Hell Or High Water – Texas tra razzismo, disperazione e violenza.

Hell Or High Water

 

Anno: 2016

Titolo originale: Hell Or High Water

Paese di produzione: USA

Genere: drammatico

Regia: David McKenzie

Produttore: Peter Berg, Sidney Kimmel, Julie Yorn, Carla Hacken

Cast: Jeff Bridges, Chris Pine, Ben Foster, Katy Mixon, Kevin Rankin, Dale Dickey, Gil Birmingham, Marin Ireland, Melanie Papalia, John – Paul Howard, Heidi Sulzman

In Texas i fratelli Toby e Tanner vogliono salvare il ranch della madre pignorato dalle banche. Per farlo iniziano a rapinarle. Tanner è il braccio, l’ex detenuto a cui è rimasto il vizio del crimine; Toby, disoccupato e divorziato, è l’ideatore del piano. Vuole riavere a tutti i costi il ranch per garantire ai figli e alla ex moglie una vita agiata; sotto alla fattoria c’è un sostanzioso giacimento di petrolio. Nel giorno in cui i due iniziano a svaligiare le banche però si mette sulle loro tracce un risoluto ranger prossimo alla pensione, che vuole lasciare il servizio in bellezza.

Ben Foster (Tanner) e Chris Pine (Toby).

Hell Or High Water di David McKenzie inizia senza fronzoli, presentandoci subito Toby e Tanner in passamontagna al loro primo colpo. Chris Pine (Toby), volto belloccio e hollywoodiano per eccellenza, non può per forza di cose essere credibile nella parte del malvivente, salvo per la barba incolta. In questo caso Taylor Sheridan alla sceneggiatura si fa’ trovare sul pezzo mettendo volutamente in contrasto la natura ragionevole di Toby con quella del ben più pazzo e patibolare Tanner (Ben Foster in grande spolvero) : “ Non sei proprio tagliato per le rapine ” dice Tanner, “ Non ti ci vedo come donna di casa ” dice Toby. Insabbiata dalle scenografie polverose e desolate del Texas rurale ed accompagnata da musiche azzeccate, la pellicola passa al road movie in maniera pressoché inevitabile ma molto convincente, con echi di Thelma & Louise. Marcus (Jeff Bridges), il ranger ultra razzista, è il cattivo della questione e rappresenta un altro dei punti focali eccellenti di Hell Or High Water. Al di là dell’interpretazione perfetta, dal suo rapporto col collega indiano Alberto, scaturiscono diverbi razziali al cui termine sembra comparire un pentimento. Hell Or High Water tutto è un ritratto chiaro e feroce di cosa sia l’America e nello specifico dei suoi territori, e anche qui la sceneggiatura ha fatto un gran lavoro. Due uomini disperati costretti a rapinare banche per assicurare un futuro migliore ai figli, le banche stesse che rubano i soldi alle persone, avvocati che aiutano i criminali per danneggiare le banche, ranger iper conservatori ed ignoranti, cameriere che servono senza chiedere cosa vogliano i clienti e altre che accettano soldi rubati a causa della loro povertà, cittadini che inseguono armati i rapinatori come giustizieri privati. Un gigantesco, impietoso ma veritiero quadro della realtà texana.

La sceneggiatura audace va a braccetto con la regia precisa ed infallibile, che attraverso alla presentazione dei suoi personaggi rievoca film di culto assoluto come Fargo dei Cohen, dove ogni dettaglio sembra messo lì per essere ricordato. La fotografia inquadra benissimo ogni fase del racconto, tra le luci rarefatte ed accecanti del sole e le nuvole scure che ammantano la notte incombente, che mostra le insegne al neon di qualche motel o casinò sulla strada. Pregevole in tutto questo la scelta di McKenzie di sviluppare la trama su due binari separati e paralleli: quella di Tanner e Toby che delinquono a fianco di quella di Marcus e Alberto che indagano, interrogando man mano banchieri, commessi e bariste che hanno tutti qualcosa da raccontarci. Lo snodo finale non si fa’ mancare momenti di pura suspense, col classico ma sempre funzionale passaggio al posto di blocco, dove dall’altra parte si sta scatenando un inferno di pallottole con la catarsi attoriale di Jeff Bridges. Sequenza finale: un preannunciato duello western spezzato dal fato, che rimane solo stampato negli occhi e nelle parole dei due nemici che si giurano una resa dei conti prima o poi. Roba da brividi.

Hell Or High Water non ha tutte le dinamiche del racconto politico, infatti alcune scelte non convinceranno, ma sicuramente custodisce l’essenza di un Paese profondamente malato. Correre a vedere senza se e senza ma.

Zanini Marco

 

 

 

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