Intervista a  Maria Teresa Valle –  Genova. Una pallottola per il Becchino (Fratelli Frilli Editori)

Intervista a  Maria Teresa Valle –  Genova. Una pallottola per il Becchino (Fratelli Frilli Editori)

Maria Teresa Valle

Abbiamo da poco recensito “Genova: Una pallottola per il becchino” (Fratelli Frilli Editori) di Maria Teresa Valle e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere per parlare del suo ultimo libro, farci raccontare qualcosa di lei e dei suoi futuri progetti.

Buongiorno Maria Teresa, grazie per aver accettato di chiacchierare con noi. Mi permetto di darti del tu se per te non è un problema:

  • Ho letto molti dei tuoi libri, soprattutto quelli che avevano per protagonista Maria Viani. Proprio leggendo un’avventura di questo tuo meraviglioso personaggio, “Delitto a Capo Santa Chiara” (Fratelli Frilli Editori), ricordo di essermi imbattuto nel Becchino che è ora il protagonista dei tuoi ultimi tre noir. Cosa ti ha spinto a decidere di spostare la tua attenzione da Maria Viani a Damiano Flexi Gerardi detto il Becchino?

Ciao e buongiorno a tutti i lettori. Grazie innanzi tutto per questa opportunità di parlare del mio ultimo personaggio e, in fondo, anche di me. Hai detto bene, Damiano nasce da un incontro impossibile con Maria Viani, proprio in quel “Delitto a Capo Santa Chiara” a cui fai riferimento. Impossibile per via del fatto di essere vissuti in epoche completamente diverse, ma diventato reale giocando su due piani temporali paralleli, Maria nei giorni nostri e Damiano negli anni ’30. Hanno potuto agire nella stessa indagine, anche senza incontrarsi mai. La magia della scrittura. Mi serviva un commissario “art dèco” ed è arrivato Damiano Flexi Gerardi in carne e ossa. Mi è rimasto nel cuore. Non sono più riuscita a scrivere con un personaggio principale che non sia lui: il “Becchino”.

  • Damiano Flexi Gerardi si muove nella Genova degli anni 50, che come tutta l’Italia si sta pian piano tirando su dalla guerra, una città che sta lavorando alla sua ricostruzione. Emblematico è il momento in cui, nel primo romanzo dedicato al Becchino, “Il mandante” (Fratelli Frilli Editori), al nostro protagonista viene fatto notare come in poco tempo il porto di Genova, che fu devastato dalle conseguenze della guerra, è stato rimesso in opera. Come mai hai voluto far muovere il Becchino in questa cornice storica cosi particolare?

Mi piace molto dare ai miei noir una collocazione spaziale e temporale molto ben definita. Gli anni ’50 sono per me un tempo di grande interesse, dove la volontà e la capacità di ricostruire un mondo quasi completamente devastato dalla guerra sono state la mossa vincente. Mi piace far rivivere situazioni dimenticate o poco conosciute soprattutto dalle nuove generazioni. Sottolineare come quel tempo non troppo lontano sia così diverso da quello attuale da sembrare preistorico.

  • Genova, leggendo i tre romanzi dedicati al Becchino, sembra non essere solo una cornice in cui ambientare le tue storie, ma piuttosto uno dei personaggi principali. Che rapporto hai con questa particolare ed affascinante città?

La localizzazione, come sai, è una delle mosse vincenti della Fratelli Frilli Editori, ma non è bastata questa motivazione a farmi scrivere di Genova in modo così stretto. Vivo da sempre nel centro storico e respiro l’alito di questa città. Ho visto i suoi cambiamenti. Ho osservato passare gente di tutto il mondo. Ho sofferto per i suoi mali cronici, ma gioito per le sue vittorie. Credo sia la città più piena di contraddizioni e di contrasti che conosco e la amo per questo. In un batter d’occhio si può passare da una cittadella medioevale a un barocco sobrio e piacevole a un liberty arioso e colorato. Amo il suo porto, i vicoli malfamati. Gli odori. La sua storia. Il fatto che non si finisca mai di scoprire cose nuove e antiche su di lei. Non ho descritto l’ambiente perfetto per un noir?

