Intervista a Gianni Verdoliva – “L’appartamento del silenzio” (Fides Edizioni)

Intervista a Gianni Verdoliva – “L’appartamento del silenzio” (Fides Edizioni)

 

Gianni Verdoliva

 

Abbiamo da poco recensito “L’appartamento del silenzio” (Fides Edizioni), l’ultimo romanzo di Gianni Verdoliva che torna a trovarci per scambiare quattro chiacchiere, per parlare del suo ultimo libro, per approfondire un po i temi in esso contenuti.

Buongiorno Gianni, grazie per essere tornato a trovarci, è sempre un piacere ospitarti sulle nostre pagine.

  • Come nel precedente romanzo, Ritorno a Villa Blù (Robin Edizioni), al centro della vicenda c’è una casa che fa un po’ da catalizzatore di tutta la vicenda. Come mai hai deciso mi avere sempre un’abitazione come centro nevralgico delle storie che racconti?

Domanda molto interessante! In passato sono sempre stato affascinato dalle storie di case infestate o dimore in cui sembra avvengano fenomeni paranormali e come lettore ho sempre amato le classiche ghost stories della letteratura britannica. Credo davvero che un po’ esista una sorta di genius loci, un’anima della casa che in qualche modo comunica, conserva e trasmette storie ed emozioni; a volte capita, nella vita reale, che ci si imbatta in racconti di case caratterizzate da una certa atmosfera. Dal punto di vista narrativo, rispetto al precedente romanzo, scegliere un’abitazione come punto nevralgico della narrazione è stato assolutamente voluto, tant’è che l’appartamento diventa in effetti un personaggio del plot.

 

  • Sia nel precedente libro che in questo si parla anche di presenze sovrannaturali, di situazioni paranormali. Tu hai mai avuto a che fare con fenomeni di questo tipo? Credi nella possibilità che il sovrannaturale ed il paranormale possano in qualche modo far parte del nostro vivere?

Assolutamente si. Non posso parlare di incontri col paranormale nel senso stretto del termine, ma una serie di episodi hanno visto il mio inconscio mettermi in guardia da pericoli che poi si sono puntualmente verificati. O comunque, anche se non erano pericoli, l’inconscio mi ha permesso di cogliere segnali o “apparenti” coincidenze. Se parliamo di paranormale inteso come fenomeni, ho avuto modo di assistere a un paio di situazioni che potrebbero forse avere una spiegazione non razionale. In passato sono anche stato brevemente parte di un piccolo gruppo di ricerca (che ora non esiste più) che si occupava di esplorazioni di luoghi in cui forse c’erano fenomeni di natura non necessariamente spiegabile in termini razionali.

 

  • Uno dei protagonisti di questo tuo ultimo lavoro è il silenzio. Tu che valore dai al silenzio, soprattutto in quest’epoca in cui il silenzio praticamente non esiste più e in cui il rumore riempie le nostre orecchie nella quasi totalità del nostro vivere quotidiano?

Attribuisco al silenzio un grandissimo valore! Mi sento a volte in effetti un pesce fuor d’acqua, apprezzandolo così tanto. Eppure, il silenzio porta serenità, riflessione e, a volte magiche intuizioni. A condizione di saperlo apprezzare e di sceglierlo con consapevolezza. Non a caso, infatti, ne ho voluto fare un elemento caratterizzante del romanzo. Può essere inusuale, ma è una scelta il fatto che i dialoghi non siano numerosi. Sorrisi, abbracci, carezze, sguardi dicono tantissimo, ed è ciò che accade tra i personaggi del romanzo. C’è poi la sfida, l’impegno di tutti a cogliere e comprendere cosa si celi sotto l’apparente silenzio per arrivare alla verità profonda delle cose.

 

  • Se tu dovessi pensare ad una colonna sonora che renda giustizia a questo tuo libro che brani sceglieresti?

