Bazooka – Zero Hits – Capolavoro garage nomade e ribelle tutto da ballare.

Bazooka – Zero Hits

Anno: 2019

Paese di provenienza: Grecia

Genere: garage punk

Membri: Xanthos Papanikolau – chitarra, voce, synth e piano; Vasilis Tzelepis – chitarra e voci; John Vulgaris – batteria, voci e percussioni; Aris Rammos – basso e voci

Casa discografica: Inner Ear Records

  1. Έλα (Come)
  2. Φυλακή (Prison)
  3. Κενό (Void)
  4. Μόνος (Alone)
  5. Οι Βλάκες Κάνουνε Παρέλαση (Idiots Are Going On Parade)
  6. Έχω Κουραστεί (I’m Tired)
  7. Μέσα Στην Πόλη (In The City)
  8. Κάτι Έχω Προδώσει (Something I Have Betrayed)
  9. Βραδυνή Βάρδια (Night Shift)
  10. Το Χρώμα Του Τρελού (The Colour Of A Crazy Man)
  11. Αδιάφορες Ματιές (Indifferent Glances)
  12. Μην Κοιτάς Πίσω (Don’t Look Back)
  13. Σουλτάνα (Soultana)
  14. Τα Σπάω Όλα (I Break Everything)

Si chiamano Bazooka, vengono dalla Grecia e con il loro terzo disco in dieci anni frullano i loro ingredienti sonori preferiti per creare un cocktail delizioso e corroborante. Zero Hits esprime già un’attitudine scanzonata che fa’ della maturità e della consapevolezza il suo punto forte; di fatto per le classifiche commerciali i Bazooka non conteranno mai niente con questo garage punk acido e ciondolante, ma per chi è abituato a vivere le sensazioni ruvide e bizzarre di certe nicchie musicali, il disco in questione è un vero e proprio contenitore di successi. Se la base di partenza sono le plettrate rapide e riottose dei The Stooges, Zero Hits evidenzia una sperimentazione profonda grazie all’appoggio di certa new wave dei primi anni (l’istrione dei Talking Heads su tutti, ma anche The Cramps) e dei vagiti acidi e jazz degli anni ’60. Il risultato stupisce per la vicinanza al punk, nella disperata e ribelle attitudine, e al contempo con l’inclinazione malinconica e rassegnata della musica zingara; pare di risentire qualcosa dei Gogol Bordello ogni tanto. Se poi a questo si aggiunge la coraggiosa scelta di scrivere i testi in greco, si ha un quadro completo dell’insolita ed audace missione dei Bazooka. Una sfida che i nostri vincono a mani basse riuscendo ad ottenere il massimo dalla loro lingua madre, inserita nei pezzi in maniera magistrale. Una svolta identitaria che non fa’ altro che rendere la loro musica ancora più personale e unica. D’altronde si comincia alla grande con il punk nero e sgomitante di Έλα (Come), in cui da subito si viene travolti dalla musicalità estrema dei Bazooka, condensata in fraseggi che riportano generosamente alla vecchia scuola.

www.youtube.com/watch?v=18GI943XDOs

Uno dei tanti esempi della bravura nella scrittura dei testi di Zero Hits si può percepire in Φυλακή (Prison). Un’irresistibile altalena vocale che correda un fluido crescendo dalla carica incontenibile. Ad orchestrare tutto questo i Bazooka sono dei maestri, così come rendono impossibile all’ascoltatore stare fermo. Per capire la voglia di sperimentare dei quattro ragazzi greci vi basterà ascoltare il sublime ingresso del sax in Κενό (Void). Qui ci si immerge in un garage punk dall’attitudine nomade e randagia che affonda comunque le radici nel suolo greco. In poche parole si balla come se non ci fosse un domani, con la stessa ruvida spensieratezza con cui potrebbe farlo un circo itinerante che suona i propri strumenti attraversando il mondo a piedi. Μόνος (Alone) smorza i toni verso accenti piuttosto drammatici, sottolineati nuovamente da una sezione di fiati. L’ispirazione è sempre alta e non si può che rimanerne catturati. Si passa all’irruento e crepuscolare garage di Οι Βλάκες Κάνουνε Παρέλαση (Idiots Are Going On Parade), per poi giungere alla formidabile creazione di suoni esotici dalla grande espressività di Έχω Κουραστεί (I’m Tired). Di seguito un’escalation creativa inarrestabile. Le incontenibili chitarre ciondolanti di Μέσα Στην Πόλη (In The City), la tenebrosa ballata punk Κάτι Έχω Προδώσει (Something I Have Betrayed) e Βραδυνή Βάρδια (Night Shift), una danza delle tenebre dritta al punto in cui è incastonato un coro cupo da antologia. Το Χρώμα Του Τρελού (The Colour Of A Crazy Man) mette in luce un lavoro di synth a cavallo tra anni ’60 e ’70 che va a colorare di una nuova sfumatura l’affresco dei Bazooka. A proposito di fascinazione per gli anni ’70 non si può non notare l’acida Αδιάφορες Ματιές (Indifferent Glances), da ricordare soprattutto per un crescendo rock bellissimo nel finale. Spassosa e malinconica arriva poi la sgangherata Μην Κοιτάς Πίσω (Don’t Look Back); suoni zingari alla maniera dei Gogol Bordello. Zero Hits si chiude con la emozionante e sofferta Σουλτάνα (Soultana) e l’ultima pillola oscura, Τα Σπάω Όλα (I Break Everything), capace di rievocare i primi Turbonegro.

Col giusto coraggio e una conoscenza della musica non indifferente i Bazooka realizzano un disco di quattordici tracce senza punti di cedimento, sempre ugualmente ispirato, che rappresenterà un vero capolavoro negli anni a venire. La loro carica si può percepire anche dal vivo, dove forse superano l’egregio lavoro in fase di registrazione.

Voto: 10

Zanini Marco

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