Dal manicomio racconto di Sandra Pauletto

cop_vol_2Dal manicomio.

Pronto, mi senti?”

Sì il segnale è pulito, ma se venivi anche tu era meglio”.

C’è bisogno di qualcuno che rimanga fuori per controllare la strada, non avrai mica paura?”

Vorrei veder te, alle quattro di notte la dentro chissà quante schifezze troverò! Il manicomio è abbandonato da secoli ormai”.

Pensa al risultato: sarà un video che spacca, la partnership te la danno di sicuro! Hai già acceso la videocamera?”

No sto facendo il giro del giardino appena trovo da che parte entrare l’accendo, c’è un casino di mosche qui, Dio che schifo!”

Occhio a dove metti i piedi, sai qual è il cibo preferito delle mosche vero?”

Allora invece di ridere sta attento che non trovino te razza di str…”

Pronto? Ci sei ? La linea è disturbata che stai facendo?”

L’auricolare deve aver frusciato sulla giacca. Ora entro, ho trovato una finestra abbastanza bassa, dovrei riuscire a passare. Bene ragazzi ci siamo, ahi!!!”

Che succede?”

Mi son ferita una mano entrando…c’era un pezzo di vetro che non ho visto”.

E’ grave?”

Sanguina ma non credo che morirò…”

Dai non scherzare, è tutto sporco li dentro vuoi che rimandiamo?”

Ti ho detto che non è nulla solo un graffio.”

Ok come vuoi”

Son dentro, si comincia! C’è puzza di piscio e merda qui, non so quanto riuscirò a starci, ho il voltastomaco. Il pavimento è lurido, scarpe mi si incollano ad ogni passo che posto schifoso! Mi trovo in uno stanzone, c’è un materasso buttato per terra dev’essere stato portato da qualche barbone. Qui non c’è altro, procedo…accidenti hai sentito?

No, come vuoi che senta se siamo al cellulare?”

mi sembrava un rumore in corridoio o in un’ altra stanza non so”

Sarà stato un topo o qualcosa di simile, probabilmente li hai disturbati e corrono a nascondersi da qualche altra parte…”

Sì ma spero sia un gatto…i topi mi fanno schifo”

Stai riprendendo?”

Si riprendo tutto poi a casa facciamo un montaggio. Mi sto muovendo in corridoio, tutte le porte hanno una grata e riesco a sbirciarci dentro….ma quante stanze c’erano? È pieno di porte qui, non immaginavo che il manicomio accogliesse tanti pazienti. I cameroni sono tutte più o meno vuoti non è che riesca a veder molto perché è buio e la luce della telecamera fa quel che può…avrei dovuto portarmi una torcia aggiuntiva…ci son delle scale…che dici le faccio?

beh finora non mi sembra tu abbia trovato nulla di interessante se vuoi che il video funzioni credo sia il caso di avventurarci nell’ignoto ih ih ih”

avventurarci certo, come se tu fossi dentro con me…”

te l’ho già spiegato…”

Si si, acc…..ho calpestato qualcosa…l’ho rotto, che razza di schifo c’è per terra?

ma dove sei? Sei scesa?”

Si, ho aperto la porta ai pedi delle scale, mi sembra di camminare sulle patatine fritte si frantuma tutto ad ogni passo…merda merda…..insetti è pieno di insetti scarafaggi, il pavimento brulica! che schifo fammi andar via da qui!!!”

sì dai esci, ti aspetto davanti al cancello se hai ripreso gli insetti va benissimo scappa via”

Mi son saliti nei pantaloni….che schifo aiuto!!!”

Dai esci di la, appena fuori ti spogli ora pensa ad uscire..”

Non riesco!!! sono bloccata la porta non si apre!”

Che porta? Stai calma respira, deve aprirsi”

Sono bloccata qui dentro, non si apre, non si apre!!!!”

Calmati! Gli insetti per quanto schifosi non ti possono far del male, torna in te e apri quella fottuta porta”

Silenzio.

Ehi? Mi senti? Pronto? Perfetto! Momento stupendo per far cadere la linea!” Forza dannato telefono ricomponi il numero, forza!”

L’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile…”

Di nuovo…prova di nuovo… “l’utente da lei chiamato non è…”

Merda! Se si tratta di uno scherzo me la paghi….non ho neanche un diavolo di luce, come faccio ad infilarmi la dentro nel buio totale? Ho un’idea: nascondo il numero del mio cellulare e….”

Qui stazione di polizia dica…”

Ho sentito delle urla provenire dal manicomio credo sia il caso che mandiate qualcuno a vedere, fate presto” click.

Son già passati più di dieci minuti mi sa che la polizia non mi ha preso sul serio e il telefono continua ad esser staccato…è colpa mia se fossi entrato con lei… magari vuol solo mettermi paura, anzi sarà sicuramente così, ma se spera che ci caschi…ora vado a prenderla anche senza luce così le faccio vedere io chi sarebbe il codardo…

Questa dev’essere la finestra da dov’è entrata. E’talmente buio qui dentro che il display del cellulare mi aiuta un po’ a farmi luce…Ehi…dove sei? Sono venuto a prenderti…”

Sono qui…”

Continua a parlare seguirò la tua voce

Sono qui….sono qui…sono qui”

Ok credo di averti individuato ecco le scale…sto arrivando e guarda che se era uno scherzo me la paghi.”

