Il canto dei papaveri rossi (Il pelo nell’uovo) di Stella Rabia

Il canto dei papaveri rossi (Il pelo nell’uovo) di Stella Rabia

 

Primi del Novecento, un terribile terremoto rade al suolo tantissimi paesi del sud Italia, c’è terrore, devastazione, urla, pianti e disperazione. In questo scenario, che possiamo tranquillamente definire apocalittico, viene al mondo una piccola vita, una bambina, che verrà chiamata Esterina, che si trova già dai primi secondi su questa terra a fare i conti con una vita che di certo non le risparmierà dolore e sofferenza. Il destino sembra essersela presa con lei fin da subito e non la lascerà stare mai, sarà sempre li a chiederle il suo tributo di lacrime e tribolazioni.

Esterina, la cui vita è al centro di “Il canto dei papaveri rossi” (Il pelo nell’uovo”, ultimo libro di Stella Rabia, non è un personaggio inventato, ma una persona realmente esistita e di cui l’autrice conosce bene le peripezie essendone la nipote.

Questo romanzo non narra però solo la vita di Esterina, in questo libro viene anche raccontato un pezzo del sud del nostro paese, nello specifico si racconta una porzione di Calabria, della provincia di Cosenza, di come la vita in questo territorio scorresse nella prima metà del Novecento, di come le dinamiche sociali fossero molto diverse da quelle che oggi regolano il nostro vivere quotidiano, di come il ruolo della donna fosse in subordine rispetto a quello dell’uomo  e le convenzioni sociali non fossero propriamente in linea con il modo di pensare odierno.

È un romanzo che racconta molte storie, alcune parallele a quella di Esterina ed altre invece più intrecciate alla sua, storie alle volte drammatiche, alcune anche con epiloghi davvero tragici, storie che in alcuni casi a me personalmente hanno fatto salire il veleno, come si suole dire, tanta è stata l’empatia che si era venuta creare con alcuni personaggi.

L’autrice ci regala uno spaccato di un pezzettino d’Italia davvero intenso, che porta il lettore ad affrontare quasi tutto lo spettro delle emozioni, ci porta alla conoscenza di situazioni davvero al limite, di storie che è difficile scordare. Ogni personaggio ci viene rappresentato in maniera assolutamente magistrale sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico facendoci entrare in empatia con molti di loro. L’ambientazione è descritta in maniera perfetta, riusciamo davvero a sentirci catapultati in quei luoghi, in quelle situazioni, quasi fossimo lì a vivere in prima persona le situazioni raccontate.

Si parla di povertà, di prevaricazione, di violenza, di amori vissuti in un ambiente spesso ostile ma  anche di forza d’animo, di coraggio, di generosità, di voglia di farcela a tutti i costi anche contro i rovesci del destino.  È un libro di quelli che resta nel cuore, di quelli che continuano a graffiare l’anima anche dopo averlo terminato.

David Usilla

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