Intervista a Cristiano Di Biasio autore di Nabradia romanzo Fantasy

Nabradia

Intervista a Cristiano Di Biasio autore di Nabradia romanzo Fantasy

Cristiano Di Biasio è un giovane ragazzo appassionato di letteratura che ha visto realizzarsi un sogno: pubblicare il suo primo libro, Nabradia , un fantasy che attinge e ammicca ai “grandi” del genere senza però risultare banale.

Ti hanno presentato come un entusiasta del fantasy, ma anche come un lettore avido e onnivoro. Qual è il libro che hai amato più di tutti? Quello che porteresti con te nella tradizionale isola deserta?

R. La mia passione per il fantasy nasce con il mio primo libro di quel genere: Il Signore degli Anelli, che ha dato via a tutta la mia concezione di un universo fantasy nel quale ognuno di noi può immedesimarsi. Seppur di una certa difficoltà e lunghezza, rimarrà sempre il mio libro precursore, il libro che so, che quando ho bisogno di perdermi nell’universo fantasy, posso fare affidamento su quello a occhi chiusi.

Hai disegnato tu la grafica della copertina del tuo primo romanzo. E’ molto bella. Ti ritieni dunque un artista a cui piace sperimentare?

R.Decisamente. L’arte non è rappresentare le cose come appaiono realmente, ma rivisitare la realtà secondo la propria visione. Io definisco arte molte cose: la musica, la fotografia, la semplice pioggia o un paesaggio boschivo. Continuare a sperimentare è ciò che ci rende artisti

Parliamo del libro. Ci sono parecchie citazioni e, se vogliamo, anche cliché tipicamente fantasy. Ma, a differenza diciamo di un Tolkien, che ha deciso di creare ex novo un mondo tutto suo come scenario per i suoi capolavori, tu hai preferito che i tuoi protagonisti fossero ragazzi normali dei nostri tempi, trasportati senza possibilità di scelta in un mondo fantastico. Cosa puoi dirci di questa tua scelta?

R. Ormai siamo troppo attaccati alla vita moderna e ciò che ne consegue. Viviamo in una società che non è abituata ad unire la propria quotidianità con quella fantastica, perciò ho voluto dare vita a qualcosa che li possa accompagnare da una realtà all’altra. Il lettore troverà nei primi capitoli la sua vita, le sue abitudini, i suoi luoghi preferiti e quelli che funzionano come una boa di salvataggio, come una casa, un pub o un ristorante, cose che lo rassicurano e lo appagano. Lentamente si ritroverà a dover cambiare questa visione, finché non si troverà catapultato in un modo al quale non è abituato, dove la realtà si mescola alla fantasia dando spazio a un nuovo mondo nel quale può scoprire nuovamente qualcosa che lo rassicura. L’universo che sto costruendo sarà l’unione tra queste due realtà, un connubio ancora da scoprire.

Cosa ti ha ispirato a scrivere questa storia? C’è stata la classica “scintilla” che ti ha dato l’idea, o hai cominciato a scrivere per vedere dove ti avrebbe portato la storia?

R. Entrambe. Un giorno mi sono ritrovato a guardare tutti i libri che possiedo, alcuni dei quali avevo letto più volte. Alcuni di grandi artisti, altri di scrittori minori, ma ognuno di loro aveva in comune una cosa e volevo averla anch’io: lasciare la mia impronta nella letteratura. La scintilla arrivò ripensando a una delle mie grandi fantasie da bambino, quella di “controllare gli elementi” e lì arrivò l’idea. Volevo creare un mondo in cui potevo farlo, in cui tutti potevano. Decisi così di iniziare a scrivere un piccolo racconto che prese piede pian piano.

Hai preso degli appunti, fatto una scaletta o abbozzato l’intera trama prima di cominciare? Qual è il tuo sistema per lavorare?

R. Il mio sistema non è decifrabile, poiché si tratta di pura ispirazione. Ho elaborato una trama certo, con tutto ciò che ne compete ovvero, protagonisti, antagonisti, luoghi e un finale, ma di ogni interazione proietto davanti a me una ramificazione di vari scenari e sotto trame, scoprendo quali tra queste è più funzionale, emozionante e adatta al capitolo che sto scrivendo.

Il protagonista per eccellenza, Chris, ha un nome che ricorda parecchio il tuo. Quanto c’è di Cristiano in Chris?

R. E’ bello che sia stato notato, ma ho diviso me stesso non soltanto in Chris, ma anche in Ignis, Adam e Caleb. Ognuno dei quattro protagonisti è un frammento di me, della mia personalità, della mia vita. C’è molto in lui quanto negli altri, così come nell’impatto che hanno nella trama.

Scrivere è un’operazione solitaria che richiede molto tempo. Come fa un ragazzo della tua età ad avere tanta autodisciplina? Quanto ha tolto Nabradia alla vita sociale di Cristiano?

R. Per mia fortuna non molto, in quanto ho saputo scindere l’impegno dallo svago. Scrivere è difficile è vero, richiede tempo, silenzio, concentrazione e soprattutto dedizione, perciò riuscivo sempre a trovare del tempo durante la notte, dove nessuno poteva interferire e dare libero sfogo alla fantasia.

Cosa si prova a vedere il tuo primo libro sullo scaffale di una libreria?

R. Orgoglio, soddisfazione e voglia di dare di più. Fin da piccolo sognavo anch’io di lasciare la mia impronta nella storia, di inserire il mio libro tra quelli dei grandi, dei miei precursori, anch’io volevo farne parte e ora è lì, ad ingiallire e lasciare il suo marchio.

Come vedi il tuo futuro? Stai già lavorando ad altro?

R. Per quanto io sia un grande sognatore, ho deciso di non guardare, per una volta, troppo al futuro e lasciare che faccia il suo corso. Ho dei progetti, di continuare la saga e creare qualcosa di unico, ma fare le cose di fretta, non porta a buoni risultati.

Si dice che ogni scrittore abbia un “critico di fiducia”, ovvero una persona speciale alla quale far leggere la prima bozza per avere un giudizio spassionato. Tu ce l’hai?

R. Colei grazie alla quale ho potuto scrivere un libro e diventare un appassionato lettore, colei che non critica in base all’affetto, ma alle esperienze letterarie di ogni genere, colei senza la quale non sarei qui: mia madre.

Grazie per la tua gentilezza e in bocca al lupo per il tuo fantasy Nabradia  in vendita in tutte le librerie on line disponibile anche in versione digitale

Didi Agostini

 

 

 

 

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