Il romanzo maledetto – Racconto di Teresa Breviglieri

IL ROMANZO MALEDETTO

Mark, fissava lo schermo del  computer con gli occhi persi nel vuoto. Il suo editore incombeva su di lui come un temporale estivo; lo tartassava di telefonate da giorni pretendendo di vedere al più presto il suo nuovo romanzo concluso.

Mark gli aveva spudoratamente mentito dicendogli che era ormai prossimo all’epilogo finale e che era una questione di pochi giorni, ma la realtà era ben diversa: non aveva ancora scritto una riga di quello che doveva essere il romanzo del secolo.

Aveva  ben chiara la storia che voleva raccontare, ma non riusciva a buttar giù nemmeno una parola, sapeva di avere il classico blocco dello scrittore e la cosa lo meravigliava perchè dopo aver già scritto una trentina di libri, non avrebbe mai pensato di arrivare ad un punto morto.

Aveva pochissimo tempo per realizzare ciò che aveva promesso, o il suo editore avrebbe agito legalmente e lui non si poteva permettere di pagare un avvocato. Il denaro faticosamente guadagnato con i libri che aveva scritto era quasi finito; pensò al suo maledetto vizio del gioco e si innervosì; sbatté il suo portatile a terra, pentendosene subito dopo ma ormai il danno era fatto.

Ora era veramente  arrabbiato con se stesso, e preso dallo sconforto e dal nervosismo prese a pugni il muro che naturalmente ebbe la meglio, lasciandogli le nocche dolorose e sanguinanti. Era decisamente una brutta giornata e Mark capì che doveva fare qualcosa o sarebbe impazzito. Cercò di calmarsi respirando a fondo; si disinfettò le mani doloranti e si risiedette alla sua scrivania. Dato che il suo povero portatile era perduto, aprì un cassetto, prese carta e penna e decise di provare a scrivere qualcosa; mentre la impugnava  ebbe, finalmente, un’illuminazione.

<< Ci sono!! Lo intitolerò “Il romanzo maledetto”>>.

Sorrise  e soddisfatto si disse che forse non tutto era perduto. Finalmente la sua musa ispiratrice aveva deciso di farsi viva e di aiutarlo. Iniziò a scrivere freneticamente, in modo quasi automatico. La penna scivolava sulla carta e parola dopo parola, il romanzo prese forma, con una trama particolare che lui era sicuro, avrebbe avviluppato la mente delle persone  dandogli successo e soldi. Rimase sveglio tutta la notte e pagina dopo pagina arrivò a metà della storia

Era ormai l’alba e Mark stava ancora scrivendo, ma la mano iniziava ad essere troppo dolorante e  decise di prendersi una pausa per riposare un po’. Sentì che la stanchezza prendeva il sopravvento e appoggiò la testa sulla scrivania con l’intento di chiudere gli occhi solo pochi minuti per riposare e poi riprendere subito a scrivere, ma cadde in un sonno profondo, all’improvviso.

Si svegliò e per un attimo credette di essere diventato cieco. Il buio lo avvolgeva come un manto scuro, poi vide una luce filtrare dalla finestra e capì con suo enorme stupore che era notte. Aveva dormito tutto il giorno con il capo appoggiato alle pagine che aveva scritto. Cercò di alzarsi dalla sua scomoda sedia sentendo tutto il corpo scricchiolare. Doveva assolutamente muoversi oppure sarebbe rimasto anchilosato in quella scomodissima posizione. Si mosse con fatica verso la cucina; aveva una sete del diavolo, doveva assolutamente bere qualcosa. Cercò l’interruttore, lo premette ma la luce non si accese. Probabilmente la lampadina si era fulminata per cui andò a tentoni verso il frigorifero. Lo aprì, prese una bottiglia di acqua fresca e bevve avidamente.

Mentre richiudeva il frigorifero, la luce si accese facendolo sobbalzare, in quel momento si accorse di non essere da solo. Una donna con lunghi capelli neri era in piedi davanti a lui e lo osservava senza parlare.

<< Chi sei tu? E come cavolo sei entrata??>>

<< Mi hai chiamata tu Mark!>>

<< Ma io non so chi sei!! Io non ho chiamato nessuno!!>>

<< Mi hai chiamata mentre dormivi non ricordi? Ora sei un po’ confuso… va bene te lo ricorderò io chi sono… Sono… la tua musa ispiratrice>>.

