Emilio Salgàri Lo scrittore che spezzò la penna

Emilio Salgàri. Lo scrittore che spezzò la penna

Verona, città degli scaligeri e dei personaggi Shakesperiani Giulietta e Romeo, diede i natali anche ad Emilio Salgàri il 21 agosto 1862.

Emilio Salgàri

Figlio di Luigi Salgàri, un veronese, modesto negoziante di stoffe, e della veneziana Luigia Gradara. Fin da piccolo l’indole del viaggiatore si fece sentire forte e precisa, e nel 1878 Emilio iniziò a frequentare il “Regio Istituto Tecnico e Nautico Paolo Sarpi” di Venezia.

Purtroppo il giovane Salgàri non riuscì ad ottenere la qualifica di capitano, ma l’amore per il mare continuò ad esercitare su di lui un forte richiamo, e dopo qualche piccolo viaggio di addestramento su una nave scuola, riuscì ad imbarcarsi sulla nave mercantile: “Italia Una” e per tre mesi navigò come mozzo avanti ed indietro lungo l’Adriatico fino a Brindisi.

Nel 1883, il giovane Emilio abbandonò il sogno di navigare scegliendo il più tranquillo lavoro di redattore presso il giornale veronese “La Nuova Arena”, ma apprezzò sempre chi lo chiamava: “Capitano”.

Il racconto: “I selvaggi della Papuasia”, scritto a vent’anni, fu il primo lavoro che venne pubblicato in quattro puntate sul settimanale milanese “La valigia”.

Sempre nel 1883 “La Nuova Arena” presentò a puntate quello che sarebbe diventato uno dei romanzi più letti e famosi dello scrittore veronese: “ La Tigre della Malesia” che venne in seguito pubblicato con il titolo: Le Tigri di Monpracem

L’anno dopo venne pubblicato a puntate il suo primo romanzo scritto nel 1877: “La favorita del Mahdi”.

Robusto, ma piccolo di statura si fece rialzare i tacchi per apparire più alto, con pochi capelli brizzolati, baffoni ingialliti dalle molte sigarette fumate, come il suo personaggio alter ego Janez de Gomera, scriveva su un malfermo tavolino del suo studio, che fungeva anche da salotto e stanza da pranzo, intingendo il calamo nell’inchiostro con ordinata calligrafia direttamente “in bella” senza, forse, avere il tempo di rileggere, visto che il contratto con l’editore lo obbligava a scrivere quattro romanzi all’anno.

La biblioteca divenne la sua seconda casa, enciclopedie, giornali, riviste d’epoca e resoconti di viaggi furono consultati scrupolosamente ed attentamente.

Salgàri può, a buon diritto, essere considerato il primo scrittore di romanzi d’avventura italiano.

Jules Verne e Alexandre Dumas influenzarono fortemente la sua prosa, a volte approssimativa, pregna di avventure con battaglie in terra ed in mare, cruenti duelli intrisi di sangue, vendette, odio e amore.

I suoi romanzi non ebbero mai il riconoscimento sperato dagli educatori criticamente fermi nei confronti delle violenze, dei combattimenti, dei duelli e del sottile erotismo dei personaggi femminili non consono  per l’ epoca.

Salgàri, tra l’altro, ha spesso costruito storie d’amore fra personaggi di etnie diverse, contravvenendo alle ideologie d’inizio secolo, dove il colonialismo germinò radicate convinzioni razziste.

Nel 1887 la perdita della madre e due anni dopo il suicidio del padre, che si lasciò cadere dalla finestra credendo di avere un male incurabile, segnarono profondamente lo scrittore veronese.

Per la famiglia Salgàri fu l’inizio di una serie di lutti e tragedie.

Salgàri e famiglia

Nel 1892 Emilio sposò Ida Peruzzi, che lo scrittore amava chiamare Aida, e un anno dopo la famiglia Salgari, che nel frattempo si era allargata per la nascita di Fatima, si trasferì ad Ivrea, in Piemonte, dove Emilio iniziò a lavorare per l’Editore Speirani.

Nel 1894 nacque il secondogenito Nadir.

Nel 1897 la regina Margherita lo volle premiare, per il grande successo che riscontravano i suoi romanzi in Italia e all’estero, insignendolo con il titolo di “Cavaliere della Corona d’Italia”.

Salgàri nel 1898 si trasferì con tutta la famiglia a Sampierdarena, e nella città ligure iniziò a lavorare in esclusiva con l’editore genovese Anton Donath.