  • Leggendo le storie di Maria Viani e del Becchino, si può notare come il male, il delitto, il fatto di sangue, si possano nascondere anche nei contesti più ordinari, più, per così dire, normali, che non siano situazioni ad appannaggio solo di delinquenti incalliti o pazzi serial killer. Tu cosa ne pensi?

Penso che sia l’aspetto più intrigante del crimine. Mi è sempre sembrato troppo scontato, persino troppo facile ricorrere al personaggio del serial killer. Non mi trovo a mio agio nel mondo del crimine organizzato e penso sia molto più interessante indagare sulle motivazioni dei delitti negli ambienti così detti “normali”. I primi due romanzi erano ambientati addirittura in un paesino dell’Appennino ligure-piemontese. Può un delitto maturare in un simile contesto? La cronaca di tutti i giorni ci dice di sì. Ed è quello che ci fa più paura: l’assassino della porta accanto.

  • Non deve essere semplice per una donna riuscire ad entrare in maniera così profonda non solo nella mente di un uomo, ma di un uomo degli anni 50, un uomo che vive un contesto che si regge su tradizioni e codici comportamentali molto differenti da quelli che regolano i rapporti sociali dei giorni nostri. Come sei riuscita a costruire così bene questo splendido personaggio?

È molto semplice: io quegli uomini e quelle donne li ho conosciuti. Erano mio padre e mia madre. I mei zii. I miei concittadini. Non dimentichiamo che la riforma del diritto di famiglia è una legge che porta la data del 1975. La legge sul divorzio 1970. So bene di cosa parlo. Ho sofferto sulla mia pelle la discriminazione che subivano le femmine rispetto ai maschi. Damiano è un uomo del suo tempo, ma con un cuore puro. Si muove anche lui subendo le ingiustizie di un ordine sociale che lo penalizza.

 

  • Cosa  ha spinto Maria Teresa Valle a dedicarsi alla scrittura, che consigli daresti a chi volesse approcciarsi a questa attività?

La scrittura è figlia di un’altra passione: la lettura. L’una non sarebbe nata senza l’altra. Quindi l’unico consiglio che mi sento di dare a chi volesse approcciarsi a questa attività è quello di leggere tanto. Poi se si naviga un po’ in internet consigli se ne trovano a tonnellate. Non seguiteli.

  • Se dovessi dare una colonna sonora ai romanzi dedicati al Becchino io sicuramente andrei a pescare nel repertorio del cantautore genovese per definizione, il mitico Fabrizio De Andrè? Tu invece chi sceglieresti e perché?

Fabrizio De André va più che bene, e l’ho scelto per la quarta indagine del “Becchino”, ma io ho un debole per Ivano Fossati.

  • Oggi va molto di moda la trasposizione su piccolo schermo di libri noir e non solo. Se un giorno dovessero dedicare una serie tv a Damiano Flexi Gerardi tu chi vedresti come volto dei tuoi personaggi principali?

Un grande classico: Alessandro Gasmann nei panni di Damiano e Francesca Neri in quelli della cognata Angela. Per il nuovo personaggio che entrerà a gamba tesa nella vita del Becchino, Tiziana, una giovane attrice: Maria Chiara Giannetta

  • Dopo “Il Mandante”, “Colpevole di innocenza” (Fratelli Frilli Editori), e quest’ultimo libro, pensi che il becchino tornerà ancora ad indagare su qualche nuovo caso? E Maria Viani la rivedremo un giorno?

La quarta indagine del Becchino è già pronta. Per quanto riguarda Maria tornerà quando il mio cervello bacato di produttrice di storie partorirà una trama adatta a lei. Per ora langue nell’armadio da cui ogni tanto sento provenire lamenti. Mi sta dicendo di ringraziare i Gufi Narranti da parte sua per non averla dimenticata. Grazie David per le belle domande e un saluto a tutti i lettori.

Maria Teresa

 

Un immenso grazie a Maria Teresa Valle per la sua disponibilità e per la sua cordialità. Speriamo di averla ancora presto protagonista sulle nostre pagine

David Usilla

 

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