Mark era decisamente molto confuso ora. La donna scelse di non parlare e lo guidò verso la scrivania; lo invitò a sedersi e a continuare a scrivere. Quasi meccanicamente l’uomo ricominciò a buttare giù pagine su pagine mentre la donna restava in piedi accanto a lui sussurrando parole al suo orecchio.

Passarono sei giorni in cui Mark non si alzò mai da quella sedia. Sei giorni nei quali, come un automa, aveva scritto circa cinquecento pagine. E finalmente arrivò alla parola “Fine”: il suo “Romanzo maledetto” era concluso. Improvvisamente si ridestò da quel torpore che lo aveva attanagliato per quasi una settimana e con stupore si rese conto che la donna era ancora lì accanto a lui.

Lei si avvicinò e gli accarezzò il viso stanco ed emaciato. Mark aveva la barba lunga e il volto provato per la stanchezza.

<< Ora puoi riposare per un po’ ma ti dovrai rimettere al lavoro molto presto.>>

In quel momento il telefono prese a suonare insistentemente. Era l’editore che gli intimava di consegnare il libro immediatamente o avrebbe strappato il contratto. Mark gli disse che era pronto e che glielo avrebbe mandato  con un corriere…

Il “Romanzo maledetto” ebbe un enorme successo di vendite ma Mark non ebbe modo di godere del riscontro economico che aveva riscosso. La musa aveva preso il sopravvento su di lui.

<< Tu ora sei mio!! Io ti ho aiutato a fare quello che da solo non saresti mai riuscito a realizzare mio caro Mark ed ora tu sarai mio… PER SEMPRE!!!>>.

Mark sentì una voce che lo chiamava con una certa insistenza e gli sembrava una voce di donna… o forse no? Si svegliò di soprassalto e vide chino su di lui il suo editore che sbraitava.

<< Come hai fatto ad entrare?>>

<< Avevi la porta aperta, ma sei rincoglionito? Dove cavolo è il romanzo? >>

<< Smettila di urlare!!>>. Mark sbottò e si alzò dal letto con fatica…

Si diresse verso il salotto e si avvicinò alla sua scrivania dove troneggiava un tomo altissimo scritto a mano.

<< Eccolo il libro che volevi!!!>>

L’editore guardò l’enorme pila di pagine bianche e poi guardò Mark…

<< Mi stai prendendo in giro??? Non hai scritto nulla!!!! Ma sei impazzito??>>

Mark si svegliò di soprassalto e si rese conto di non essere a casa sua, ma in un prato verde. Abbracciò il panorama con lo sguardo e improvvisamente apparve la sua scrivania e nello stesso momento apparve la donna che lo aveva ispirato.

<< Dove sono?? Ero con il mio editore poco fa!!!>>

La donna inizialmente sorrise poi scoppiò in una sonora risata.

<< Non hai capito vero?? Stavi sognando tesoro… l’editore non era a casa tua e tu nemmeno… ti ho portato nel mio mondo… ora scriverai qualcosa per me e questo è il tuo destino per sempre.>>

Mark cercò di scappare ma si rese conto che non poteva andare da nessuna parte; quello strano mondo cambiava continuamente e si ritrovò in mille posti diversi. Capì che non avrebbe mai potuto fuggire ed allora si rassegnò; si sedette alla sua scrivania e piangendo fece quello che la musa gli aveva chiesto… “scrivere”.

La libreria era gremita di persone. Tutti pazzi per il “Romanzo maledetto”.

Una ragazza prese il libro in mano e lo sfogliò raccontando all’amica che la accompagnava quanto le era piaciuto quel libro…

<< Peccato che non si sappia chi è l’autore! Un libro senza il nome dello scrittore è una stranezza!! Ma è un romanzo bellissimo… da leggere e da rileggere!!>>

Sfogliò il libro fino all’ultima pagina e per un attimo le apparve un’immagine sfocata di un uomo che sedeva ad una scrivania intento a scrivere e per qualche secondo le parve che l’uomo la guardasse e le chiedesse aiuto…

<< Che strano!!>>

Appoggiò il libro sulla scaffalatura, si girò e si diresse verso la porta non facendo caso alla copertina che improvvisamente sembrò trasudare lacrime… sentì solamente una risata e una voce di donna che diceva…

<< Sei mio ora!!!>>

Teresa Breviglieri

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