Bathory – Under The Sign Of The Black Mark – La chiamata dalla tomba.

Bathory – Under The Sign Of The Black Mark

Anno: 1987

Paese di provenienza: Svezia

Genere: black metal/ thrash black

Membri: Quorthon – voce, basso, tastiere, chitarre; Paul Lundburg – batteria

Casa discografica: Under One Flag

  1. Nocternal Obeisance
  2. Massacre
  3. Woman Of Dark Desires
  4. Call From The Grave
  5. Equimanthorn
  6. Enter The Eternal Fire
  7. Chariots Of Fire
  8. 13 Candles
  9. Of Doom……

A giudicare dall’inquietudine di Nocternal Obeisance viene da dire che Under The Sign Of The Black Mark riparta dal sentiero tracciato in The Return……, ma c’è molto altro.

A partire da un’altra copertina suggestiva, che unisce occultismo ed epicità, caratteristiche non solo iconografiche ma riscontrabili anche nell’evoluzione musicale di questa opera, i Bathory accentuano nuovamente i loro tratti più estremi, soprattutto nella voce che si fa’ definitivamente viatico per la futura scena black metal. Così Massacre attacca senza fronzoli, ma con l’unico intento di spaventare. I testi non mostrano grandi novità, Quorthon narra sempre di scenari violenti e distruttivi, in cui una valle immersa nella pace viene improvvisamente travolta da un conflitto brutale e devastante. Ad impressionare però sono i tappeti ritmici, sempre più forsennati, che uniti alle urla disumane del frontman, costituiscono la vera crescita in un impasto che si dimostra comunque sempre diretto ed essenziale. Semplicità che forse a tratti risulta un po’ troppo naif, come si può notare in Woman Of Dark Desires, brano facilmente ricordabile, ma che proprio per questo rischia di risultare banale. Niente a che fare con uno dei momenti più brillanti di Under The Sign Of The Black Mark, Call From The Grave. Impietose frustate di batteria si abbattono su chitarre polverose fino all’esplosione di un assolo lancinante da pelle d’oca. Call From The Grave come indubbio fulgido esempio dei sentori epici che iniziano ad affiorare nel metal oscuro dei Bathory.

Con Equimanthorn il duo svedese tenta qualcosa di diverso. Il riff è strutturato a metà fra un rock tenebroso e il tema de Lo Squalo e si apre in una strofa quadrata e apparentemente pensata con più senno del solito. Certo, sentire ripetere Equimanthorn fino all’esasperazione nel ritornello potrebbe suggerire la stessa superficialità evidenziata in Woman Of Dark Desires, ma qui si intuisce maggiormente la verve di un gruppo che non dimentica le origini più anarchiche e sovversive del punk. Vista sotto questa ottica la canzone è un vero e proprio attacco all’ipocrisia benpensante.

Fragorosa, misteriosa, esaltante. Tre aggettivi perfetti per Enter The Eternal Fire, ennesimo pezzo che promette novità succulente in una scaletta piena di sorprese, come anche il refrain oscuro ed incalzante di 13 Candles e la rutilante Of Doom……, conclusione infiammata ed implacabile. La sublimazione del Marchio Nero arriva curiosamente proprio quando i Bathory approdano su Under One Flag, lasciando i Black Mark Studios, ma si assiste ad un gruppo in quasi totale stato di grazia, vicino alla perfezione del suo intento e, non dimentichiamolo, pioniere di un genere.

Voto: 9

Zanini Marco

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