Fleetwood Mac – Rumours – Leggendario disco pop nato dalle crisi d’amore.

Fleetwood Mac – Rumours

Anno: 1977

Paese di provenienza: UK, USA

Genere: Pop rock

Membri: Stevie Nicks – voce e tamburello; Lindsey Buckingham – voce, chitarre e dobro; Christine McVie – tastiere, pianoforte, organo Hammond e voce; John McVie – basso; Mich Fleetwood – batteria e percussioni

Casa discografica: Reprise

  1. Second Hand News
  2. Dreams
  3. Never Going Back Again
  4. Don’t Stop
  5. Go Your Own Way
  6. Songbird
  7. Silver Springs
  8. The Chain
  9. You Make Loving Fun
  10. I Don’t Want To Know
  11. Oh Daddy
  12. Gold Dust Woman

Gli anni ’70 hanno portato due fondamentali cambiamenti nella storia dei Fleetwood Mac. Il primo è stato sicuramente il passaggio graduale dal blues molto tradizionale dei ’60 ad un pop rock, prima invaghito di psichedelia, poi sempre più immediato e meno etereo. In seconda battuta l’ingresso in formazione di Lindsey Buckingham e Stevie Nicks e l’abbandono di Bob Welch, sancirono definitivamente la trasformazione di un gruppo interamente inglese, in uno squadrone anglo americano che puntava in maniera prepotente alla testa delle classifiche mondiali. Rumours infatti non tradì le aspettative e raccolse dischi d’oro e di platino ovunque, oltre a rimanere a lungo in cima a Billboard 200 nel ’77. Il proseguo della carriera dei Fleetwood Mac non ammette smentite: Rumours è il loro disco di maggiore successo e uno dei più venduti di sempre.

Potrebbe risultare curioso e paradossale il fatto che il disco in questione, caratterizzato da sonorità per lo più allegre e frizzanti, sia venuto fuori da un momento in cui le coppie createsi all’interno della band erano tutte in crisi. Infatti brani come Second Hand News, Never Going Back Again o Don’t Stop sono tra i più fulgidi esempi di un modo di concepire il rock come accessibile mezzo di libertà ed emancipazione, in cui l’approccio rimane sempre blando e allegro senza mai calcare la mano con la distorsione. Ma d’altronde i componenti dei Fleetwood Mac utilizzarono l’album proprio per esprimere i loro sentimenti in merito alle loro travagliate storie d’amore. Sarà stata proprio la mancanza di paura ad avvicinarli al concetto e all’espressione di libertà evidentemente. Comunque che il gruppo operasse meglio sotto l’influsso di energia negativa è un dato di fatto, confermato da loro stessi. Questo, unito ad una sensibilità musicale non indifferente e ad una preparazione tecnica di un certo tipo, condensati con altrettanta cura maniacale in fase di produzione, hanno reso Rumours una piccola gemma. Un lavoro che certifica uno stato di grazia che vede questi musicisti esibirsi attraverso un’espressività e una continuità fin’ora inusitate. La prima avvisaglia della furbizia e della bravura con cui Buckingham e compagnia riescono a celare una crisi d’amore sotto una trama allegra e spensierata è Second Hand News. Il primo lascito della scaletta che urla già la lungimiranza dei Fleetwood Mac, in netto anticipo sulle evoluzioni della musica pop futura. Una canzone meravigliosa dall’inizio alla fine, che a differenza del testo, ti fa’ pensare di salire in compagnia di amici su un furgone e cantare durante un viaggio. Emotivamente niente di comparabile alla ben più onesta Dreams. Una delle canzoni più sensuali, intime ed emozionanti di sempre. La voce di Stevie Nicks, dapprima sussurrata e crepuscolare, si libera in un ritornello da pelle d’oca intrecciandosi perfettamente con le altre linee vocali. A riprova di un’imprevedibilità sentimentale, Dreams, nonostante sia il momento più melodico e malinconico del lotto, contiene un messaggio ottimista alla fine. E’ solo una breve parentesi per il gruppo che ritorna decisamente su coordinate più “ballerine” con la genuina e carina Never Going Back Again. Addirittura nella seguente Don’t Stop sembrano richiamare i più frizzanti Queen in un libidinoso momento di Rumours che prosegue con Go Your Own Way, contenente una carica vitale incontenibile.

A memoria di rockettaro però il pezzo migliore è The Chain. La composizione più sfaccettata e complessa è ciò che di più movimentato il gruppo propone in questa sede. La qualità va di pari passo. La partenza segue una melodia attendista, che però lascia già intravedere un’evoluzione esplosiva. Infatti è così. Il crescendo, guidato da un giro di basso mitico, divampa in un assolo di chitarra che introduce un coro da brividi, dove viene esaltata la leggendaria alchimia tra Nicks e Buckingham. La potenza e l’epica che la contraddistinguono la rendono uno dei classici più belli di sempre. Dopo questa selvaggia cavalcata, che ha scolpito il nome Fleetwood Mac nel cuore dei più fieri rockettari del mondo, ecco arrivare un brano caldo e avvolgente come un lungo abbraccio. La fantastica You Make Loving Fun è perfetta contrapposta a The Chain, perchè rappresenta anche la natura cangiante del gruppo, capace di alternarsi tra fasi concitate, allegre e malinconiche. I Fleetwood Mac di fatto cercano di fare una canzone per ogni occasione e ci riescono con ottimi risultati. Oh Daddy in questo senso è fino a questo momento inedita per sincerità e sentimento, mentre la conclusiva Gold Dust Woman permane avvolta da un alone di mistero puramente anni ’70. Cosa dire in definitiva di Rumours? Oltre al fatto che ha scritto la storia della musica pop rock? Che è uno di quei dischi di cui è praticamente impossibile non innamorarsi.

Voto: 8

Zanini Marco

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