Edgar Allan Poe e la sua morte avvolta nel mistero

La morte misteriosa di Edgar Allan Poe  – Didi Agostini

Era il 3 Ottobre 1849 quando Edgar Allan Poe, celebre scrittore e poeta, venne trovato a vagare per le strade di Baltimora in stato confusionale, indossando vestiti presumibilmente non suoi (più larghi di svariate misure) e incapace di parlare e spiegare cosa gli fosse accaduto. Sono molti i misteri che ancora oggi aleggiano attorno alla sua morte, avvenuta all’ospedale Washington College il 7 Ottobre 1849, a soli quarant’anni.

Le fonti più autorevoli ci dicono ben poco: si dice che Poe continuasse, nel suo delirio, a ripetere il nome “Reynolds”, un nome che non è mai stato accostato a nessuno in particolare. Sappiamo che le sue ultime parole furono “Signore, aiuta la mia povera anima.” I referti medici, così come pure il certificato di morte, sono andati perduti.

Nel corso degli anni il suo corpo è stato riesumato più volte, per cercare di fare luce sulle cause reali della sua morte, ma nonostante tutto nessuno si è mai potuto spingere oltre il campo delle mere congetture.

Poe è uscito di scena come i personaggi dei suoi racconti: lasciando dietro di se una miriade di indizi ma nessuna prova concreta.

Sappiamo che i dottori dell’epoca certificarono la sua morte indicandone come causa una “infiammazione cerebrale”, ovvero una serie di gravi danni causati dall’alcolismo.

Sappiamo anche che Poe, fin dalla più tenera età, fu vittima di una vita tribolata, avversa, che lo spinse più volte a cercare conforto nella bottiglia e perfino negli oppiacei; ma questo non spiega come mai, il giorno del suo ritrovamento, indossasse i vestiti di un estraneo, o stesse vagando per le strade di una città in cui non avrebbe dovuto trovarsi: Baltimora.

Infatti Poe era partito da Richmond, dove viveva, il 27 Settembre del 1949 per recarsi a Philadelphia, dove aveva degli affari da sbrigare.

Arrivò mai a Philadelphia? Non ci sono prove. Come arrivò a Baltimora? Sono molte e variegate le teorie su cosa possa essergli accaduto.

Alcuni affermano che, per quanto Poe non fosse un novellino nel consumo di alcol, lo stato in cui venne trovato non sia riconducibile all’effetto di una sbronza, e ipotizzano quindi che lo scrittore sia stato costretto a bere ingenti quantità di alcol contro la sua stessa volontà.

Ma perché fare una cosa del genere?

Pare che proprio in quei giorni a Batimora fossero in corso alcune importanti elezioni politiche, e che a quei tempi fosse abbastanza comune, seppure agghiacciante, un fenomeno chiamato cooping. Si trattava di rapimenti organizzati dagli stessi agenti elettorali. Essi sceglievano le proprie vittime tra le persone incontrate per strada, preferibilmente non residenti in città, e le imbottivano di alcol e narcotici per poi “accompagnarle” in diversi seggi elettorali e facendoli votare più volte. Dopo aver sfruttato al massimo le loro vittime, le abbandonavano per strada.

Questa ipotesi raccapricciante ricondurrebbe la morte di Poe a un assassinio.

C’è anche chi si è convinto di cause più “naturali” per una fine così veloce e inesorabile: cardiopatia, epilessia, meningite, colera e rabbia. Quest’ultima sembra la causa più credibile in quanto, tra i gravissimi sintomi che i medici osservarono su Poe durante la sua terribile agonia, ce n’è più di uno che sarebbe compatibile, appunto, con la rabbia.

Infine, durante una delle riesumazioni del corpo, è stato osservato come il suo cervello sia rimasto “intatto”, quasi mummificato, anziché soggetto a putrefazione precoce come normalmente accade con gli organi molli. Questo strano fenomeno potrebbe essere spiegato ipotizzando la presenza di un grosso tumore, calcificatosi dopo la morte e rendendo il cervello resistente alla decomposizione, ipotesi compatibile anche con lo stato confusionale e le allucinazioni sofferti da Poe per una settimana intera prima della morte.

Ma ancora oggi, dopo 170 anni, la morte del grande Edgar Allan Poe rimane uno dei misteri mai risolti nella storia dell’umanità.

Talvolta la coscienza dell’uomo sopporta un fardello così pesante di orrore che può essere scaricato solo nella tomba. Così l’essenza di tutti i crimini resta sconosciuta.”

Edgar Allan Poe.

Didi Agostini.

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