Sicuramente quelli che mi hanno accompagnato spesso nella stesura e che ho citato anche nel romanzo. Salento e La Grande Cascade di René Aubry e soprattutto il terzo movimento, il Presto, dell’Estate di Antonio Vivaldi, in cui la tempesta esplode irruentemente. Quest’ultimo, credo, raccoglie davvero e in pieno l’essenza del mio narrare.

 

  • Uno dei tratti distintivi della tua scrittura è quella del continuo incrocio di destini e mondi tra fluttuano tra presente e passato. Come nasce questa tua peculiarità narrativa?

Nella fase di ideazione e poi di scrittura creativa lavoro fondamentalmente per immagini; un dettaglio apparentemente insignificante si scopre poi essere centrale lungo la narrazione, funzionale a mostrare chi e perché aveva fatto tale gesto, detto o pensato la tale cosa etc. Il passato secondo me porta qualcosa di irrisolto, di misterioso che può continuare anche nel presente; colpe, tragedie, misteri o ingiustizie lasciano spesso tracce che perdurano e che devono essere accolte e capite dalle persone giuste, che vanno oltre le apparenze. Ne L’appartamento del silenzio ho voluto sottolineare proprio questo aspetto del “passato nel presente” e dal punto di vista narrativo, poi, mi piace svelare con gradualità i fatti al lettore, trovo sia intrigante.

 

  • Ogni tuo protagonista, sia positivo che negativo, presenta una grande ricchezza di sfaccettature e riesce comunque a destare l’interesse del lettore. Come nascono e come si evolvono nel corso della tua scrittura i tuoi personaggi?

Posso dire che i miei personaggi un po’ sono frutto di un lavoro a tavolino, di un’architettura precedente alla stesura, ma anche, naturalmente, di un’evoluzione successiva, che avviene al livello di stesura della narrazione; a volte, infatti, i personaggi si trasformano man mano durante la stesura, seguendo una loro vita, senza stravolgere del tutto il loro essere iniziale, ma magari aggiungendo peculiarità a cui in un primo momento non avevo pensato.

 

  • Quando scrivi un romanzo hai già chiara la trama e l’evoluzione di essa oppure lasci che la storia si evolva in corso d’opera?

Come ti accennavo poco fa, tutto il plot narrativo è chiaro nella mia mente fin dall’inizio. Ci sono poi, naturalmente, cambiamenti nella fase della stesura, parti che si aggiungono, che perdono o acquisiscono d’importanza, ma a grandi linee è tutto definito a monte.

 

  • Durante l’intervista della volta scorsa ci anticipasti già il titolo di questo romanzo. Ora hai già nuovi progetti letterari in cantiere e di cui ci vuoi anticipare qualcosa?

Al momento il mio impegno principale è l’incontro coi lettori attraverso la loro conoscenza diretta; eventi e firmacopie sono davvero un momento importante nella comunicazione con loro. Col tempo ho acquisito consapevolezza e ora mi muovo in modo più professionale rispetto agli inizi. Uno scrittore non si deve limitare solo allo scrivere ma anche a far conoscere le proprie opere ai lettori; I miei lettori amo chiamarli “lettori di cuore”: empatici, un po’ sognatori, romantici, affascinati o amanti del mistero, desiderosi di leggere storie che diano anche uno spunto per riflettere.

A ogni modo posso anticipare che ho in mente già nuove idee per nuovi romanzi…devo solo scegliere la storia giusta per me e per il mio pubblico!

Sicuramente i temi del mistero, le atmosfere arcane e una sottile vena paranormale saranno sempre presenti, così come potrei anche riproporre, in nuove storie, alcuni dei personaggi delle opere passate a cui sono più affezionato, così da intessere una specie di trama complice con chi mi legge. Nulla di immediato ma il quarto libro arriverà!

 

Grazie ancora una volta a Gianni Verdoliva per essere stato nostro gradito ospite e speriamo di ritrovarlo ancora presto qui a presentarci un suo nuovo lavoro

 

David Usilla

 

 

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