INTERVISTA A EUGENE PITCH – “ Fascination – L’insidia della bellezza”

INTERVISTA A EUGENE PITCH

Per i lettori dei Gufi, il nome di Pitch non è nuovo. Abbiamo infatti già avuto modo di scambiare due chiacchiere con lui, agli inizi del 2019 dopo aver recensito il suo hyperbook “Conception”.

Torna ora a trovarci, per parlare di lui e del suo romanzo sempre hyperbook “ Fascination – L’insidia della bellezza”.

“Ciao Eugene, grazie per essere tornato a trovarci. Iniziamo subito con le domande.

  • Da italiano che vive in una terra così lontana come quella del Giappone, cosa ti senti di dire riguardo al tema del fenomeno migratorio, che tra tra l’altro sviluppi in questo tuo libro?

Personalmente ho trovato l’esperienza di vivere all’estero come un profondo mind shift. Ho passato la mia vita a osservare gli immigrati che a poco a poco arrivavano in Italia e si integravano nel territorio. Vivevo in un piccolo paesino e, ai tempi, era assai raro incontrarli. Devo dire che però i rapporti con la comunità locale erano migliori. Ciò che una volta era genuina curiosità ora si è tramutato in diffidenza e in alcuni casi odio. L’integrazione è difficile. Già lo immaginavo prima, ma ora lo sento profondamente perché stavolta sono io l’immigrato. Sono io quello diverso. E’ un’esperienza non facile che però aprirebbe la mente a molti.

Il fatto è che da una parte si dà la, sacrosanta, libertà totale alle persone di essere se stesse, di essere diverse; e dall’altra si favorisce così la creazione di gruppi etnici o religiosi che non fanno altro che isolarsi. La soluzione ahimé non è facile e va trovata insieme. Bisogna sicuramente migliorare la comunicazione e i rapporti inter-personali. E poi io rivedrei i programmi scolastici… a scuola dedichiamo troppo poco spazio alla storia moderna. Tutti si fermano alla Seconda Guerra Mondiale o al massimo, superficialmente, alla Guerra Fredda. Abbiamo programmi vecchi che non ci aiutano ormai più a comprendere bene cosa sta succedendo oggi.

  • Altra tematica di cui si parla nel tuo libro: l’intolleranza religiosa. Come si potrebbe risolvere a parer tuo? È proprio necessario essere di  una sola fede?

Personalmente non sono credente. Ho elaborato la cosa attraverso una lunga riflessione personale, un viaggio interiore durato anni. Eppure rimango convinto che in parte la religione porti anche cose buone: ci sono un sacco di brave persone pronte ad aiutare gli altri spinte dalla fede. Perciò cerchiamo di prendere ciò che di buono ci insegnano le religioni e cerchiamo di metterlo in pratica senza farci la guerra l’un con l’altro. Solo un governo totalmente estraneo alle varie fazioni religiose può davvero garantire la tolleranza. Poi ognuno a casa è libero di pregare chi vuole. Penso che a scuola l’ora di religione sia purtroppo utilizzata più come un’ora di cattolicesimo piuttosto che un’ora di lavoro costruttivo sulle religioni in generale. La rivedrei quindi, altrimenti la eliminerei in favore di altre materie. Le nuove generazioni stanno perdendo interesse verso gli argomenti religiosi, ma al loro posto devono trovare degli altri modelli etici ai quali riferirsi. Sta a noi provvedere a fornirgli quelli giusti piuttosto che abbandonarle a loro stesse.

  • Che consigli ti senti di dare a chi vuole intraprendere il tuo stesso mestiere?

Eh bella domanda… ho appena inaugurato un sito apposta per questo www.scrivofacile.com e un piccolo podcast RadioScrivo.

E’ dura fare tutto da soli, ma personalmente ho scelto fin da subito di autopubblicarmi per avere più libertà sulle mie opere. Il self-publishing non è alla portata di tutti perché tale libertà la si paga in due modi: coi soldi o col tempo. Ma le soddisfazioni sono immense.

Quindi come primo consiglio bisogna porsi degli obiettivi semplici e chiari. Perché abbiamo scritto un libro? Cosa vogliamo farne? Ne scriveremo altri? Di che tipo? Scriviamo per hobby o per carriera? Detto questo, il secondo consiglio è di non bloccarsi sullo stesso manoscritto per anni nel vano tentativo di renderlo perfetto: non è umanamente possibile. Solo scrivendo più libri si migliora. Inutile quindi incastrarsi o avere paura di fare il grande salto e proporsi al grande pubblico.

  • Hai detto che ti piacciono Dan Brown e George R.R. Martin: in cosa hai preso spunto da loro e in cosa te ne discosti?

Di Dan Brown adoro i capitoli brevi con i cliffhanger continui. Di Martin apprezzo i personaggi numerosi e poliedrici con un capitolo dedicato di volta in volta. Nel mio piccolo cerco però di ridurre ancora di più le descrizioni e ottenere uno stile più riconoscibile e più dinamico. Voglio che il lettore divori il mio romanzo in pochi giorni perché rapito dal racconto. Riuscirci poi è un altro paio di maniche.

  • In cosa trovi diverso il mondo dell’editoria nostrana da quello giapponese?

Qui in Giappone si dedica ancora meno spazio alla lettura. Tutti in treno stanno attaccati agli smartphone a giocare ai videogiochi o al massimo leggono manga (anche gli adulti). Le copertine sono per la maggior parte bianche e noiose, con troppe scritte. Rimanendo in tema di copertine, i pochi che leggono in pubblico (sui treni eccetera) sono soliti coprire il proprio libro con orripilanti sovracopertine di carta in modo da nascondere agli altri ciò che stanno leggendo. A Tokyo ci sono più di 13 milioni di persone che vivono ammassate nel cemento: difficile salvaguardare la propria privacy.

Il self-publishing penso sia davvero di nicchia da queste parti e probabilmente il 90% delle persone non sa nemmeno che esista. Purtroppo.

  • Hai avuto contatti con case editrici straniere per la traduzione dei tuoi libri?

No, ho fatto tradurre Conception da un’amica mentre Ignition l’ho tradotto da solo (lavoro come insegnante di inglese quindi non è stato difficilissimo). Continuerò su tale strada sfruttando le nuove tecnologie di intelligenza artificiale e affidando poi i manoscritti al mio editor inglese. Ho posticipato il lancio della mia Deception Series in inglese perché voglio prima portarla a termine. Dopo di che lancerò ogni titolo a distanza di un mese. Mi piace sperimentare e vedremo come andrà.

In bocca al lupo per i tuoi hyperbook in particolare per il tuo lavoro “ Fascination – L’insidia della bellezza” dai Gufi Narranti.

Crepi il lupo e grazie per questa chiacchierata.

 

Eugene Pitch

Autore di hyperbooks.

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