Dark Angel – We Have Arrived – Benvenuti al macello del thrash metal.

Dark Angel – We Have Arrived

Anno: 1985

Paese di provenienza: USA

Genere: thrash metal

Membri: Don Doty – voce; Eric Meyer – chitarra; Jim Durkin – chitarra; Rob Yahn – basso; Jack Schwartz – batteria

Casa discografica: Axe Killer Records

1. We Have Arrived

2. Merciless Death

3. Falling From The Sky

4. Welcome To The Slaughter House

5. No Tomorrow

6. Hell’s On Its Knees

7. Vendetta

La diffusione del thrash metal in California negli anni ‘80 fu confermata da band come i Dark Angel, che si accodarono subito ai quattro nomi più noti insieme a Exodus ecc.. Partiti col nome Shellshock, il gruppo capitanato da Don Doty si appresta al debutto su lunga distanza con We Have Arrived, titolo decisamente esplicativo dell’urgenza espressiva che spingeva il quintetto a violentare i propri strumenti musicali.

Per il primo risultato professionale dei cinque di Downey siamo di fronte ad un thrash metal senza grandi fronzoli, di scuola Slayer per via dell’alone oscuro che circonda plettrate rapide e un tappeto di batteria incessante. Se a più riprese si ha infatti l’impressione di essere di fronte al migliore sosia del gruppo di Tom Araya e soci, al contempo con un disco come We Have Arrived si ha forse la prima vera prova di manierismo thrash. I brani sono tutti piuttosto lineari e non pretendono chissà quali strutture sofisticate ad abbellirli. Strofa – ritornello, strofa – ritornello, assolo e via di tupa tupa e riff grattati. A dominare, da We Have Arrived a Welcome To The Slaughterhouse, sono un’aggressività e una malvagità non trascurabili, caratteristiche che nelle mani dei Dark Angel iniziano a guadagnarsi una rispettabilità anche formale, a differenza degli approcci più grezzi di Possessed e Bathory. Il thrash metal dunque può essere preciso e spietato allo stesso tempo? La risposta è si e We Have Arrived è un punto di partenza in favore di questa teoria. Un esempio lampante ne saranno i futuri sviluppi, tra i quali si potrà scorgere una versione più precisa e ancora più veloce di Merciless Death, precisamente sul secondo monumentale disco dei Dark Angel, Darkness Descends.

Impossibile onestamente rimanere impassibili alla commistione perfetta di NWOBHM e thrash di Falling From The Sky, così come il riff portante di No Tomorrow, altro momento annegato nelle scorribande più rockeggianti del metal di scuola inglese. Arpeggi melodici, acuti vocali e ancora una volta il metal più tradizionale si infiltra in partiture speditissime in Hell’s On Its Knees e nella terremotante Vendetta, conclusione di scaletta che forse “ammazza” un po’ la tensione narrativa del percorso musicale imbastito dai Dark Angel. La linea vocale, molto enfatica e un po’ troppo pittoresca, mette in evidenza una preparazione tecnica non eccelsa (forse sarebbe stato meglio tenersi lontano da eccessivi gorgheggi). Il risultato da l’impressione che la band non sappia benissimo dove voglia andare a parare e soprattutto la allontana dall’atmosfera cupa che faceva ben sperare all’inizio del disco. We Have Arrived sembra di fatto strutturato in maniera ascendente, con un primo lato più oscuro e un secondo più chiaro. Tuttavia è un esordio che rimane impresso, soprattutto per l’anno in cui è stato concepito, che non ha potuto vedere tutta la marea di gruppi che sono nati in seguito. Per il momento le idee ci sono e il gruppo spacca, facendo bene e con precisione tutto quello che riesce a fare, ma è solo l’inizio dell’angelo oscuro…

Voto: 9

Zanini Marco

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