Intervista sta a Fabrizio Di Marco – La visione del male –  Todaro editore

Intervista sta a Fabrizio Di Marco – La visione del male –  Todaro editore

Abbiamo da poco recensito “La visione del male” (Todaro Editore) di Fabrizio Di Marco e abbiamo ora la possibilità di scambiare con lui quattro chiacchiere per conoscere meglio lui ed il suo nuovo romanzo.

Buongiorno Fabrizio, mi permetto, se sei d’accordo, di darti del tu. Partiamo con le domande:

  • Essendo la prima volta che ti recensiamo e che di conseguenza ti intervistiamo, ci piacerebbe sapere un po’ chi è Fabrizio Di Marco uomo per poi andare a scoprire chi è Fabrizio Di Marco scrittore. Puoi darci un tuo ritratto per conoscerti meglio?

Buongiorno, innanzi tutto grazie a voi per la recensione e per questa intervista.

Purtroppo è sempre difficile riuscire a parlare di sé in modo obiettivo. Posso dire che mi sono sempre occupato di scienza, in particolare di fisica, prima come ricercatore e adesso come insegnante. Per quanto riguarda l’amore per la scrittura, è qualcosa che mi porto dentro da quand’ero un ragazzino: dopo aver scoperto i grandi autori del giallo classico (Agatha Christie, Ellery Queen e John Dickson Carr in particolar modo) ho provato io stesso a scrivere delle storie di mistero. A ben vedere, il mistero è il denominatore comune di tutto ciò che mi appassiona, sia che riguardi un problema scientifico che un intrigo poliziesco.

  • Nel tuo libro affronti il tema degli snuff movie, film che in pratica mostrano senza filtri un omicidio reale a puro scopo di intrattenimento. Come mai hai voluto puntare l’obiettivo su questo tema?

Quello degli snuff movie è un argomento scomodo, per certi aspetti anche ‘maledetto’. Naturalmente non sono stato io il primo a trattarlo nell’ambito della fiction: film come ‘Tesis’ di Amenábar e ‘8mm’ di Schumacher ne hanno già parlato negli anni Novanta. Si tratta comunque di un tema sempre attuale, che ho deciso di approfondire in relazione alle nuove tecnologie, così da poter sviluppare una sottotrama importante del romanzo.

 

  • “L’uomo è la sola creatura per cui la tortura e la morte dei suoi simili è spassosa in sé”. Questa è una citazione che tu inserisci nel tuo libro e che credo dia subito al lettore una prima chiave di lettura per capire l’essenza della storia che racconti. Secondo te perché noi esseri umani siamo così attratti dal male, dalla morte, dalla sofferenza del nostro prossimo?

Non tutti lo siamo, per fortuna, per quanto tutti noi abbiamo bisogno di vivere emozioni forti. La maggior parte delle persone  rifugge dall’uso della violenza e molti non amano la visione degli spettacoli violenti, ad esempio i film horror. Ad ogni modo ritengo che i romanzi gialli piacciano a gran parte della gente non solo perché regalano emozioni forti, ma anche perché permettono al lettore di congedarsi dalla storia soddisfatto. Si prova un senso di appagamento interiore dopo che il colpevole è stato smascherato e che il mistero iniziale è stato risolto. Il che, purtroppo, non accade sempre nella vita reale.

 

  • Tu personalmente che rapporto hai con il mondo del web e dei social media?

Un rapporto tutto sommato normale. Non sono così giovane da potermi definire un nativo digitale, però sono consapevole di quanto, negli ultimi decenni, il mondo della comunicazione sia cambiato per effetto del progresso tecnologico, di internet e dei social, e li uso quotidianamente per lavoro e per coltivare i miei hobby. E, naturalmente, per le mie storie noir…

 

  • Questo è un libro in cui il concetto di vendetta, di desiderio di rivalsa per un torto subito, è presente in maniera forte. Ti consideri una persona vendicativa o credi che sia giusto vendicarsi davanti a qualche torto importante?

Non mi considero una persona vendicativa. Vendicarsi è folle e inutile, perché nessuna vendetta può restituirci ciò che ci è stato tolto. Ritengo, tuttavia, che il desiderio di vendicarsi sia un sentimento inevitabile, con cui tutti noi, più di una volta nella vita, ci siamo trovati a fare i conti. Del resto quello della vendetta è un tema ancestrale, presente in ogni cultura. Lo troviamo spesso anche nelle Sacre Scritture. Ed è certamente il filo conduttore del mio romanzo. Quando ho scritto “La visione del male” ero desideroso di rispondere a questa domanda: fino a che punto ci si può spingere per ottenere vendetta? Per questo ho inventato una storia che, per certi aspetti, si può definire ‘estrema’.

  • Giovanni Martelli e Angelino Torrisi sono due personaggi molto diversi tra loro ma sono anche due personaggi che secondo me possono formare una ottima squadra. Credi che li rivedremo ad indagare ancora assieme oppure lo ritieni un capitolo chiuso?

Li rivedremo. È una promessa!

  • Dipingi una Bologna molto noir, dai contorni molto cupi. Che rapporto hai con questa città?

Bologna è una città che amo. In passato vi ho vissuto per sedici anni, per motivi di studio e di lavoro, e oggi vi torno spessissimo. Una parte importante della mia vita si è svolta lì, anche per questo adoro ambientarvi le mie storie: quando scrivo mi sembra quasi di trovarmi di nuovo lì, tra i portici del centro storico e i locali della movida universitaria. C’è da osservare però che, oltre a quella goliardica e spensierata, Bologna possiede anche un’anima noir, come testimonia la sua cronaca nera passata e recente, e offre una cornice ideale per ambientarvi storie in cui è presente un certo tipo di criminalità, come quella raccontata ne LA VISIONE DEL MALE.

  • Quando scrivi i tuoi libri hai già in mente la storia ed i suoi personaggi, oppure parti da un’idea di base che poi man mano si evolve durante la scrittura?

Parto da un’idea di base, i personaggi vengono dopo. L’idea, però, deve essere forte. Quando ho iniziato a pensare alla trama de LA VISIONE DEL MALE, ad esempio, desideravo scrivere un romanzo sulla vendetta, ma volevo anche una storia che fosse originale e toccasse argomenti di attualità. Per questo ho iniziato a documentarmi sull’universo del Dark Web.

  • Per il futuro hai già idee per un nuovo libro?

Ho in cantiere una nuova avventura per Giovanni Martelli e Angelino Torrisi, ma sto lavorando anche a un romanzo dalle tinte ‘slasher’ ambientato interamente in Abruzzo, la mia regione.

Grazie a Fabrizio Di Marco per aver risposto alle nostre domande e speriamo di averlo ancora presto qui sulle pagine de I Gufi Narranti

 

 

David Usilla

 

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