Berlusconi: Ascesa e discesa di un politico chiacchierato pt 2

Berlusconi: Ascesa e discesa di un politico chiacchierato (seconda parte)

 

Villa San Martino

L’odore di cordite aleggiava nella stanza. L’aria calda, della sera agostana, entrava dalla finestra del salotto dell’attico, al terzo piano, davanti a Villa Borghese. Il marchese Camillo Casati Stampa guardava attonito la moglie Anna, seduta sulla poltrona papalina, morta fulminata da tre colpi sparati a bruciapelo al braccio, alla gola e al petto. Massimo Minorenti, l’amante di Anna, bello, biondo dalla lunga chioma era a terra, prono, in una pozza di sangue che si allargava velocemente, colpito alla schiena e alla nuca. Schizzi di sangue colavano sui tendaggi di broccato, sulle poltrone, sui muri e sul mobile Luigi XV. Lentamente il marchese ricaricò il fucile, Browning calibro 12, con gesti sicuri e meccanici e come in un film rivide velocemente i momenti importanti della sua vita. Il giorno del matrimonio con Letizia, la prima moglie, il giorno della nascita della figlia AnnaMaria, l’incontro con Anna, bella, dalla pelle olivastra e dai denti bianchissimi. La separazione e l’annullamento del matrimonio dalla Sacra Rota, costato un miliardo, distribuito a Cardinali, Vescovi e prelati. Il nuovo matrimonio e i giochi erotici con Anna, il desiderio crescente di vederla fra le braccia di giovani sconosciuti. La scoperta della gelosia sempre più insopportabile, fino a quella sera del 30 agosto 1970. Camillo prese la decisione estrema, puntò la canna del fucile sotto al mento ed esplose l’ultimo colpo della sua vita. La testa venne devastata, materia cerebrale schizzò sul muro dietro e un orecchio volò e rimase attaccato ad un quadro.

Camillo Casati Stampa e la moglie Anna Fallarino

Tra le carte e documenti del marchese venne trovato il testamento autografo, redatto nel 1961, dove veniva riconosciuta erede universale la moglie Anna Fallarino. Dall’esame autoptico risultò che il decesso di Anna avvenne pochi attimi prima del marito suicida, quindi l’erede a questo punto divenne la figlia minorenne AnnaMaria. Il patrimonio stimato in circa 400 miliardi di lire (siamo nel 1970) comprendeva, ingenti proprietà sia terriere che immobiliari, molte delle quali si trovavano in Lombardia. Il Tribunale dei minori affidò come tutore della marchesina un vecchio amico del padre, il senatore liberale Giorgio Bergamasco. Come avvocato curatore degli interessi legali della gestione patrimoniale venne chiamato il futuro pregiudicato Cesare Previti. Dopo essere diventata maggiorenne AnnaMaria decise di andare vivere in Brasile con il marito e quindi delegò ancora la coppia Bergamasco-Previti per tutelare e gestire patrimonio e incombenze fiscali. Le tasse ordinarie e quelle di successione erano onerose e la marchesina decise di vendere alcune proprietà per fronteggiare le spese.

AnnaMaria Casati Stampa e l’avv. Cesare Previti

Durante un viaggio in Italia, AnnaMaria, sconsideratamente, sottoscrisse un “contratto preliminare di compravendita” con la Edilnord centri residenziali, riguardante l’enorme proprietà terriera di Cusago. Un accordo vantaggiosissimo per la società di Berlusconi (Silvio non figurava come socio ma sappiamo che in realtà dietro c’era sempre lui), perché in pratica vincolava fino a tempo indeterminato la proprietà Casati Stampa senza tirare fuori una lira. Nel 1973 Previti cercò di rendere nullo questo pre contratto capestro con la Edilnord, che naturalmente si rifiutò di ridiscutere gli accordi presi con la marchesina. Berlusconi, da gran prestigiatore, si accordò con Previti a scapito di Anna Maria ignara del tutto. L’avvocato integerrimo e incorruttibile, con un abile doppio gioco, diventò un losco affarista con Berlusconi alla faccia del conflitto d’interessi.

Sebbene vi fossero dei pretendenti seri all’acquisto della tenuta di Arcore, Previti li ignorò deliberatamente per potere facilitare il suo nuovo datore di lavoro. Nell’aprile del 1974 con una scrittura privata di “convenzione di compravendita”di fatto consegnò a Silvio villa S. Martino con annesso terreno. Nell’atto risultava che era la marchesa Annamaria Casati Stampa ad offrire all’Edilnord la proprietà, che a sua volta si riservava (sic) di accettare. Come per i terreni di Cusago anche in questo caso la Edilnord vincolò le proprietà di Arcore fino a tempo indeterminato e senza sborsare una lira. Immediatamente Berlusconi (pur non avendone nessun diritto non figurando in alcun modo nella società Edilnord) s’insediò con Marcello Dell’Utri nella villa e poco tempo dopo ospitò anche il mafioso Vittorio Mangano, con la famiglia, in veste di fattore.

Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri

Il 22 maggio 1974 la Edilnord aumentava il capitale sociale dai 6 milioni iniziali fino a 600 milioni. I soldi arrivarono dalla stessa fiduciaria di Lugano che aveva già finanziato l’acquisto del terreno di Segrate. A questo punto nella trattativa la Edilnord, inspiegabilmente, venne sostituita dalla Sogeat- Società generale attrezzature sas, anche questa discendente da una finanziaria di Lugano.
Il senatore Bergamasco, grazie alla procura della marchesa Casati Stampa, sottoscrisse un altro “contratto preliminare di compravendita”con la Sogeat, sottostimando ulteriormente il valore della proprietà rispetto al precedente accordo con la Edilnord. Anna Maria, che ufficialmente era ancora la proprietaria, continuò a pagare le tasse sulla proprietà di Arcore mentre di fatto Berlusconi diventò proprietario di tutto senza spendere una lira. Anche per il terreno di Cusago la marchesa continuò a pagare le tasse, mentre la Edilnord esercitava dal 1972 un diritto di vincolo a zero lire, ma nel 1978 la società venne messa in liquidazione e il contratto cessò di esistere. Ma il 30 luglio 1979 l’ineffabile senatore Bergamasco (amico di vecchia data del marchese Camillo suicida) sottoscrisse una “scrittura privata di permuta”con la Immobiliare Coriasco spa (altra società dell’universo berlusconiano) rappresentata dal prestanome Giuseppino Scabini. Con questo nuovo accordo AnnaMaria (naturalmente all’oscuro di tutto) cedeva all’Immobiliare Coriasco 246 ettari del Comune di Cusago permutandoli con 800 mila azioni dei Cantieri riuniti milanesi spa (ennesima società di Berlusconi). 246 ettari sono quasi 2,5 milioni di metri quadrati che comprendevano l’abitato di Cusago (strade, piazzette e centro storico), un castello monumento nazionale, tenute agricole, boschi, prati e stagni. Ma la fantomatica Cantieri riuniti non era quotata in Borsa, quindi le azioni erano carta straccia e quando la marchesa Casati chiese, con una lettera, di monetizzare le azioni, il senatore Giorgio Bergamasco non riuscendo a trovare nessun pazzo disposto a pagare per delle azioni fantasma si rivolse alla stessa Cantieri riuniti che le ricomprò, però alla metà del prezzo iniziale. Lo squalo, o il caimano come verrà in futuro chiamato, chiuse l’affare pagando la proprietà di Cusago appena 345 lire al metro quadrato. Negli anni 80 questi terreni lottizzati frutteranno al palazzinaro di Arcore svariati miliardi.
Finalmente nel 1980 villa S. Martino, con i terreni circostanti, divenne ufficialmente di Berlusconi tramite la Immobiliare Idra srl (società che raccolse l’eredità della Sogeat) mentre i rimanenti terreni di Arcore vennero acquisiti dalla Immobiliare Briantea srl. Anche i 500 milioni spesi per la villa, più 200 mila metri quadrati della tenuta furono, chiaramente, un valore sottostimato, visto che qualche tempo dopo Berlusconi diede in garanzia alla Cariplo queste proprietà per un finanziamento di 7,3 miliardi. Per quanto riguarda i rimanenti terreni di Arcore, il senatore Bergamasco, visti gli ottimi risultati della precedente truffa della permuta di Cusago,cedette i 70 ettari alla Immobiliare Briantea srl che li permutò con 55 mila azioni della società Infrastrutture Immobiliare spa che naturalmente non era quotata in Borsa. Nel 1988 la Immobiliare Briantea venne assorbita dall’Immobiliare Idra che finalmente diventò proprietaria di tutti i beni Casati Stampa.

E il miliardario?…..ridens naturalmente.

 

Alberto Zanini

 

4 Risposte a “Berlusconi: Ascesa e discesa di un politico chiacchierato pt 2”

  1. Non son riuscito a leggerlo prima. La qualità non è scesa e la storia si fa più avvincente. Quante parti ci sono? le leggerò volentieri tutte. Grazie per il suo lavoro Dottor Alberto Zanini

    1. mi fa piacere che la storia ti interessi. onestamente non saprei di preciso quante parti saranno. sicuramente almeno altre 4. spero tu abbia la pazienza di leggerle tutte. non sono un dottore. grazie per la tua attenzione. alla prossima.

      1. Dottore non voleva essere un’offesa, avrai sicuro un passato (o presente) da giornalista per come scrivi. Leggerò di sicuro le altre. Avete altre iniziative in mente? Grazie per la risposta tempestiva, di solito nei blog non rispondono mai, anche questo è segno di serietà. Michele

        1. ci deve essere un equivoco, non la ritengo assolutamente un offesa, ma devo essere onesto e non posso spacciarmi per un laureato o per un giornalista. ho solo la passione per la scrittura scoperta in età non più giovanissima.grazie a te. Alberto

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