Nella città ligure Emilio conobbe Giuseppe Gamba che divenne l’illustratore di tutti i suoi romanzi.

Fece in tempo a nascere il terzo figlio Romero e a pubblicare quello che viene riconosciuto come il suo capolavoro:” Il Corsaro Nero”, che Emilio decise di traslocare nuovamente, e Torino divenne la città testimone della nascita di Omar, quarto ed ultimo figlio.

Nella città della Mole nacque anche il settimanale, da lui diretto e fondato, dal titolo decisamente salgariano: “Per terra e per mare”.

Era un piccolo appartamento in Corso Casale quello dove Salgàri portò la famiglia a vivere, vicino alla Biblioteca Civile Centrale in cui lo scrittore andava spesso a documentarsi.

Nel 1903 la moglie Ida incominciò a manifestare la malattia mentale, che costringerà Emilio a contrarre debiti per pagare le costoso cure.

Lo scrittore riprese con ancora maggiore intensità una frenetica produzione letteraria alla ricerca di ulteriori guadagni, ma con scarsi risultati.

Nel 1907 il fiorentino Bemporad divenne il suo nuovo editore. In questo periodo lo scrittore diede fondo alla sua verve e fantasia scrivendo molti romanzi.

Nello stesso anno incominciò a soffrire di una forma grave di depressione, dovuta in parte ai problemi economici mai risolti, ma anche dal mancato riconoscimento della critica nei confronti delle sue opere, alla temuta cecità che si aggravava sempre di più, e ai gravi problemi mentali di sua moglie Ida.

Quando questi divennero insostenibili e fu necessario ricoverarla in manicomio, Salgàri fu preso dallo sconforto perché avrebbe voluto che andasse in un istituto privato a pagamento, ma le sue condizioni economiche non glielo consentivano.

La mente dello scrittore, forse, non riuscì più a discernere il confine tra la finzione dei suoi romanzi e la realtà della vita, e una mattina di primavera Salgàri, in preda alla depressione più totale, si allontanò dal caseggiato popolare sito in Corso Casale 205 e si diresse verso la collina torinese raggiungendo il bosco di Val San Martino.

Lo scrittore percepì l’umidità del Po che scorreva, e come in un cerimoniale millenario di un paese lontano, si mise in ginocchio e scoprendosi il torace con un rasoio si aprì il ventre, quindi con un gesto deciso e definitivo si tagliò la gola.

Furono trovate delle lettere scritte tre giorni prima, dove lo scrittore confidava ai figli del profondo risentimento nei confronti degli editori ritenuti responsabili della situazione di continua indigenza che avevano dovuto sopportare.

Questo il tono sarcastico di un invito agli editori:

“Ai miei editori”

“A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che io vi ho dato pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna. Emilio Salgàri”

La morte di Salgàri venne seguita da altre disgrazie, come se una maledizione si fosse abbattuta sulla famiglia dello scrittore.

Poco tempo dopo, anche per l’adorata Ida, la morte mise fine alla sua tormentata esistenza.

La primogenita Fatima si dovette arrendere alla tubercolosi nel 1914, poco più che vent’enne, spezzando il sogno di diventare cantante.

Nel 1931 il figlio Romero, dopo aver cercato di uccidere la moglie e il figlio, si suicidò.

Nadir morì nel 1936 vittima di un incidente motociclistico.

Il figlio più piccolo, Omar, per mantenere viva la tradizione, nel 1963, si lanciò dal secondo piano trovando anch’egli la pace dai suoi fantasmi.

Come un pittore sulla tela Salgàri, pur non lasciando mai l’Italia, riprodusse con i suoi racconti immagini, odori e colori che portarono i lettori in posti esotici e lontani.

A proposito della serie ambientata in India i suoi viaggi immaginari lasciano sconcertati gli studiosi di oggi che riconoscono nello scrittore la straordinaria precisione della collocazione cartografica dei luoghi descritti all’epoca.

In trent’anni di attività lo scrittore produsse oltre ottanta romanzi e un centinaio di racconti, a testimonianza di una fervida fantasia e prolificità.

Se le motivazioni iniziali furono dettate dall’impossibilità di realizzare il sogno di navigare in giro per mondo, in seguito divennero un modo per sfuggire alla mediocrità della vita.

Purtroppo molti falsi d’autore vennero messi in circolazione, grazie ad editori senza scrupoli, ma anche alla sconsiderata compiacenza dei figli di Salgàri alla ricerca di facili guadagni.