Dove sei? Parla…”

Sono qui”

Accidenti ma non sai dire altro? Credo di esser dietro alla porta ora la apro, stai pronta a saltar fuori e filiamo Te l’ho detto che era aperta…ehi ma dove sei? Smettila con questo scherzo scemo ora non mi diverte più…vieni fuori dove ti sei nascosta accidenti smettila!”

Sono qui”

Comando di polizia

Senti sono il tuo superiore da molti anni, ora calmati e dimmi ancora una volta cos’è successo la dentro. Lo sai che se nei guai vero?”

L’ho già raccontato cento volte ma se ancora non mi credi ricomincio: la centrale mi ha detto di aver ricevuto una chiamata che segnalava qualcosa presso l’ospedale psichiatrico dismesso in località Belvedere. Da un controllo esterno veloce tutto risultava tranquillo e stavo archiviando la chiamata come falso allarme, quando, tornando alla macchina ho sentito un grido provenire da dentro la struttura, più che un grido un urlo di terrore. Ho fatto il giro dell’ospedale per accertarmi che non ci fosse nessuno, e dopo aver chiamato rinforzi, sfondando con un calcio una porta laterale sono entrato. Mi son precitato verso il piano superiore da dove provenivano dei lamenti. Dai suoni che sentivo dovevano esserci diverse persone. Sono rimasto indeciso se intervenire o aspettare i colleghi finché un altro urlo mi ha fatto agire: sono entrato di colpo nello stanzone da dove provenivano le urla con la pistola in pugno. Li due giovani un ragazzo e una ragazza erano legati ad un lettino per l’ elettroshock e il loro corpo era coperto di scarafaggi, vivi. La ragazza era immobile, lui urlava e sputava fuori gli insetti che gli entravano anche in bocca. Attorno a loro c’erano degli uomini sembravano medici. Armeggiavano con delle leve. Ho intimato loro di fermarsi, ma era come se non mi sentissero, come se non si fossero neanche accorti di me. Il ragazzo continuava ad urlare mentre un altro chiamiamolo medico si avvicinava a lui con un bisturi… gli ho intimato il fermo o sparo ma non vedendo reazione ho sparato: uno, due, tre colpi non so neanche io quanti ma sembravano passargli attraverso, altro non ricordo.”

Quello che continui a raccontare non ha senso, perchè non hai provato a bloccarli con le mani invece di sparare?

Io non lo so…era buio avevo le mani occupate uno dalla torcia e una dalla pistola…ero spaventato volevo solo aiutare quel ragazzo, le sue urla mi trapassavano il cervello”

E invece lo hai ucciso, nel suo corpo son stati trovati cinque proiettili e vengono tutti dalla tua pistola. La ragazza è morta per soffocamento e son stati riscontrati segni di violenza sessuale, stiamo analizzando il dna ritrovato su di lei, prega il Signore che non sia roba tua o ti ammazzo con le mie mani. Per quanto riguarda i fantomatici medici non abbiamo trovato nulla che possa provare la loro presenza”

Io non l’ho toccata e non ho sparato al ragazzo, io volevo solo aiutarlo”

Al momento sei sospeso dal servizio in attesa di accertamenti”

Locandina del Giornale locale giovedì 1 dicembre

Rinvenuto cadavere brulicante di insetti, l’uomo (ex poliziotto) era stato da poco accusato di omicidio…

Racconto contenuto nell’antologia Back in Black del concorso Luce nera edizione 2014 edito da Sensoinverso edizioni

2 Risposte a “Dal manicomio racconto di Sandra Pauletto”

  1. Il tuo giallo e’bello ma la fine non mi piace. Scusa se te lo dico.non sono ne’ una scrittrice,editore o altro ma la trovo banale.il finale poteva essere diverso.e’ scontato.l’avrei fatto finire diversamente ma l’autrice sei tu non io.scusa se ho critirato o giudicato il tuo racconto.grazie e buonanotte!

    1. Ciao Agnese, ti ringrazio innanzitutto di averlo letto! Non temo le critiche, servono sempre per migliorare e ti ringrazio per aver avuto voglia di lasciare un commento, fossero tutti come te sarebbe più facile migliorarsi! Spesso nei concorsi letterari come quello in cui ha partecipato il racconto che hai letto, c’è un limite di caratteri molto stretto che porta chi lo scrive a delle diciamo scelte obbligate. Non vuole essere una giustificazione, magari avessi avuto 100 pagine in più a mia disposizione non avrei comunuque saputo fare meglio. Terrò conto del tuo giudizio, e ti ringrazio. Continua a seguirci se vuoi anche iscrivendoti alla nostra newsletter! intanto ti abbraccio e grazie ancora. Sandra Igufinarranti

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