“Inchiesta sul Codice da Vinci” recensione

da Vinci“Inchiesta sul Codice da Vinci”

Il tormentone editoriale del 2005 è il “Codice da Vinci” di Dan Brown, e con esso la caterva di libri scritti per attaccarlo, per difenderlo o per replicarne il successo. “Inchiesta sul Codice da Vinci” ci illumina sulla questione, con molta serietà e criterio scientifico, grattando la superficie patinata del famigerato romanzo per vedere cosa c’è sotto. Quello di Brown è un libro che fa discutere, per le sue pretese di storicità e per le tesi complottistiche e fanta-esoteriche che porta avanti. Ma pur sempre di un romanzo si tratta, e non possiamo chiedere troppo ad un’opera d’intrattenimento, qualunque affermazione faccia l’autore nella premessa.
Il perno attorno al quale ruota la vicenda è il mito secondo il quale Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena, e il Santo Graal non sarebbe un oggetto materiale, bensì la prova dell’esistenza di una stirpe discendente dal Cristo, cui spetterebbe di diritto il trono di Francia. Questo segreto sarebbe gelosamente custodito dalla Chiesa cattolica e da congreghe come l’Opus Dei e il Priorato di Sion.
Secondo Dan Brown il Priorato di Sion risalirebbe al 1099 ed avrebbe stretti rapporti con i Templari; Leonardo da Vinci vi sarebbe stato affiliato. In realtà si tratta di un gruppo fondato nel 1956 da un fanatico estremista, il quale afferma con somma modestia di essere discendente di Gesù e quindi legittimo aspirante al trono di Francia.
Leonardo, come narra il “Codice da Vinci”, avrebbe inserito nei suoi dipinti le chiavi del segreto del Graal, mediante vari simboli esoterici. Così ad esempio il nome di Monna Lisa deriverebbe nientemeno che dall’anagramma di “Amon(n) l’Isa”, in omaggio alle divinità egizie Amon e Iside. Da ciò il sottoscritto deduce che Leonardo non era milanista, altrimenti la donna dal misterioso sorriso si sarebbe chiamata “Milan sano”, e se il Maestro fosse stato un buongustaio ora ammireremmo il ritratto di “N.Salamino”.
Nell’ “Ultima cena” l’apostolo a destra di Gesù sarebbe una donna, Maria Maddalena, e nello spazio fra i due personaggi si leggerebbe una M, l’iniziale della Maddalena stessa. Io avanzerei piuttosto l’ipotesi, visto che Leonardo usava scrivere alla rovescia, che la M vada interpretata come una W capovolta, ed indicherebbe che la base della Pietra Filosofale è il tungsteno, il cui simbolo chimico è appunto W. Che poi il tungsteno sia stato scoperto trecento anni dopo Leonardo non vuol dire nulla: sanno tutti quanto il genio fiorentino fosse avanti con i tempi.
Incastonata nei marciapiedi di Parigi vi è una lunga fila di medaglioni di bronzo, che per Brown rappresentano un “cammino sacro”… tanto sacro e misterioso che risale al lontano 1994, e segue molto prosaicamente il tracciato del meridiano di Parigi, che per oltre un secolo fu il meridiano di riferimento, prima che lo diventasse quello di Greenwich. Tale tracciato porta alla famosa piramide di vetro del Louvre, fatta erigere nel 1989 da Mitterrand. Secondo una “leggenda urbana” sarebbe costituita nientemeno che da 666 lastre di vetro triangolari, e rappresenterebbe un omaggio a Satana, in vista del suo avvento ormai prossimo.
Nell’epilogo, in un’apoteosi di delirio, Dan Brown fa derivare il proprio nome da “Jordan Brown”, cioè Giordano Bruno, il famoso eretico del ‘500, lasciando intuire nelle sue ultime, oscure parole, che il segreto più importante è racchiuso nella sua persona. Promette di scrivere un nuovo libro, con il quale proclamerà al mondo la sua vera missione, ben più importante di quella di scrittore.
Sembra follia, ma è il normale destino di quelli che prendono troppo sul serio le proprie fantasie, oppure che danno per scontate le affermazioni altrui senza verificarle.
A proposito: Dan Brown non ha mai detto di avere a che fare con Giordano Bruno, e una simile uscita è frutto dell’immaginazione bislacca del sottoscritto. L’unica missione dell’autore del “Codice” è quella di sfornare bestseller con incassi da urlo, e lo dico con invidia, da scrittore in erba che sono. Vi consiglio quindi, per fare contenti tutti, di comprarvi sia il libro di Dan Brown che “Inchiesta sul Codice da Vinci”, e di prenotare sin d’ora i romanzi che un giorno o l’altro pubblicherò.

Marie-France Etchegoin, Frédéric Lenoir, “Inchiesta sul Codice da Vinci”,
edizioni Mondadori 2005, collana “Strade blu”

Francesco Gizdic
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