissime…

  • Non temi che, essendo tu un milanese, il tuo romanzo possa essere accusato, in qualche modo, di razzismo?

Non credo. Solo una lettura superficiale potrebbe cadere in questo tranello, in realtà tratteggio un personaggio maschile “del nord” complicato, che pur essendo emancipato si comporta ad un certo punto da maschilista… così come il prof. Palermo [meridionale n.d.r.] è invece intelligente, comprensivo, capace di intuire e tenta di aiutare non amando – da meridionale – le convenzioni che tengono lontana la sua amante. Anna la protagonista è vittima e carnefice allo stesso tempo perché è vittima dei luoghi comuni che però infrange e distrugge vivendo “una seconda vita” al nord con Paolo e carnefice di se stessa in virtù di una teoricamente incomprensibile incapacità di affrontare la verità e scegliere la felicità. Eppure è emancipata, colta, intelligente, ha fatto teatro e dove va a finire quando le si rompe il “giocattolino” della vita su due binari paralleli? Chi leggerà il romanzo troverà forse le risposte. Credo che un po’ di persone, ad una lettura superficiale, potrebbero pensare che è una storia troppo critica nei confronti di una certa visione siciliana della famiglia, in realtà – e io sono di origini meridionali e ben conosco le dinamiche – i rapporti interpersonali, le meschinità e l’ipocrisia sono ben presenti in certe famiglie. La famiglia di Anna è una famiglia marcia fino al midollo ma vuole apparire sana e pulita, cosa che non è. Io ho deciso di tentare un’impresa difficilissima, quella di guardare e far guardare la relazione clandestina tra i due protagonisti da un osservatorio esterno, non mettendo per niente le mie opinioni, ma lasciando narrare i fatti e purtroppo è molto veritiero. Magari Anna avesse avuto il coraggio non tanto di rompere con la famiglia, marito e tradizioni, ma rompere la catena dentro di sé che le impedisce di prendersi la felicità. Mi dispiace molto per Anna, molto.

  • Che differenza credi ci sia a livello culturale tra il tradimento maschile e quello femminile? E quante responsabilità hanno le donne che ancora su questo aspetto non sono riuscite a emanciparsi?

Per fortuna di donne emancipate ce ne sono tante, grazie ai grandi movimenti di lotta e femminismo degli anni ’60,’70 e anche poco più avanti, oggi abbiamo il revisionismo micidiale che i conservatori, gli antiprogressisti, i fascisti e fascistoidi e i cattolici radicali stanno utilizzando per distruggere ogni conquista ottenuta dal movimento delle donne. L’ignoranza culturale dilagante sta facendo il resto, vedo donne che si scagliano con una tale violenza nei confronti di altre donne emancipate che non riesco ancora a capire dove si potrà andare a finire. Di certo quando vedo che in Umbria, la giunta Regionale a traino leghista, attacca anche il diritto all’interruzione di gravidanza penso che sia ora che rinasca un forte movimento interclassista e diretto dalle donne per spazzare via queste streghe del terzo millennio che hanno in testa solo il rogo per altre donne come loro. Che schifo. Sul tradimento in generale non sono il tipo da opinione fredda e “certa”, credo che sia molto difficile resistere alle “tentazioni” quando il cuore comanda davvero. Io cerco di osservare il mondo in termini paritari anche sul tema del tradimento, culturalmente la nostra società sta arretrando anche su questa parte del vivere comune, non si capisce perché se un uomo tradisce è quasi “assolto” dalla morale comune perché “si sa che il maschio non è in grado di controllarsi” mentre la donna è subito equiparata ad una prostituta o comunque a una persona poco seria. Io credo che il sesso, l’amore e l’affetto sia sentimenti talmente alti e personali che non possono rientrare in schematizzazioni tradizionali, mi trovo più a mio agio pensando alle culture nordiche dove il “possesso” dell’altra persona non è previsto. Per finire ed essere chiaro, altrimenti si potrebbe dire “certo tu dici così perché non ti è mai successo oppure non hai mai amato”… ebbene vi svelo che a me è successo di essere stato tradito ma per una visione mia della vita e dei rapporti con un fondo e una matrice libertaria ho sofferto sì tanto… ma ho lavorato su me stesso e sono anche riuscito a superare quella fase pur rimanendo ancora per molto tempo dopo con la stessa persona. Non si può esprimere una regola, ammiro sempre e comunque chi vive nella chiarezza e al momento opportuno dice la verità e sceglie. CONSAPEVOLMENTE.

  • Visto che sei cantautore oltre che scrittore hai mai pensato di creare tu le canzoni di sottofondo per il tuo libro invece di ricorrere alle canzoni degli altri?

Sì ci sarebbero anche canzoni adatte per molte mie storie ma non voglio – almeno fino ad ora – mettere nella mia produzione artistica letteraria anche quella musicale, penso che utilizzare splendidi brani di grandi autori giovi alla narrazione, i miei potrebbero essere interpretati come un “surplus” che potrebbe anche non essere capito. Per la musica ci saranno altre sedi e forse tra non molto anche un disco…

  • Mi è capitato di assistere ad alcune tue dirette sui social in cui leggevi pezzi de “L’assenza”. Hai pensato di poterne fare un audiolibro?

Sì, sto ragionando all’ipotesi dell’audio libro, quando avrò più tempo qualitativamente giusto ci proverò, ma l’audiolibro ha bisogno intanto di diventare un grande “riassunto” della storia – altrimenti durerebbe 15/20 ore – e poi ha necessità [mio parere] anche dei rumori, dell’ambientazione con effetti sonori che devono essere cercati, identificati, provati ecc. Faccio un esempio, se il protagonista è in auto sotto un temporale e sta provando un’emozione intensa molto importante nella narrazione, ci devi mettere come sottofondo il rumore giusto di un temporale, sia esterno che percepito anche all’interno dell’autovettura… insomma, è una grande scommessa che spero prima o poi di realizzare; ma se devo farlo dev’essere professionalmente inoppugnabile e coinvolgente al massimo. Ci vuole tempo… attrezzature, professionisti…

 

Grazie per la tua disponibilità e già ti anticipo che presto ti ricontatterò per parlare del tuo saggio “Campi fascisti – una vergogna italiana”, edito da Jaca Book.

Sandra Pauletto

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