Enomisossab – O’Er The Land Of Freaks – Un’insolita miscela di suoni.

Enomisossab – O’Er The Land Of Freaks

Anno: 2019

Paese di provenienza: Italia

Genere: alternative – sperimentale

Membri: Simone Basso – voce e concetto; Naniz – strumenti, registrazione, produzione

Casa discografica: Toten Schwan Records

  1. Patrick Says
  2. Non Gioco Più…
  3. Yes Logo
  4. Dio Sta In Una Moneta
  5. Death To Amerika
  6. Vuoi Diventare Mio Amico?”
  7. How Small We Are
  8. Uh… Your Noise Is Bleeding
  9. La Ballata Dell’Uomo Razzo
  10. Titoli Di Coda

Demetrio Stratos ci ha lasciati nel 1979, dopo che il suo genio aveva scolpito le musiche e i vocalizzi sognanti e caparbi degli Area. Oppure si è incarnato in Simone Basso, voce e mente creativa del progetto musicale che porta il suo nome rovesciato. Il musicista in questione, dopo le avventure nei JWTJ e nei Der Tod, inizia la sua missione sperimentale con Enomisossab, avvalendosi dell’estro e dell’esperienza di Fabrizio Naniz Barale, polistrumentista già a fianco di personaggi noti come Ivano Fossati e Giorgio Gaber; che per altro qui produce attraverso i suoi studi Piave 34, forte anche del passato da tecnico del suono di Sade e Celentano, giusto per citarne un paio.

Insomma, stiamo parlando di gente che sa quello che fa’. Questo si va a sommare al fatto che, come dicevamo prima, Simone ha una voce che ricorda molto da vicino lo stile barocco e modulato del maestro Stratos. Da background e capacità del genere non poteva non scaturire qualcosa di coraggioso e di qualità. O’Er The Land Of The Freaks è il quinto album di Enomisossab e porta il lavoro creativo fino a questo punto svolto ad una coesione e ad una capacità di sintesi ancora più riuscita. Si spazia dai generi senza timori, andando a creare un magma ispirato, insolito e indecifrabile, a tratti spiazzante e forse eccessivo. La diapositiva più interessante in assoluto di questo caleidoscopio sicuramente è Yes Logo, un viaggio sonoro psichedelico nel mondo radical chic. Indefinibile nel genere ma assolutamente geniale. Prima di arrivare a questo brano non penserete di poter ballare ascoltando O’Er The Land Of The Freaks, ma Yes Logo vi farà cambiare idea! Anche Patrick Says, con il suo intro evocativo e i gorgheggi di Simone si fa’ notare. Il pezzo si attesta su tonalità epiche e operistiche che riescono sempre a sviare dal troppo pathos, richiamando trame etniche, suggestioni lontane che sanno provocare più di qualche emozione. Teniamo ben presente che quello descritto fino ad ora è molto bizzarro. L’apice della follia è raggiunto con la seguente Non Gioco Più…, una sorta di canto popolare blueseggiante. Caldo come le chitarre del Mississipi e sgangherato come una sagra campagnola italiana. Colpisce per la sua caparbietà ma anche per la sua bellezza. La sperimentazione rock prosegue con Dio Sta In Una Moneta, che comunque riprende i tentativi pseudo prog di un’altra band ingiustamente ignorata, i Quintorigo. La voglia di osare di Enomisossab suona a tratti come una provocazione, percepibile nella voce volutamente accentuata e contratta di Death To Amerika. In questo caso l’impegno nell’allontanarsi da tutto ciò che può considerarsi bello è riuscito. Il risultato è una specie di Mike Patton ancora più caricaturale di quanto si sia mai udito nei Faith No More più radicali.

totenschwan.bandcamp.com/album/tsr-95-oer-the-land-of-the-freaks

A proposito di stranezze, cosa dire di “Vuoi Diventare Mio Amico?” Un’ode alla realtà dei social network? Considerati i campionamenti direi di si. In ogni caso un’insospettabile crescendo magico e trascinante. Mancava giusto un’incursione tra i synth in questa Odissea sonora che passa incautamente, ma sempre con una sua logica, dal blues all’alternative. Uh… Your Noise Is Bleeding non somiglia a nulla di convenzionale. Sarebbe meglio dire che non somiglia a nulla, a parte quella passione esotico – elettronica che aveva investito qualche gruppo italiano negli anni ’90. Voce stridula e atmosfere che fanno viaggiare con la mente, uniti in un saggio musicale oltre i confini stessi della musica. La Ballata Dell’Uomo Razzo, un titolo appropriato solo in parte. E’ vero, i ritmi sono da ballata, ma non aspettatevi la solita canzonetta melodica da ascoltare in radio. E’ un riconciliarsi con la natura, avvolti nel ghiaccio polare, cullati da una brezza tagliente che ci porta su un altro piano etereo. Per un’opera tanto pazza non poteva che esserci una conclusione fuori da ogni canone. Titoli Di Coda. Non sono quelli infiniti dei film, ma il brevissimo decantato titolo del disco. Stop. Enomisossab, così pazzi e audaci che non si può non amarli.

Zanini Marco

Voto: 7

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