Intervista a Carla Apuzzo autrice del libro: ” Le ragazze del settantacinque”.

Intervista a Carla Apuzzo autrice del libro: ” Le ragazze del settantacinque”.

Carla Apuzzo

Carla autrice di film come “Rose e pistole” è al suo primo libro.

Ironica, diretta, incisiva. Il suo libro come una macchina del tempo è capace di trasportarti a pieno nell’atmosfera della metà degli anni ’70 periodo in cui come dice il titolo stesso si svolge il libro.

 

Ma ora vediamo di conoscerla meglio con qualche domanda:

D- Come sempre la solita domanda di rito: possiamo darci del tu?

R- Certo.

D – Il tuo libro fa riflettere sulla generazione che ha passato più o meno consapevolmente il ’68. Nasce come un’autobiografia ironica o non c’è nulla di personale?

R -Volevo raccontare gli anni 70 dal punto di vista di una giovane donna che ha vissuto quegli anni in prima persona perché mi pareva che tutto quel periodo fosse stato raccontato sempre e solo sotto la cappa di piombo del terrorismo e/o della droga e, comunque, sempre da un’ottica maschile. Penso al contrario che siano stati anni pieni di entusiasmo e di desiderio di cambiamento in cui le donne e le loro battaglie per la propria emancipazione abbiano avuto un ruolo importantissimo nella trasformazione radicale del nostro paese che, ricordiamolo, era un paese ancora arretrato, molto condizionato da una pervasiva mentalità cattolica e benpensante che, come si sa, è anche profondamente maschilista. Ho preso spunto dalle mie esperienze personali e dai ricordi e racconti delle tante donne che ho conosciuto all’epoca quindi sì, una parte autobiografica c’è, ma non vi dirò mai quale.

D- Sceneggiatrice, regista, un produttrice cinematografica, documentarista e autrice di testi teatrali e ora anche scrittrice. Qual è la forma espressiva in cui credi di esprimerti meglio?

R- Non sta a me giudicarlo, posso solo dire che sono state tutte occasioni diverse che ho colto nel tempo per riflettere sul mondo che mi circonda e sulle sue trasformazioni.

D- Nel libro si parla dell’aborto di una ragazza, che assieme al ginecologo, durante l’intervento, aiuta il fidanzato svenuto. Cosa pensi quindi in merito alla forza delle donne?

R- Che sfaterei definitivamente il mito del sesso debole.

D – Nel tuo libro viene toccata anche la tematica delle droghe leggere. Possiamo sapere la tua opinione a riguardo?

R – Io sono per la liberalizzazione totale di tutti i tipi di droghe perchè penso sia l’unico modo per arginare un fenomeno che esiste da quando esiste l’uomo ed è presente in tutte le civiltà ma solo nella nostra, proprio a causa del proibizionismo, è diventato il più grosso business di sempre per la criminalità organizzata.

D – Nel tuo libro, gli uomini non fanno una gran bella figura in fase di corteggiamento, hai notato miglioramenti nel tempo o dobbiamo smettere di sperare? Credi che i contatti virtuali possano aver agevolato o complicato le cose rispetto agli anni 70?

R – Il rituale del corteggiamento di una volta si basava sul fatto che fosse il maschio a dover fare la prima mossa mentre oggi le cose mi sembrano radicalmente cambiate. La moltitudine dei possibili approcci, virtuali o meno, deve fare i conti con questa realtà ma non sempre i giovani maschi di oggi mi sembrano preparati a questa evenienza. Se da una parte il ruolo dominante del maschio tradizionale è stato giustamente messo in crisi dalla evidenza di una effettiva parità tra i sessi, agli uomini non è stata proposta a livello educativo, nè dalla famiglia nè dalla nostra società ancora in bilico fra vecchio e nuovo, un’accettabile trasformazione dal ruolo centrale a cui vengono abituati fin da piccoli ad un ruolo paritario in cui dovrebbero adattarsi da adulti. Da questa frustrazione l’origine, io credo, di tanta violenza nei confronti delle donne.

D – Ma tutto sommato questi mitici anni 70 erano poi così mitici?

R – Eh sì, sono mitici perché la musica che i ragazzi ascoltano oggi è ancora debitrice di quella degli anni 70, quando non è proprio la stessa, perché il cinema migliore, quello che ha formato il nostro immaginario collettivo, è quello degli anni 70, e perché è inevitabile che gli anni di battaglie e di cambiamento siano un faro nella nebbia per chi vive anni di crisi e di mancanza di speranze come quelli che stiamo vivendo oggi.

D – E ora la domanda che facciamo a tutti i nostri ospiti: puoi consigliarci un libro poco famoso che a te è piaciuto molto?

R – Posso indicarne più di uno? Il primo, quello che preferisco ma che ho letto già da un po’ e ho visto anche la serie televisiva che vi hanno tratto con protagonista Frances Mc Dormand, è “Olive Kitteridge” di Elisabeth Strout. Di recente sto leggendo i romanzi di Sarah Waters e quello che mi è piaciuto di più è “Turno di notte”, ma potrei consigliare anche “Gli anni della leggerezza” di Elisabeth Jane Howard, il primo libro della Saga dei Cazalet di cui intendo leggere anche i successivi.

Ti ringraziamo molto per la simpatia e la disponibilità

Grazie infinite e alla prossima con I gufi narranti

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