Intervista a Davide Pappalardo – Milano Pastis

Ciao Davide, rieccoci a commentare un tuo lavoro.

 

  1. Milano Pastis è ispirato a un fatto realmente accaduto. Come mai questa scelta?

Quando mi è balenata in mente l’idea collaboravo con uno sceneggiatore per la stesura di un soggetto di serie sui Marsigliesi. Il progetto si è poi arenato.

Ho pensato di non lasciare morire la ricerca così e ho ritagliato il primo atto criminale di questa compagine della mala, la rapina di via Montenapoleone del 1964, per costruire il mio romanzo.

Poi c’era un interrogativo che mi inquietava e a cui dovevo dare sfogo su carta.

Siamo negli anni del boom economico e mentre Bobby Solo scala le classifiche con Una lacrima sul viso e la Ferrero lancia la Nutella, la quiete dell’elegante Via Montenapoleone viene turbata da sgommate di auto e raffiche di mitra. 

In una manciata di minuti i banditi portano via un ingente bottino da una gioielleria. Alcuni di loro parlano con accento francese. “E’ una signora rapina”, scriverà Dino Buzzati sul Corriere.

Una vera e propria azione paramilitare. E’ solo una rapina o dietro ci sono gli uomini dell’Oas ed è uno dei primi episodi della strategia della tensione come dirà qualcuno più avanti?

  1. Si nota anche un grande lavoro di ricerca.

Sì, confermo. Il lavoro è frutto di un documentato lavoro di ricerca sui giornali del periodo, sentenze, rapporti di polizia. Ho avuto la possibilità di sfogliare documenti preziosi. Mi sono preparato, come faccio di solito quando scrivo e forse ancora di più, per rispetto di chi mi legge. E spero che questo fattore si noti.

  1. Non è però solo la storia di una rapina. Il tuo è un romanzo corale.

Alla storia con la S maiuscola, che vive sotto traccia, ho voluto abbinare la forza dei personaggi. In Milano Pastis non ci sono solo mala, trame nere e sparatorie. C’è anche l’amore tra Robert, il bandito, e Sherazade, bellissima ballerina tunisina. Un amore difficile che si sviluppa tra pallottole e bollente passione. C’è il rapporto conflittuale fra i due fratelli Bresciani, Robert, duro e carismatico, fratello minore e capo della banda, e Vito, il maggiore, uno sventurato che non sa stare al mondo. C’è il dualismo tra Jo Le Maire, il sindaco della mala, il grande vecchio della criminalità parigina e Robert, il giovane emergente che si fa largo a gomitate e colpi di mitra. Le città, Parigi, sede organizzativa della rapina, e Milano, luogo del crimine, sono piene di chiaroscuri e lampi taglienti: le inquietanti luci del noir. Vite dure, con ombre, odi, passioni, ansie e speranze, un’umanità con un passato impossibile da far dimenticare e un futuro senza possibilità di redenzione.

  1. C’è una novità importante sul piano musicale che riguarda questo romanzo. Ce ne vuoi parlare?

Al romanzo si è ispirato l’artista EDY (all’anagrafe Alessio Edy Grasso – www.edymusic.it) per inserire l’omonimo brano Milano Pastis nel suo album solista Variazioni (Goodfellas Records). Per i lettori una sorpresa:  avranno la possibilità di scaricare gratuitamente e ascoltare il brano tramite un link nascosto fra le pagine del romanzo.

  1. E stai mettendo a frutto una collaborazione e proponendo qualcosa di diverso.

E’ vero. EDY e io stiamo provando a far dialogare linguaggi diversi. Sta venendo fuori qualcosa di insolito ma molto potente. Tra le altre cose c’è anche l’”In store tour”. Un tour dedicato a Milano Pastis, Un romanzo che si fa musica. Attraverso le nostre parole racconteremo brano e libro e parleremo anche quel qualcosa in più che è germogliato dalla commistione canzone romanzo. EDY suonerà il brano e altri suoi pezzi. Ma non sarà né un concerto né una presentazione. Un ibrido, qualcosa di nuovo. Queste le prime tappe: Sabato 14 dicembre – Verona –  Libreria Il Minotauro (Via Cappello 35C)  – ore 16:00
Martedì 17 dicembre – Bologna – 
Polo Doc Bologna ( Via San Lorenzo 20)  – ore 18:30, Mercoledì 18 dicembre – Milano – LePark (Via SISMONDI, 50) – ore 18:30.

Il tour toccherà anche Roma l’1 febbraio e Acireale il 22 febbraio. Altre date sono in corso di definizione.

  • Noi ti salutiamo e ti ringraziamo.

E io saluto gli amici Gufi e a tutti i lettori non mi resta che dire: buona lettura e buon ascolto!

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