Dalla silloge “Nell’acqua nel fuoco” Eloisa Ticozzi
Succhio la terra come latte
e la frammento per poi ricomporla.
Cos’è la terra se non una fertilità arcaica
e di perenne attesa
che accoglie l’inizio e la fine.
La morte sembra
un intrinseco destino e disegno
una similitudine di vita
un mistero che finisce in un modo e inizia
diversamente.
Nascita e morte
sono ossimori,
figlie della stessa madre
segnate sulle pieghe dei palmi delle mani
con un atto di magia
in una liturgia sconsacrata del Dio.