I giochi del fato e gli scherzi della mente – Massimiliano Irenze editore Del Bucchia
Siamo al secondo romanzo edito di Massimiliano Irenze. Il primo già da noi recensito si intitolava “Artman I predatori dell’inconscio”
Questa nuova opera ha una struttura completamente diversa, si potrebbe definire un romanzo matrioska. Tre matrioske per la precisione, ma non è un’antologia di racconti brevi.
Il tutto è legato e tenuto dal filo conduttore di quella che possiamo definire la storia principale (anche se potrebbe non essere del tutto corretto).
Si può perdere il lume della ragione per amore? Amare a tal punto da far qualcosa per cui poi tornare indietro è solo un atto di fede?
Parla d’amore e di dipendenza il libro di Irenze, e grazie alla struttura dei libri nel libro, affronta il tema da più punti di vista, utilizzando protagonisti di età diverse, adolescenti, adulti, vecchi.
Lo spettro delle variabili c’è tutto. È facile immedesimarsi in uno dei protagonisti, perché il forte e il debole esistono sempre, e a ciascuno di noi nella vita è toccato uno di questi ruoli.
Libro dal linguaggio e dall’ambientazione contemporanea, dove non mancano, com’è giusto, la comunicazione virtuale tra giovani e non.
Come nel libro precedente, Irenze ha dei passaggi di quasi spiritualità, e chi ha avuto la fortuna di leggere entrambi (libri singoli non sono collegati tra loro) può notare con soddisfazione che le capacità stilistiche si sono evolute e il testo risulta più spontaneo.
Il libro in sé non è voluminoso (312 pagine) ma ha una profondità inaspettata, come quando guardando in un pozzo, non puoi valutare quanto sia profondo.
Libro che fa riflettere sulle relazioni, le inter-relazioni e le dipendenze, la voglia di distrarsi ad ogni costo senza il rispetto della propria vita o di quella altrui, tipica dei nostri tempi.
Leggetelo e fatelo leggere. Non ci sono molto di libri così, ed è giusto che raggiunga gli scaffali delle librerie più frequentate, per finire magari per caso sotto gli occhi più scettici, i quali una volta letto dovranno ricredersi, perché quel che è giusto è giusto.
Sandra Pauletto