Recensione: “Agatino il guaritore” – Massimiliano Città – Il ramo e la foglia Ed.

Recensione: “Agatino il guaritore” – Massimiliano Città – Il ramo e la foglia Edizioni

Agatino il guaritore

Un romanzo breve e scorrevole di Massimiliano Città, sulla figura molto attuale del santone o guaritore.

È sicuramente nota la storia della veggente di Trevignano Gisella Cardia e dei suoi seguaci con il conseguente intervento del Vaticano prima, e delle forze dell’ordine poi.

La tematica proposta nella vicenda è molto simpatica e, per certi versi, davvero interessante: esiste veramente qualcosa che vada al di là dell’umana miseria e nel quale ci possiamo rifugiare come se fosse un porto sicuro?

I cosiddetti santoni, sono veramente latori di messaggi da parte di realtà oltre-natura e possono realmente intervenire con efficacia nella risoluzione delle problematiche di chi si rivolge a loro?

Agatino è stato un bambino dall’infanzia davvero complessa e ora che è adulto sembra avere una buona parola e una soluzione ad hoc ed un sincero spirito di dedizione al prossimo, per ogni persona che gli si presenti, con i propri problemi più o meno gravi.

Ma sarà davvero così? Agatino detto il guaritore è davvero un filantropo o un santo o, piuttosto, uno che approfitta delle umane fragilità di chi si reca da lui?

I dubbi sorgono, ma un certo punto tutto è rimesso in discussione, aprendo a scenari inaspettati anche allo stesso Agatino.

“Agatino il guaritore” è un romanzo attuale che coraggiosamente affronta, a suo modo il tema della religiosità,  in un periodo storico in cui io ciarlatani e i creduloni sono in maggioranza rispetto ai veri uomini di Fede, onesti e consapevoli praticanti, qualsiasi sia il loro credo.

“Agatino il guaritore” di Massimiliano Città  è un romanzo che porta a riflettere sulle apparenze e sulle fragilità umane, ma anche sulla parte spirituale di noi che a volte è troppo scettica e altre troppo convinta e queste due posizioni  portano a non credere a niente o credere a tutto, estremi che a mio avviso son sempre sbagliati.

Matteo Melis

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