Recensione: “L’uso ingiusto della giustizia. Storie di vittime e di persecutori” – Antonio G. D’Errico, CTL Livorno

Recensione de “L’uso ingiusto della giustizia. Storie di vittime e di persecutori”, di Antonio G. D’Errico, CTL Livorno.

 

Il volume proposto da Antonio  G. D’Errico, autore per il quale è superflua qualsiasi presentazione, è uno di quei libri che in un mondo giusto e corretto non sarebbe mai stato scritto perché semplicemente il materiale, inteso come argomenti da inserire, non dovrebbe esistere, ma purtroppo  il libro esiste e non è un romanzo di fantasia: ben 144 pagine introdotte da un titolo che  non lascia dubbi sul suo contenuto.

Il reportage, perché in fin dei conti in qualche modo di questo si tratta, lascia molto più che l’amaro in bocca.

La realtà che descrive e racconta é una doccia d’acqua gelata che ti riporta alla realtà su argomenti, quello della giustizia e dell’abuso di potere, attorno al quale i fortunati che non ci hanno mai avuto a che fare possono sospettare ci sia del marcio, ma si tratta solo di sospetti che spesso per rassicurare noi stessi tendiamo a bollare come pessimismo irreale, per quanto “il caso tortora”, uno su tanti, forse ormai neanche il più noto per i nuovi giovani, avrebbe dovuto insegnarci molto più di qualcosa.

“L’uso ingiusto della giustizia. Storie di vittime e di persecutori” è in qualche modo un libro drammatico che ti porta più volte a ripetere durante la lettura “ma non è possibile” e invece è molto più che possibile, è andata proprio così.

“Forti con i deboli” sembra essere un mantra che, pagina dopo pagina, fa salire rabbia e sgomento.

“L’uso ingiusto della giustizia. Storie di vittime e di persecutori” non è una favola dove il bene trionfa sempre e spesso a mani basse, ma uno spaccato in cui per dimostrare la propria innocenza bisogna combattere contro le più assurde accuse e, se oltre alla qualità della giustizia si aggiunge la sua lentezza burocratica, é facile capire quanto la vita del malcapitato sia pressoché compromessa per sempre, perché non c’è peggior dolore che essere accusato di qualcosa che non si è commesso e anche quando alla fine la giustizia trionfa, si é talmente delusi e stanchi da non aver neanche la forza di gioire, ma anzi, quasi solo la rabbia per il tempo perso e la vita complicata per qualcosa che non aveva motivo di esistere.

Consiglio caldamente la lettura de “L’uso ingiusto della giustizia. Storie di vittime e di persecutori.”  perché certe esperienze è meglio farle leggendole sui libri, affinché la sofferenza di chi ne ha subito l’onta, trovi, almeno nell’insegnamento ai posteri, un suo perché.

Sandra Pauletto

 

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