Recensione: Il quinto comandamento – Samuel Stern n. 27 di Guglielmino / Martello

Recensione fumetto Il quinto comandamento Samuel Stern numero 27 di a Guglielmino / A  Martello

 

Samuel Stern fumetto edito dalla Bugs Comics è arrivato già al volume 27,  alla faccia di tutti quelli che, sempre sospettosi, avevano storto il naso all’uscita della prima storia.

Stern è un esorcista e di conseguenza se qualcuno ancora non dovesse saperlo, il fumetto è catalogabile a pieno titolo tra quelli di genere horror,  e per chi teme certe tematiche,  come me,  avviso che è un horror che più horror non si può.

 Eppure il volume 27 in particolare sa e riesce ad essere molto di più, anche volendo tralasciare la citazione al “Testamento di Tito” del maestro De André, che modestamente ho riconosciuto subito ma che è anche riportato in nota, per i più giovani lettori. 

Questo numero di Stern insegna e fa riflettere, cosa rara ormai nella produzione Comic italiana,  che temendo la sempre più preoccupante perdita di “fedeli lettori” abbassa il target anziché alzarlo,  ma Stern no.  La testata va controcorrente e fa bene,  i 27 numeri al suo attivo, nonostante la concorrenza blasonata ne è la  dimostrazione.

 

Qualcuno si ricorda così senza pensare quale sia il quinto comandamento?

 Se sì, vi faccio i complimenti, io non me lo ricordavo e forse non l’ho mai saputo, comunque è: “non uccidere” e mai il titolo fu più azzeccato, perché comprende sia la religione, dettaglio fondamentale per un fumetto che parla di esorcismi, ma anche squarcia il velo su un tema purtroppo sempre attuale, che l’Italia non ha mai risolto: il diritto alla dolce morte.

Sì, esattamente, Stern affronta il diritto alla vita e il diritto alla morte mettendo in evidenza il significato reale di queste due parole che sempre pronunciamo con superficialità, senza pensare a quanto significato ci sia dentro: VITA e MORTE

 Un episodio autoconclusivo in cui non mancano però alcuni agganci ad albi passati, citazioni che premiano i fedeli lettori, ma che non feriscono i nuovi fans, in quanto conoscere specifici antefatti, è in tutti i modi relativo per vivere a pieno la storia.

Il fumetto rimane su una linea narrativa “tranquilla” per circa 50 pagine, poi si scatena nel horror puro, in un crescendo degno del più classico degli esorcismi.

L’opera, perché di questo si tratta,  porta la firma del nostro amico Andrea Guglielmino e della bravissima Annapaola Martello alla quale va il nostro plauso.

Il consiglio è chiaro: se ancora non lo conoscete, avvicinatevi a Samuel Stern perché è molto più di un “fumetto”, un personaggio che non solo ti fa  evadere  nel “suo” mondo,  ma che ha il pregio di farti pensare, cosa che sembra vogliano in ogni modo impedirci di fare, ultimamente.

 

Cosa c’è di più spaventoso di essere prigioniero nel proprio corpo? e la prigione è data sempre e solo da un corpo inerme e paralizzato?

Si può essere prigionieri anche delle proprie credenze e dei propri principi, soprattutto quando questi ci portano a commettere atti di cui potremmo pentirci…

Grande storia, grandi disegni per grandi lettori, non fatevi spaventare perché  grazie a Stern alla fine il Diavolo non è così brutto come lo si dipinge….

Sandra Pauletto

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.