Romanzi

Illustrazione di Giuseppe Gamba

Ciclo Pirati della Malesia

(1895) I misteri della giungla nera

(1896) I pirati della Malesia

(1900) Le tigri di Monpracem

(1904) Le due tigri

(1906) Il re del mare

(1907) Alla conquista di un impero

(1907) Sandokan alla riscossa

(1908) La riconquista di Monpracem

(1911) Il bramino dell’Assam

(1911) La caduta di un impero

(1913) La rivincita di Janez (postumo)

Ciclo dei pirati dell’Antille

Emilio Salgàri
Illustrazione di Giuseppe Gamba

(1898) Il Corsaro Nero

(1901) La regina dei Caraibi

(1905) Jolanda, la figlia del Corsaro Nero

(1908) Il figlio del Corsaro Rosso

(1908) Gli ultimi filibustieri

Ciclo dei Corsari delle Bermude

(1909) I Corsari delle Bermude

(1910) La crociera della Tuonante

(1915) Le straordinarie avventure di Testa di Pietra (postumo)

Ciclo delle “Avventure nel Far West”

(1908) Sulle frontiere del Far West

(1909) La scotennatrice

(1910) Le selve ardenti

Cicli minori

Ciclo: Capitan Tempesta

(1905) Capitan Tempesta

(1910) Il Leone di Damasco

Ciclo: Il fiore delle Perle

(1897) Le stragi delle Filippine

(1901) Il Fiore delle Perle

Ciclo: I figli dell’aria

(1904) I figli dell’aria

(1907) I Re dell’aria

Ciclo: I due marinai

(1894) Il tesoro del Presidente del Paraguay

(1894) Il continente misterioso

Romanzi singoli

(1887) La favorita del Mahdi

(1888) Duemila leghe sotto l’America / Il tesoro misterioso

(1892) La scimitarra di Budda

(1894) I pescatori di balene

(1894) Le novelle marinaresche di Mastro Catrame / Il vascello maledetto

(1895) Un dramma nell’Oceano Pacifico

(1895) Il re della montagna

(1895) I naufraghi del Poplador

(1895) Al Polo Australe in velocipede

(1896) Nel paese dei ghiacci

(1896) I naufragatori dell’Oregon

(1896) I pescatori di Trepang

(1896) I drammi della schiavitù

(1896) Il re della prateria

(1896) Attraverso l’Atlantico in pallone

(1896)I Robinson italiani

(1897) Il capitano della Djumna

(1897) La Rosa del Dong-Giang / Tay-See

(1898) La città dell’oro

(1898) Al polo Nord

(1899) La Capitana del Yucatan

(1899) Le caverne dei diamanti

(1899) Le avventure di un marinaio in Africa

(1899) Il figlio del cacciatore d’orsi

(1900) Gli scorridori del mare

(1900) Gli orrori della Siberia

(1900) I minatori dell’Alaska

(1900) Avventure fra i pellerossa

(1901) Le stragi della Cina / Il sotterraneo della morte

(1901) La Stella Polare e il suo viaggio avventuroso / Verso l’Artide con la Stella Polare

(19019 La montagna d’oro / Il treno volante

(1902) La Montagna di luce

(1902) I naviganti della Meloria

(1902) La giraffa bianca

(1903) I predoni del Sahara

(1903) Le pantere di Algeri

(1903) Sul mare delle perle

(1904) L’uomo di fuoco

(1904) I solitari dell’oceano

(1904) La città del re lebbroso

(1904) La gemma del fiume rosso

(1904) La Naufragatrice /L’eroina di Port Arthur

(1904) Le grandi pesche nei mari Australi

(1905) La sovrana del campo d’oro

(1905) La perla sanguinosa

(1906) La stella dell’Araucania

(1907) Il tesoro della montagna azzurra

(1907) Sull’Atlante

(1907) Le meraviglie del duemila

(1907) Le aquile della steppa

(1908) Cartagine in fiamme

(1909) Una sfida al Polo

(1909) La Boheme italiana

(1910) Storie rosse

(1911) I briganti del Riff

(1911) I predoni del gran deserto

 

Alberto Zanini

2 Risposte a “Emilio Salgàri Lo scrittore che spezzò la penna”

  1. Non avete azzeccato due date nei primi capoversi :”..nel 1978 Emilio iniziò..” , “Nel 1983, il giovane Emilio abbandonò…”
    cioè tutto postdatato di un secolo? ma le rileggete le cose prima di pubblicare?.
    grazie. L.

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